giovedì 22 dicembre 2011

Settima Lezione 20-12-11

Ho ritardato un paio di giorni ma c'è una spiegazione logica!
Partiamo per ordine:
martedì eravamo in pochi e senza nulla togliere a nessuno perchè siam tutti cardini di una ruota che va alla grande..è stata senza dubbio una lezione intima e particolare!
Non so esattamente cos'ho capito perchè la mia testa era su altri fronti ma la sensazione captata è stata quasi armoniosa oserei dire!
Il compito era sul segreto ed ecco il mio:



SCATTI PER L’IMPERO
di Tesini Lisa

Anna, 3 ore di volo e la terra dai colori caldi dove sprofondare per l'ascesa. Il Marocco sarebbe stato come le suggerivano le spezie della drogheria?
Assan la stava aspettando all'aeroporto. Avere una guida fu l'unico lusso che decise di concedersi per quell'esperienza inusuale.
Il dicembre nel deserto era pronto ad accoglierla e lo s'intuiva dal sole fermo sulla grandezza architettonica di Rabat e dal libro aperto nella teca della biblioteca internazionale.
Armata di zaino e desiderosa di scoperta iniziò a conoscere chi fosse veramente il fascino del passato mussulmano e Assan. Tra una jeep ed una duna scoprì quanto basta: entità berbere, diversità culturale, molteplicità di paesaggi, 45 anni, un’esperienza in Italia per imparare la lingua, 6 fratelli ed un padre ucciso.
Anna studiò la strada leggendaria della Kasbah di Ourarzazate e le mani di lui fisse sul volante: erano da lavoratore e non da guida turistica, notò marcate rughe ad ogni sorriso, una cicatrice importante sulla fronte e una pancia morbida che dava forma al caftano color crema.
L'interferenza tra le spiegazioni esaustive e i racconti di chi percepisce in fretta erano impercettibili: tutto filava liscio.
Assan, al mattino, arrivava stanco ma disponibile, chiacchierava nei lunghi tragitti come una persona bisognosa di farsi conoscere, eppure di gente ne conosceva davvero tanta!
Arrivati a Marrakech Anna si sentì alquanto scombussolata. Veniva strattonata dalle piazze chiassose con gli incantatori di serpenti, dalle frange dei tappeti sventolanti e dalla calma assoluta dei passi d'asino per le salite alla periferia. Era la città dalle notti incantate e del lusso riscoperto ed era d'obbligo festeggiare come pomposi sceicchi.
Le venne suggerito un abbigliamento sfarzoso ma in un viaggio d'avventura non ci si portano lustrini perciò optò per un vestito di cotone con una collana d'argento comprata prima di entrare in albergo.
L’accompagnarono ad un podere addobbato di festoni blu e cuscini dorati  e sentì frenesia e libertà anche se non si trattava esattamente di salite su cammelli o incontri con beduini: per quello c'era tempo.
Il fido "amico" era particolarmente voglioso di illustrarle i piatti della tradizione, la fece ballare con le danzatrici del ventre e usò la fotocamera di Anna per immortalarla sognante.
All'improvviso un cerchio di fuoco si fece notare dall'arena appena fuori, tutti accorsero, era un'attrazione per turisti fatta di luce e portante la scritta "SALAM".
"Non andare" disse Assan solleticandola ad alzarsi e a seguirlo dalla parte opposta del luogo chimerico.
Tra bougainville rampicanti e mosaici di una perfezione indiscutibile uscirono da un arco di mattoni, abbassarono le teste e fu subito miseria.
Gli occhi di Anna cancellarono quanto visto poco prima e la ponderata stabilità riflessiva s'impadronì di lei.
"Ti mostrerò ciò che la gente non racconta. Sarai mia ospite se lo vorrai". 
Lei con sguardo di conferma assecondò quel sincero volere.
Un labirinto di alte mura e fenicotteri addormentati li accompagnarono innanzi ad un cancello alto e stretto.
"Mamma sono io" disse l'uomo che lei non capiva, spostando la tenda pesante di color petrolio.
Nessuna risposta li accolse. Assan la invitò ad accomodarsi, lui si sarebbe assentato un solo istante.
Un colpo di tosse e un'improvvisa mano sulla schiena quasi dolorante lo fecero allontanare.
Introversa si sedette su un pouf scucito e poco accogliente a scrutare borsoni e disordine. I minuti passavano ed era ancora sola in una stanza che non decifrava, assuefatta da afa e maleodoranti acque stagnanti.
Picchiettando un piede più e più volte, decise, innervosita, di darsi una spinta per alzarsi e cercare soluzioni.
Chiamò Assan all'infinito. A passi tremolanti indagò la casa fino a spingersi ad una porta di legno che dava all'esterno. Sentì vociferare in modo continuo e vicino.
Corse incontro alla sconosciuta chiamata e si ritrovò in pieno giorno nel bel mezzo del suk tra le spallate di vecchi anziani dal viso diroccato. Sbirciò tra le botteghe senza capire in che razza di tempo fosse capitata.
Assan dov'era? Cosa stava succedendo? Era notte? Era giorno? Era realtà e tradizione o illusione da caffeina dei troppi the?  Chi era veramente quella guida trovata per caso sulla rete? Cosa stava escogitando?
Si fece coraggio e senza una cartina o un appiglio umano allungò il passo fino ad una zona apparentemente tranquilla.
Il gradino di roccia sembrava un'oasi di purificazione da tutto quel delirio. Le mani smisero di tremare, gli occhi di cercare e il fiato tornò.
Con un filo di voce marocchina da dizionario tascabile fermò una giovane ragazza e chiese dove fosse il bar più vicino per una telefonata ad un taxi. La pelle mulatta e lo sguardo complice la indirizzarono alla conclusione di tutto ciò che stava vivendo.
Le offrirono con gentilezza quella chiamata e aspettò sul marciapiede la partenza per la fuga.
Dopo 20 minuti frenò bruscamente un vecchio Mercedes ocra, salì e ordinò di condurla all'aeroporto.
"Certo” rispose il tassista.    "Sei italiana?" chiese.     "Si, mi chiamo Anna" disse lei.
L'uomo si voltò con un sorriso accompagnato da un occhiolino divertito disse "Piacere Assan!" e le porse quella foto.
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Bene, l'argomento della serata si è concentrato poi sull'ossessione! 
Chi non è ossessionato da qualcosa? 
Io mi sono posta questa domanda e, a dir il vero, credevo di rispondere in un nano secondo...bhè non è stato così! Mannaggia! Qua è sempre un cercare, sempre una rincorsa al non banale, sempre un mettersi in gioco e che dire...mi piace un sacco!
Sono qua che elaboro le mie ossessioni, che cerco di capire se sono realmente tali oppure solo accenni della mia risaputa voglia di perfezione...che poi una è sinonimo dell'altra probabilmente!
Cose, persone, situazioni? qual'è la tarma nel mio cervello?
Mille cose avrei da dire ma cerco di cambiare rapidamente discorso per parlare di ieri sera: c'è stata la Festa del Teatro Stabile di Verona e con sommo orgoglio posso considerarmi una persona soddisfatta!
Erano invitati a questa "festa" alunni di teatro, di scrittura e ovviamente i docenti ...
Il mio pezzo di Natale "Rivoluzione Babbiana" è stato scelto (assieme ad altri 3) per esser interpretato su un palco. Insomma, ditemi anche che sarà una cavolata ma sentir "interpretare" qualcosa scritto da te da altri è una gran figata! 
Ringrazio chi si è prestato a rendermi felice!
Mi sento come una bambina al parco giochi!!  Ma da quant'era che non mi sentivo così?? Voglio non finisca mai! Ditemi che sarà così! Respirare a pieni polmoni ciò che mi dà carica è una cosa pazzesca! Doveva capitare anche a me prima o poi! Scopro pian piano un mondo nuovo, persone diverse e culturalmente piene e non mi sento indifesa nonostante io non abbia 2 lauree da sventolare! Voglio una rivincita da lanciare in faccia a chi mi ha sempre dato un valore zero! Ce l'avrò!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Lisa,
sono Alessandro, ho interpretato la prima parte del tuo pezzo la "Rivoluzione Babbiana" sul palco come allievo del primo anno del corso di recitazione. Sono io che ringrazio te per aver scritto un pezzo così originale!! Sono doppiamente felice, per la mia interpretazione ed anche per leggere che anche tu lo sei stata, sono felice di sapere che ti ho fatto "respirare a pieni polmoni" e ti ho dato la "gioia di una bimba al parco giochi". Ah... se vuoi saperlo, io ho due lauree, e avrei tanta voglia di dire... basta!!!.... si basta a tutti quelli che le sventolano tanto in giro...non né posso più della stupidità e aridità "patentate"!!! Mi si è riempito il cuore di gioia ad interpretare il tuo pezzo mettendomi in gioco sopra il palco di un teatro per la prima volta, il tuo pezzo che mi e piaciuto sempre di più e mi ha dato molte emozioni! Sono felice di aver incontrato l'altra sera, persone come te, veramente "speciali" e "ricche". Grazie Lisa, grazie a te. Alessandro

alessandro.budakovic@virgilio.it

Lisa ha detto...

Dobbiam trovare fuori un altro testo e interpretare quello..ci penso io a scriverti un bel thriller sanguinario!! eh eh ..che sarebbe anche un mio sogno! Se serve gente che butti giù due righe chiamami!!