venerdì 28 settembre 2012

Storia!


"POSSO?"
"Posso" non si chiede in certi momenti. E' una domanda da non fare.
Rovina l'incanto.
O agisci oppure no. E' una scelta da valutare. Con pro e contro. Come in tutte le sfide.


giovedì 27 settembre 2012

Impressioni di settembre.

Ho iniziato a leggere un libro. E voi direte "sai che novità!".
Sono una di quelle che compra pagine incollate tra loro e divora le prime 50, poi cambia, poi ritorna, poi si appassiona, poi riprende da dove era rimasta: ho la fortuna di avere buona memoria!
Comunque, una frase menziona "settembre". L'ho sempre amato. Il mese che preferisco. Se una tizia mai vista dice di percepirlo come il periodo dove nascono le novità, bhè posso saltar fuori e affermare che qualcuno la pensa come me. Amo i colori, l'aria, vedere che tutto pian piano svanisce per mutare in pochezza, in un quadro scarno, povero ma d'impatto.
Le giornate si accorciano ed io spero nell'esatto contrario, faccio lo stesso sogno ogni mattina appena distendo le braccia. Amo la mia casa. E' il luogo più stimolante che io conosca. Da 30 anni è il secchio dove attingo l'acqua per rinfrescarmi quelle idee indispensabili per aprire gli occhi su ciò che banalmente vive. Vincono le tonalità calde come il giallo e il marrone/rossiccio. Le foglie che spazzo via sono cura che porta al rilassamento. Le grate delle finestre tagliano in 4 gli alberi e si raddoppiano, sono molti di più. Cemento, latta, ceramica, vecchie cataste di legno che non trovano fine, frutti da spremere: mi invaghisco di me in un contesto da favola. Prendo la macchina per allontanarmi con la convinzione che nulla è più terapeutico di ciò che sto lasciando, niente e nessuno può risvegliare la fantasia che vige tra mura e reti che tracciano una linea tra balle di paglia e fossati abbandonati. La corsa al miglioramento non è mai abbastanza. Dovrei tornare. Mi sporco le mani, poi il viso, poi sento la polvere, piccoli pezzetti di nostalgia, gioco con la terra, ammiro il cielo: le nuvole stanno a guardare cosa inventerò oggi. Esigo sia uno stile mio, che non possono impedirmi di avere, che chiunque potrà imitare ma non con la passione che mi contraddistingue. Guardo i raggi della bici girare piano piano e ricordo l'infanzia. Un'asse di legno diventava un oscillante appoggio per il mio corpicino. Mi facevo stretta e piccola per aiutare mia nonna a pedalare, per non dar fastidio. Aprivo le palpebre quasi a sentir male e ricevevo la natura, la esaminavo, la facevo "dote". Avvertivo che stavo divorando i frutti belli della vita, quei regali gratuiti a cui pochi fanno caso oramai. Correvo tra i vigneti, mi nascondevo e inciampavo nelle sacche scure create dalla pioggia, ero un disastro ma lo sono tutt'ora. Costringevo chi mi stava accanto a condividere un'immagine scoperta grazie alla dea fatalità. Fervore, euforia e trasporto erano ciò che mi abbellivano. Mi concedevano un sorriso fiero, un'espressione che talvolta rivedo guardandomi allo specchio, in una cornice intarsiata. Mi siedo tra i filari e il viola dondola per farsi rubare. 
Danzo con la testa.
Ci sento musica.
Ogni aspetto di letizia si fa sfondo di ciò che divento lentamente. 
Si è veloci per costrinzione ma per gustare ciò che stimiamo occorre amore e l'amore è appagamento.
Serve il giusto tempo, anni, secoli...una vita intera.
La mia storia è questa.



martedì 25 settembre 2012

Incontro.

L'intenzione dell'enunciare
l'interpretazione come dottrina
e poi il silenzio.
Risposte minacciate dal dubbio
contenuti veri e presunti.
L'approccio riconducibile alle lacune dell'uomo.
Il significato, l'uso di esso,
il segno dell'approvazione o dell'allontanamento.
La teoria dei segni
del metodo
della ricostruzione dell'ipotesi.

Leggo e leggo righe di gente dichiarata famosa e mi verrebbe da prendere la penna rossa e segnare e segnare. Mi chiedo se nella vita sia necessaria la sola sfrontatezza e la voce grossa per reputarsi "qualcuno che conta". Non vale il sapere parlare? Diavolo! Mi trovo ad imbastire frasi con gente che ha una laurea che puntualmente mi pianta in faccia, liste di corsi alle spalle su 8miliardi di cose importantissimissime e non sanno nemmeno collegare il cervello per un dialogo di comune routine. A volte penso di fare parte di un cerchio di individui dove la maggior parte è sbagliata. Non trovarsi col tuo prossimo è una brutta sensazione. Non ve la consiglio. Sarà per questo semplice motivo che parlo spesso da sola, chissenefrega. Non vivo in un mondo chiuso ma certamente "fermo". I pensieri generati da questa testa sono veloci, scattanti, ballano, sento vivacità. Entusiasmante tutto ciò. Se solo si potesse condividere. E' come essere ad un metro dalla porta e non segnare. Non è possibile dopo tutti i tuoi allenamenti...non è la verità che immaginavi. Il concetto di "me" non mi sta mai stretto, è avere esercizio continuo, per la voglia di non fermarsi dopo una partita andata a male. Ascolto le persone, le guardo muoversi, le vedo confondere la tenacia con la paura, le sento soffocare in una melma che ti solidifica le gambe e non ti fa smuovere. Non sono nella dimensione giusta. Mi manca l'affrontare a muso duro chi è più alto di me. Io sono tarma. Ti mangio dentro e prima o poi cadi, con gli anni: non te lo aspetti.
Ci sono uomini fondamentali. Donne con pori che sfornano sicurezza. Fare incontrare i soggetti è compito del destino.

giovedì 20 settembre 2012

Santo Italo prega per me.

Ciao a tutti!
Ieri ho provato un momento di vera gloria! Sarà che era il compleanno del buon Calvino, nonno Italo, ma qualcuno ha guardato in giù e ha voluto che io trovassi nella cassetta della posta una bella bustona che conteneva niente popodichè....un contratto con un editore.
Ho creduto allo scherzone dell'anno ma ho accantonato subito l'idea, ho letto tutto di un fiato quel che avevano da dire e una lacrima mi è scesa. Lo ammetto!
Credo di essermi sentita un pò stupida ma quello stupido buono, quando vivi per la prima volta qualcosa di entusiasmante e che non pensavi ti sarebbe mai accaduto. 
Non sapevo nemmeno a chi dirlo e ho taciuto con i più. I segreti sono segreti.
Poi mi son resa conto di esser nella mia cucina, con una scatoletta di tonno aperta e un grissino morsicato che mi guardava e ho capito che ero ancora io.
Presa dal gran senso del dovere che mi caratterizza ho fatto "la cosa saggia": scrivere a uno che se ne intende, un mentore. Mi piace chiamarlo così.
La delicatezza negli uomini è una grande dote, il fatto che puntino un dito per indicarti una direzione ma non capisci dove esattamente è ancora meglio! Per certe scelte ti serve il cuore. Il tuo. Il mio. Si parla del mio.
La piccola scrittrice credo prenda il sopravvento sulla donna del business.
Sarà che son di vecchio stampo ma io devo sentirle le vibrazioni, devo concepire il fatto di esser davvero quel che andrò a fare, per non sembrare chi non sono. Poi tutto vien da sè.Liscio. Una linea.
Ho 40 giorni di tempo per pensare ma serve davvero tutto questo tempo?!
Mi sento motivata nel far parte di una realtà che è fatta di concretezza ma senza dimenticare che io vengo dal sogno, che sulle giornate ci arrivo da uno scivolo, veloce-veloce facendomi male appena tocco terra.
Apro gli occhi e comincio.
Si dovrebbe sforzare il corpo ad essere la persona che porta dentro. 
Un bel dono emozionarsi, sentirsi parte di un progetto creato per te. Quasi da credere che sia arrivata la svolta. Sarà, ma da quella mi son sempre immaginata molto di più!  ;)
Italo mi sei burlone!!



lunedì 17 settembre 2012


                              Riparo.

Mi cammini nelle tempie
mentre il tuo odore scandisce il tempo.
Trascendi questa fame che non smette,
un pugnale che non trova profondità.
Tra le ciglia chiuse 
ti raggiungo 
in un'insistenza devota 
che spaventa.
Se esiste un riparo, 
seppur indifeso, 
rimani 
ovunque 
tu.

Buon pomeriggio a tutti quelli che passano da qui!
Stamattina è successa una bella cosa. Mi arriva una mail da una casa editrice di Roma che mi dice che pubblicherà questa mia poesia nel volume annuale. Si tratta di una raccolta di inediti creata per dar spazio agli scrittori esordienti. Per ora sono allo step della parte burocratica ma appena toccherò con mano la copia...potrò dire di aver aggiunto un altro piccolo tassello/soddisfazione alla mia grande passione.
Mi sento carica perchè dopo una giornata a Padova tra vintage, quadri e passeggiate, una mail così non poteva che rendermi serena con me stessa.
Fondamentalmente io mi nutro del vecchio per creare il nuovo. Tutto nasce da ciò che i miei occhi hanno visto, un giorno...

Piccolo momento di gloria!
A domani, che tutto sarà un pò di più...









venerdì 14 settembre 2012

giovedì 13 settembre 2012

Diversa.

La stessa stanza può essere ogni volta differente.
E' un concetto da capire, se non riesci non continuare a leggere.
Si sminuisce quando non si trova il senso.
Arrendevole.
Niente si ripeterà mai nella medesima maniera: le persone, così come 4 mura, come te, come me.
Unicità.
Il divano color arancio è di quelli con i cuscini avvolgenti, pronti  ad essere stretti quando si necessita di qualcuno al proprio fianco, la lampada in ferro battuto è di un anziano cremonese che assieme all'opera si cala dall'alto gettandosi su un pavimento anni '20. Mattonelle calpestate da piedi sconosciuti, timidi, mai uguali, scaltri, amichevoli tra loro. La tecnologia che sparisce per non oscurare lo stupore della bellezza.
Robusto in legno dell'usurata cassapanca che non fa notare gli anni ma sorride come fosse perla sul velluto, brilla per l'aver raccolto le pause solitarie di donne e di uomini regalando l'avvicinarsi sereno di un giorno diverso.
Fiori gialli in vasi di vetro verde, messi in evidenza per ricordare che il respiro esiste. 
Ossigeno lieve.
L'aria sfiora il corpo; dai piedi e su su verso le gambe, scavalcando i seni, privilegiando un volto.
E' di lavanda viola quell'essenza consumata in un cassetto, che spinge per volare tra le sere umide di settembre.
Con il giorno cadrà l'intimo privilegio. Il logorare della frenesia rivangherà un luogo differente.
Un giro di giostra che viene, che spoglia, che separa un'attenzione da una faccenda consumata.



Scritti. Siamo scritti.

Scade la memoria:
il tragico errore che prima o poi si farà.
La fiducia è incontro
l'esistenza tutto il resto.
Il mestiere che ci chiedono è, tuttavia, il meno adatto all'uomo.
Raccontare di sè
nell'impazienza del conoscere
tra la perdita di particolari che potrebbero essere il vero NOI, che ne sai...
Si va camminando
stretti in un cappotto
roteando i bottoni tra le mani
alzando il bavero per togliere il vento attorno
abbassando il tessuto sui fianchi
già riassettato
per accertarci che siamo
...in fondo, qualcosa siamo.
Sono confidenze le righe di ognuno.
Implicite e segrete
irrompenti e sfacciate.
Si descrivono da sè
spesso senza interpellarci veramente.
Allora che s'impadroniscano di un'ombra!!
Punta affusolata che scroscia
che si potrebbe cancellare.
Rimane il prolungamento di un solo istante
condensato negli angoli lunghi del foglio.
Infinitamente vero.
Batte e scorre.
Nutre i polpastrelli e giudica le azioni vissute.
Sentiamo d'esser comandati.
Scriviamo per custodire bisbigli e abbandoni.
Fuori dai margini,
gettandoci in penitenza e voluttà.


mercoledì 12 settembre 2012

Se mi piacciono... !


12092012

Troppe volte capita che ci si allontani per un passo indietro non fatto...
....e siamo davvero stupidi....


Con una scatola.

Non ti chiede e non ha, non ti aspetta e se ne va.
Lei tenterà di conoscere ciò che lui sgraziato accompagna.
Troverà la piccola parte di un grande regalo che sarà una città tra mille,
guardata ma calpestata, amata e prigioniera.
L'impostore mai cieco, che tra le case sgretolate dal tempo e ancora vive per gli uomini, si aggira con una scatola.
E' sostenuta dalla colla dei francobolli.
In essa rumoreggia un racconto pagato a caro prezzo.
Un pensiero distratto raggiunge l'aria e assicura una grazia.
La costringerà a seguirlo.
Lei che è solamente una donna affacciata alla luna.
Si lascerà turbare tranquillamente ma la magia è un rimprovero appena si svolta l'angolo.
Nelle mani conserte e negli occhi perfetti vide un disperato tentativo di bontà.
Racchiusa la musica, le impronte dei paesi lontani, l'accanimento alla scoperta...tutto vola.
Cosa c'era che le sarebbe servito?



martedì 11 settembre 2012

Noi...



la 'Passeggiata' di Veronica Marchi

Esclusiva video: la 'Passeggiata' di Veronica Marchi | RollingStone | Musica


Il video è da vedere per forza, me lo dovete promettere!
Non è facile.
Dovrebbe esserlo.
Confermare alla vita che sei quello che si aspettava da te.
Perchè lei lo sa, assieme al destino.
Spesso la direzione è sbagliata e mi chiedo se ci si deve passare per forza da lì o una via alternativa c'era.
Meno mosse spaventose di persone, oggetti e sensazioni.
Mi piace essere qui.
Scrivo.
Lo faccio ogni volta che ne sento la necessità: per delinearmi un percorso che credo giusto, per parlare a qualcuno o con qualcuno, per impegnarmi ad essere, per rimproverarmi, per vivevere nella dimensione che non assomiglia al nulla. 
La prossima volta sarà una grande soddisfazione mi dico.
Sempre, faccio sempre la medesima cosa, nella mia testa è chiaro significhi "legge".
Tutto sottosopra perchè l'ordine mi fa porta all'usurpazione di quel che non credo mio.
Una boccata d'aria e tutto è ok.
Sento la passione che dovrebbe tenerti viva baciandoti al mattino fino a farti svenire di sera dopo un'ora di passione, tra le sue braccia...ma immagino siano ali.
Preferirei che qualcuno mi leggesse per errore, non perchè lo voleva davvero.
Senza interesse, interessandosi a me.
Dimenticare per riscoprire una novità piace a tutti, si diventa disinibiti, senza impegno come si usa fare adesso ma, diavolo (!), ti appassioni! Eccome se lo fai perchè ti pervade la chimica positiva e non ne vuoi fare a meno. Ti premi.
Non sono una donna rassicurante per se stessa. Solo per gli altri.
Procedo senza un senso personale di supporto a volte anche se spesso mi cimento nel teatrino.
Ma a voi capita mai di credere di farcela?
La chiamano autoconvinzione.
Mi sono disabituata a certe persone ma non ad alcuni comportamenti.
"Se vuoi ci sarò, se vuoi mi potrai parlare" "Se sarai abitudinario ne trarrò piacere"
Sveglia!
Non mi ubbidisco.
Con sgomento vivo dolori che percepisco già in lontananza ma non mi sposto, gli aspetto, anche con il cuore.
E' un annientarsi. Senti il rumore del treno, ma stai lì, lo vedi, ma stai lì, ti fai travolgere e non ci sei più.
Mi spettano debutti su nuovi fronti che nemmeno immagino.
Sarà che sono infatuata di chi mi somiglia, sarà che essere prevedibili uccide ma talvolta è l'unica forza per la tua sopravvivenza.
E allora, cosa vuoi?
Un album con delle foto, con le dediche.
Dovrebbero consegnartelo in dotazione col kit da neonato.
Servirebbe come compagnia, come lettura di bugie negli occhi, come pagine da sfogliare per rendersi conto che chi hai intorno non è come un tempo. Un viso cambia, una parola rimane solo per me.
Mi piace correre. Ma senza faticare. Non coi i piedi. Faccio kilometri.
In capo al mondo io ci sono stata, all'inizio della perdizione alla fine della sua conseguenza.
Miriade di folle, poche considerazioni, milioni di posti dove appoggiare un quaderno, una sola penna, tante parti di me.
Proietto un'aura di pace per ciò che verrà, faccio scorta di pazienza, la tengo in calda per innamorarmi nei giorni storti.
Se mi portassero una cartolina a mano non sarebbe ciò che vorrei.
Va spedita con cura, la lontananza avvicina chi si ama. Quando non ti puoi toccare, quando non puoi sentire un respiro, quando l'unica possibilità è che ti facciano credere quel che vorresti tu.
L'indirizzo è casa.
L'intento è farmi essere dove sei tu, devo sentire l'abitudine di quei luoghi, il profumo della freschezza, il calore della cedevolezza, la durezza dell'intenzione.
Sono concetti del mondo. Interpretazioni di ciò che stiamo vivendo.
Io la scrivo. La scrivo dal tempo che non mi appartiene, dagli anni di oggetti che erano di chi non c'è più, dalla polvere tolta con cura, dal bianco e dal nero, dalle giacche su un uomo poco sorridente, dalla gonna sui fianchi evidenti, da una macchina che si fa cornice di baci timidi.
Io voglio brindare con le gocce di vino che pian piano si allargano sul foglio, con l'odore che mi riporta a casa.
Destino, eccomi, aspetto che mi porti via, al di là del grigio, alla scoperta del mio sole.

lunedì 10 settembre 2012

“Io mi sento già da solo una coppia. Litigo con me stesso, mi parlo, a volte non mi sopporto, a volte mi faccio l’amore, a volte mi manco, a volte mi tradisco, capita che mi racconti bugie, che mi dimentichi degli appuntamenti, e spesso mi vorrei lasciare. Un sacco di volte vorrei prendermi una settimana di tempo da me stesso, senza sentirmi, per scoprire come mi sento.”    F. Volo

venerdì 7 settembre 2012

E' il regalo che voglio.

Le esigenze non hanno significato
o ne sono talmente colme che non lo si può decifrare.
C’entra solo l’età, forse.
Quando è sufficiente un bicchiere di latte per dire "calma"
quando bastano le parole che cercavi
quando capire non è una medicina ma il male
quando è chiaro che una bella sensazione è una tua voglia celata
ma è sbocciata. Ora.
Gli anni rivelano ciò che sei.
Troppo onesti o poco chiari.
E’ un punto di vista.
Tuo e della gente.
Il tempo contribuisce ad essere futuro,
quello che ti spetta di diritto.
Una fetta di torta, oggi,
è dolcezza e non pura materia.
E’ una notizia di ottimismo.
Va mangiata …e di gran gusto.


Happy B Lisuz!

Ho 29 anni !
E' ufficiale!
L'ultima tappa prima dei 30!
E mi dedico quello che mi piace 
perchè sono io che negli anni ho fissato mille volte il soffitto della mia camera
sono io che credo che tutto sia un incubo perchè ho paura
sono io che chiedo scusa se ho deluso
sono io quella incasinata
sono io che mi perdo sempre
sono io che però voglio sentirmi forte nei miei sogni.
Sono io che ce la faccio.

giovedì 6 settembre 2012

Agghindati.

Lo scatafascio è vicino.
Non intendo il dicembre tanto annunciato ma bensì l'arrivo al peggio dell'uomo.
Faccio polemica: tanto per cambiare.
Se c'è una cosa che mi riesce e mi piace in fondo è proprio lamentarmi su quel che vedo e sento.
Sono contrariata dal linguaggio.
Ok, usiamo tutti lo slang comune che comprende termini che spaziano dal "cazzo", "vaffanculo", "rompi vari organi" ecc... ma l'abuso di questo e "del più" è rivoltante e triste, tristissimo.
Mi fa innorridire la lode che si riserva per chi fa della modestia della parola (per fare un complimento) la propria arma di difesa...o la vogliamo chiamare forza?
Mi vien quasi da sorridere perchè sono ben cosciente del fatto che se uno si mostra grande sostanzialmente è un piccolo ma è agghiacciante la scia d'ignoranza che spesso si sceglie di seguire.
Guardo con che grazia ci si bulla del niente prendendo con sufficienza un'espressività vocale che dovrebbe portare crescita e non certo stasi.
Zero rispetto. Non dico per gli altri ma anche per se stessi.
Ci si dovrebbe voler bene e invece si fa di una terminologia superflua la regola per stare al mondo.
Andare per le strade, nei negozi, nei bar e sentire che troppe volte non si porta a conclusione una frase senza aver giocato la carta del "parolone" mi conferma che l'accessorio prende il sopravvento anche tra la la lingua e l'aria.

mercoledì 5 settembre 2012

Hey!

...Beh dille che mi mancano le nostre chiacchiere
Presto sarà tutto finito e sepolto insieme al nostro passato
Giocavamo all'aperto quando eravamo piccoli
Pieni di vita e pieni d'amore 
Certe volte, non so se sono nel giusto o in torto
La tua mente mi fa degli scherzi mio caro
Perché la verità può variare 
Questa nave porterà
I nostri corpi sani e salvi sulla spiaggia
Hey! ...

martedì 4 settembre 2012

Spesso mi chiedo che domande la gente si fa su di me.
Io sulle persone mi faccio i film, penso a quel che realmente sono perchè sono convinta che nessuno sia davvero come si mostra a te, nel bene o nel male c'è sempre un lato che uno tiene segreto.
Poi penso che forse è una domanda da una che si vuol sentire protagonista di qualcosa e allora mi smonto subito e realizzo che nessuno è davvero interessato a quel che sento o costruisco in questa sottospecie di testa. 
Però sarebbe bello aprirsi un pò di più, non parlo di me perchè non m'interessa farlo, almeno oggi la penso così, ma quelli che mi stanno attorno, sarebbe bello conoscere i sogni, le voglie inespresse, le vere idee che uno ha. Cristo, io vedo un velo nelle facce. Hai presente quando guardi un tizio e ti accorgi che forse c'è di più? Non si mente di proposito forse, si mente perchè conviene, senza voler far male, solo per stare al mondo come si deve. 
La sincerità non c'è mai fino alla fine. 
Dunque sembrare terra battura ma dentro sbriciolarsi è normale. E' colpa delle vene che sono fatte d'acqua e ti sciolgono in piccoli pezzi che sono le tue non verità e non ti formano, ti fanno essere un pò molle e sono convinta che se fossi realmente come sei saresti duro a morire. Capito, più o meno?
Si, cmq dicevo che la questione del pensiero degli altri individui sul mio conto mi fa stare un pò così. 
A chi non piacerebbe essere una mosca per sentire le opinioni quando tu non ci sei?
Sono un pò titubante di mio e penso al peggio ma credo mi farebbe anche bene.
Insomma, se senti un vaffanculo sincero ha un effetto quasi terapeutico, in caso contrario rischi di esser sempre ebete davanti alle verità.
Sta lì il dilemma grande del rapporto con la gente, il fatto di dire oppure no.
Io sono una di quelle che parla anche di notte, in varie forme, con la voce, con la penna o con la mente. Non sono mai ferma ed è un allenamento che non smetto mai. Credo di esser costante in maniera spaventosa.
E' anche colpa mia però, nel senso che sono come tutti se ci penso, ho un sacco di lettere che nessuno ha letto mai e forse sono la parte più sincera di me. Mi ci riconosco. Se mi chiedessero chi sono direi di aprirle. Ma come si fa a non essere inadeguati e imbarazzati? La paura è un mostro. Ti compromette la vita. Il timore di una reazione che non vorresti è più feroce della forza di un sentimento. C'è chi scrive di odio ma a me non è successo quasi mai. Allora l'esatto contrario dovrebbe essere gioia e condivisione ma tutto rimane piccolo, inesistente. Perdere il significato è un attimo. E' davvero una triste realtà. Io non la vorrei ma c'è. 
Vorrei che le domande, che ipoteticamente si fan di me, avessero le giuste risposte.
Ma se non mi conosci non puoi pretendere, non puoi avere la ragione.

Alla fine questo nasce diario giusto? 
Prima, alle 7:12 ero in macchina e guidavo verso i lampi, il cielo buttava giù pioggia e io pensavo che forse sto diventando grande.
Per una serie di eventi noti o meno noti pensavo alla mia crescita. Sarà anche che tra qualche giorno arrivo ai 29 e non ci avevo mai pensato.
E' come se qualcuno che sà mi dicesse che è ora che mi dia una mossa ma io mi chiedo...una mossa per cosa? per chi?
Mi sento una specie di pressione che forse non è il nome esatto, forse è solo uno scalino normale della vita.
Sono come Tiziano che in un libro dice che i suoi amici gli dicono in continuazione che ha 2 personalità: una da bambino da 10 anni e una da settantenne. Io mi vedo troppo spesso nella prima ma sono convinta del fatto che la mia forza sia dovuta alla seconda. Non ho la convinzione di uscire da questa idea di me perchè fondamentalmente ci sto bene nonostante gli altissimi muri da scalare. Ma la gente non la pensa così o più che la gente il mio 2 per cento che ragiona in maniera matura e consapevole che la vita ha un seguito e stagnarsi sulle persone o sui fatti che non meritano che il tempo dovuto ...bhè il discorso sarebbe lungo.
Mi chiedono cosa vorrei per il compleanno e vorrei starmene a casa a leggere, vorrei che qualcuno mi telefonasse, vorrei che mi portassero a sentire buona musica, vorrei sentire certe voci, nè vorrei sentire il tono impacciato e pieno di affetto. Credo di volere quel che mi spetta, non sono una che chiede tanto per la propria felicità, non l'ho mai fatto perchè so che la pretesa non porta a nulla ma la costanza ti regala piccoli pacchetti da scartare con cura. Non usi la fretta perchè poi un anno è distante, è lungo il prossimo arrivo. 
Mi sento un pò adulta ma è chiaro che non lo so se lo vorrei. Mi sento bambina ma è uno status della mia mente. Non so una di quelle sceme, inesperte e che credono agli gnomi (che poi mi han sempre fatto soggezione!), sono una di quelle tipo "io non ho paura" , una che si lancia in situazioni non consone all'età pur di vedere felice qualcuno. Di indole credo d'esser destinata ad esser triste per l'80 per cento ma credo che se non fosse così non sarei come sono, non amerei scrivere, non mi piacerei nemmeno.
Bhè quasi sulla soglia dei 30, me ne manca uno di anno, chissà cosa mi capiterà....
Intanto sta piovendo fortissimo ed io m'innamoro di momenti simili...

Oggi esce Nesli...è perfetto.