lunedì 30 aprile 2012


oggi va così!!!

Ventitreesima Lezione 24-04-12

Ecco come intendo "il ritratto" :


UNO

IO: sento di conoscerlo, di condividere all’unisono con questo corpo il tempo nella sua totalità. Appassionandomi ad affermazioni e giudizi voglio in cambio una lezione di vita. L’ innamoramento a semplici indignazioni o a rinunce intime mi regala un linguaggio non spesso comunicabile. Sono coinvolto tra la schiavitù della realtà e il fascino che spaventa. Uno.

TU: strettamente correlato all’io-me, l’individuo dal peso più rilevante col quale nasce la speranza d’invecchiare per poi ricordare. Hai un ruolo di bellezza vista senza paradosso e contegno. Ti sommi rappresentando quel che talvolta io non sono, sei consapevole di rafforzarmi e non resisto alla lusinga. Due.

LUI/LEI: amati razionalmente, distinguibili perché sospetti. Pieni d’inventiva per non cedere nella trappola delle regole, della gelosia, della disfatta, della sottomissione e della falsità. Intuizione e percezione da scovare. L’assenza del mostrarsi sottoforma di pensiero e la facciata colma d’identità riduce il gruppo dal presunto tre a due. Ancora pari.

NOI: descriviamo la gente catalogandola per ciò che è. Dalle rotondità del sedere all’intuizione di un patto chiaramente apprezzato. Comunicativi nel cerchio non penetrabile nascondiamo tra le mani gli alimenti del banchetto festoso. Mangiamo allo stesso tavolo brindando alla sufficienza indispensabile. Vino e allegria. Buono in bocca e nelle vene. Ipotizziamo che il tre sia davvero il numero perfetto.

VOI: severi come madri che guardano i figli dalla finestra della cucina, noi sporchi di terra e non pronti all’importanza e al confronto: infondo giocare farebbe bene pure a chi cresce mentre elemosinare perdono no. Quattro carte “ComeQuandoFuoriPiove” e tocca scoprire dietro quale facciata siete. Rossi o blu. Amori in cui perdersi o nobili viziati?

IO guardo il TU e il NOI e la corporeità delle vie della mente mi vogliono attento: sarò individuale.
Nonostante mi accorga di due entità piacevoli, interscambio la certezza con l’accoglienza di una più intima e affascinante amicizia: la mia.
IO.
Ritratto delle verità, spalleggiato da contorni, per quanto puri, illusori. Come posso descrivere adeguatamente un altro io? Dovrei smettere di conoscermi.

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Non mi andava di descrivere qualcuno ma generalizzare sul fatto che forse tutti abbiamo un Io, un TU, un Lui o Lei , un Noi e un Voi!!!

Per la settimana prossima richiesto "un cambiamento".  

sabato 28 aprile 2012


Senza voce dal concero della Nina ma che dire....grande donna, grande voce, grande serata!!!....

martedì 24 aprile 2012

Non sopporto.

Non sopporto chi vuole per forza un posto in prima fila nella mia vita. 
Non sopporto chi intende sapere chi sono illudendosi di conoscermi.
Non sopporto chi espone giudizi senza aver nemmeno chiesto la mia opinione.
Non sopporto chi fermenta in silenzio e scoppia come un botto anche se non è capodanno.
Non sopporto l'ostinarsi a credere che l'esser sfacciati è indiscutibilmente sinonimo di forza.
Non sopporto chi invade i miei silenzi giudicandoli semplicemente mancanza di coraggio.
Non sopporto la voglia di credersi al mio pari predicando una somiglianza se non si immagina nemmeno la storia che mi ha dato questa forma.
Non sopporto concedermi a chi non reputo rispettoso.
Non sopporto la forzatura in tutte le sue forme.
Non sopporto la mancanza d'aria che l'esuberanza spesso implica.
Non sopporto chi mi parla di sè escludendo tutto il resto.
Non sopporto chi non mi guarda negli occhi.
Non sopporto chi non riesce a capire il mio linguaggio spesso inesistente ma talvolta, sia chiaro,  è la base delle mie idee.
Mi pare chiara la spiegazione.

venerdì 20 aprile 2012

Caramelle.

E' la ghiaia della via che se cadi ti fa male alle ginocchia,
e ti controlli per non ferirti.
La tolleranza accompagna la schiavitù
e l'intento si volta ad ovest
dove c'è la casa dell'aldilà.
Il trapasso invisibile
e la protezione che vive.
Una parte sommersa si fa spazio.
Due lacrime, due ali, due baci, due intenzioni.
Negli occhi caramelle.
S'addolcisce l'amarezza.
Il dolce gusto
la soddisfazione del sapore.

V Come

‎"lo scrivo mentre stai seduta con davanti pinguini danzanti, agnelli che 

rimbalzano e carote croccanti, gli occhi di un colore che non c'entra nulla 

col nostro, tu non sei una creaturina tu sei un piccolo mostro."  B.M.







Bassi mi fa piacere pure i pinguini manco fosse la Disney!

Tutti sanno cosa fare.

Guardo in là
dove dicono che sorge il sole
ogni giorno
almeno lui.

Ci vorrebbe qualcosa da dire
che tolga il fiato a chi non se lo aspetta
per darmi luce
sarei così bella.

San tutti come muoversi.
Davanti ad un miracolo
non si pensa
si agisce
lo si aspettava.

Al mattino
ancor prima di essere me
pura e non conosciuta
amo
il tempo di una canzone.

All'ultimo respiro- Club Dogo-

giovedì 19 aprile 2012

Lei.

Saran state le 3 della mattina o giù di lì. La serata era andata bene. Una di quelle che parte normale senza troppe aspettative e alla fine ti ritrovi a far quel che ti riesce meglio, sia nelle parole, che nelle battute, che in un letto. Meglio di così credo che lei non sia stata mai. Me lo dico per ricordarmi che tutti i momenti dove mi sento un coglione si possono cancellare tranquillamente senza tanti ma o se. Mi son pure messo a correre per la strada perchè lei mi faceva il solletico sul fianco ed è una cosa che ho sempre odiato ma lì ci stava, alla fine avrei potuto correre pure le altre volte ma non mi è mai venuto in mente. Forse nessuno mi avrebbe rincorso. Lei sì. Trovato il motivo. Se mi avessero visto quelli del bar avrei avuto la faccia da ebete che mi ritrovo dopo aver scopato, quella che ti ricordi solo nel momento in cui devi prendere per il culo qualcuno, per fare un esempio insomma, per aver un riferimento che vale il tempo di una risata. Avrei fatto una battuta anch'io sul mio sembrare non io. Tanto anche loro ci cascheranno prima o poi. E' bello averla sopra di me perchè la posso guardare ed è tutto quello che mi serve in quell'istante. Il dopo non arriva, nel senso che non finisce nulla, c'è solo l'estensione del tempo. Pazzesco, ed io che fin da piccolo pensavo che al massimo potevi godere per 30 minuti e dopo ciao...e quando andava di lusso! Mi turbava solo una cosa, non ci volevo cadere nella trappola dei paragoni ma non ci posso far niente. Mi passava per la testa di immaginare lei quando non stava con me. Mi chiedevo se un altro uomo la guardava così. Che sia tremendamente bella è oggettivo ma il soggetto ics diverso da me poteva esser migliore, che poi che vuol dire! Perchè lei era con uno come me? Alla fine non son nemmeno così bello, stravagante, ribelle, coi soldi o altro...quello che le donne cercano per intenderci. Ci doveva esser un punto che mi sfuggiva. Ma non sarò mica speciale?? Parolone che non so mai che cazzo vuol dire. E' una gran complimento immagino ma non me l'hanno mai spiegato veramente e io le cose che mi riguardano le devo capire per bene senò mi sento che mi fregano. Qua stava il problema. Ci doveva esser qualcosa che non mi era chiaro. Sulla tabella di marcia potevo fare il simpatico, sparare due stronzate e rubare un bacio ma poi morta lì. Invece macchè! Molto di più. Ci sono uscito un bel pò di volte e mi piaceva pure, mi piace ancora eh! Avevo bisogno di lei, ogni volta di più, mi serviva, aveva quell'odore che non vi so scrivere qua ma che solo certe hanno. Non vorrei sbilanciarmi ma era quasi pazza di me. Mi guardava divertita e ci ridevo su. Mi elogiavo mentalmente. Ero come quelli che vedi che ce la fanno. Io sono stato per la maggior parte della mia adolescenza (che è durata fino ai quasi 30) uno che sembra fermo li, che non si schioda, che dice che va bene basta che della roba arrivi e invece una sera mi son guardato prima di farmi la barba e mi son dato una pacca sulla spalla per complimentarmi. Mi piacevo un pò di più. Allora arrivo alla conclusione che per sentirsi all'altezza di un mondo leggermente migliore (che è meglio che non mi sbilanci) ti serve qualcuno come lei. Ha la pelle liscia. I capelli del colore che vuole e il sorriso quando lo cerco. Non sono uno che piange con la gente ma lei mi ha detto che faccio bene ad esser così basta che non metta anche lei in questo cerchio di miscuglio di facce. Infatti l'ho già detto che è bella come nessuno. Ne ha pure il diritto, mi pare il minimo. Io l'ascolterò. Infondo io la amo.

Questa è la mia vita -Ligabue-

Cos'è?

Ho creduto.
Mi rovescio nel default delle pulsioni negative che ho
che puntualmente mi strappo dal cuore
le metto qui
e mi costringo a guardare per davvero.
Caldo.
Non vivo se sei solo tra le mani.
Rimetto dentro e obbedisco.
Voglio esser complice nella quiete e nella colpa.
So esser quel che dico
conosco la gloria
e non la confondo col sacrificio.
Ho guardato.
Io e te
i maestri che trovi se sei pronto ad imparare.
La traiettoria chiede uno scopo.
Sto partecipando al domani
e nemmeno lo so.
Senti
c'è una voce che accompagna lo spirito,
eterni battiti oltre i passi
un vecchio modo per piacere.
A volte respiro.
Non sono mai arrivata in tempo.
Il mio unico problema.
Mi manca qualcosa
e nessuno che mi dice cos'è...

Come le onde.

Ieri sera ultima lezione di musica/psiche e mi son trovata un pò senza parole.
Intanto vi propongo il brano in questione e poi ne parliamo anche se ci starebbe silenzio e nulla più.
Trattasi di Le Onde di Ludovico Einaudi.


Io dico grazie perchè esiste questo tipo di musica, parto dalla delicatezza che t'impone tale suono.

Ascolto e non farei altro tutto il giorno.Va bene qualsiasi cosa, se dovessi scegliere vorrei per me le storie della gente perchè proverei le loro emozioni e le sommerei alle mie, quelle che già conosco, che mi fan star bene e male. Vorrei sentire voci come musica, scovare la parte narrativa anche dei silenzi e studiarli per crescere. Per me. Chi lo sa come sono dentro gli uomini. Io me li immagino ma non conosco certezze. La supposizione è la fantasia che mi abita. L'immaginazione è l'arma che spesso ingigantisce, credete che non lo sappia? ma io vi dico che penso in grande, per me e per chi mi gira attorno. Se trovo poco poi di ciò che avrei voluto vedere, non importa. Gli anni son fatti per recuperare. Dicono in tanti questa frase e m'han costretto a crederci. Vorrei abusare anche di esperienza non mia, sapere e ammirare quel che mi sto perdendo. E se potessi insegnare qualcosa? Qui o in un'altra dimensione? Dove non ti tocchi e ascolti solamente oppure dove il contatto non ti molla. Mi piace pensare di essere un vasetto di colore, quello che ti piace di più, potrei dare un tocco nuovo, farti vedere il solito bianco sotto una nuova prospettiva. Io mi dico, o meglio mi chiedo, che ci faccio qui!?? E' stato il tema della serata. E' proprio vero che ad ognuno corrisponde una persona, uno scopo ecc...? E' come l'equazione in matematica? Uguaglianza.Mammamia l'ho quasi sempre snobbata! non son tanto brava e astuta in determinate cose. Sono da calcolatrice e non da divisione con la stanghetta. Che non mi venga in mente. Sono un mostro nelle espressioni e mi chiedo se ci sia un nesso tra questo nome che raffigura parentesi e righe e a capo e i punti di sospensione e il lavoro che ti fa scindere una sola importanza: il tuo risultato. Voto il significato nella sua forma letterale. Forse son qua per aprire bocca e farmi gli affari degli altri, buttarli su un foglio a gambe incrociate sul divano, ricopiarli su un blog e lasciarli lì. Qua insomma. Cerco di risolvere. Perchè non lo so nemmeno io ma questo è.Magari sono quello che non saprò mai. Posso intuire una strada ma serve l'aiuto di qualcuno. Mi sfamo con la curiosità, se non esistesse come termine sul dizionario non saprei che fare. Non mi è piaciuto mai dipendere ma l'ho fatto inconsciamente per quasi 30 anni. Ammetterlo è una perdita di ciò che dico o forse coraggio? Mah, dipende dai giorni e se ce l'ho o meno con qualcuno! Osservo da qui dentro tutto ciò che passa lì fuori ma a che serve una sbarra sullo scorrere dei giorni se cerco altro? In me vivo. Per strada ci metto un piede e rischio di sbagliare. Eppure a volte sogno vedere la porta aprirsi. Forse sarebbe coraggio che non ho. Cosa so fare? 
e me lo chiedo di nuovo. Di questo, dicevo, si parlava...
Calma, impetuosa, trasparente...
Sono come... le onde...

Hai detto.

Hai detto che la custodia è conservatrice senza confine
educhi all'arrendevole fragilità
dai sapore.
Hai detto che partire è esistenza
stai seduto laddove il mare non mostra fine
nemmeno chi ti ha preceduto l'ha vista mai.
Risuona il campanile
ti chiama il paese della nascita
ripropone il battito
dà intensita al trascorrere riservato.
Hai detto che si deve viaggiare
separazione e unione.
Hai detto che non rincorrerai
è tutto lì
anche le lacrrime che non immaginavi.
Cosa fai ora?
Riveli memoria a principianti e assenti.
Prosegui per natura.
Hai detto.

mercoledì 18 aprile 2012

Presentazione Padania Afterhours@Fnac

Bhè che dire!
Tanta roba Manuel, Giorgio e Rodrigo!
Questo album dicono sia la voglia di cambiamento, l'impegno nell'essere diverso forse, sbarazzarsi di qualcosa per star meglio finchè poi arrivi ad un punto che ti fermi e dici "cosa sto facendo?" sei talmente impegnato a correre che non ricordi nemmeno più il perchè sei lì.  Averlo a 2 passi che canta ad occhi chiusi cose come Bianca o Quello che non c'è, Ballata per la mia piccola iena ecc...è stato come isolarsi improvvisamente da tutto. Sono un pò romantica per queste cose, si sa!
Manuel è come le sue canzoni, ti basta poco per capirlo. Lo senti parlare e ti sembra che stia scrivendo il prossimo testo che ascolterai dal computer domani mattina in ufficio. A parte due parole in croce glielo potevo dire che sa di poesia, che fa parte delle mie emozioni, che ha la capacità di captare la sottile linea che spesso uno non vuol vedere ma che sa benissimo che è talmente prepotente da farti pensare troppo, che è malinconia e amore, che è percezione di cambiamento senza dimenticare chi sei, che è il modo sfacciato per dire a qualcuno che sei uno con le palle ma forse dentro sei tutt'altro, che è caos e pace. Insomma, però, un bacetto me lo son portato a casa dai!  ;)
Vi regalo un paio di canzoni per iniziare bene il pomeriggio!






Ho iniziato ad ascoltarlo, non vorrei azzardare ma mi sa che sul podio ci sono Nostro anche se ci fa male, Padania e Costruire per distruggere...ma posso cambiare idea!



lunedì 16 aprile 2012

Midnight in Paris.

Sarà che ritengo Woody Allen uno dei geni del ns secolo, sarà che quel suo essere un pò buffo e distratto lo rende ancora più interessante ma è un regista che mi fa sognare, insomma come dire che Tarantino mi da carica, i fratelli Vanzina mi ricordano cos'è la banalità e Allen mi regala una mente libera! Dicevo, con un pò di ritardo ho avuto modo di vedere Midnight in Paris e (lasciatemi azzardare) avrei voluto scriverlo io! Insomma, già il fatto che uno ha un "negozio nostalgia", che alla mezzanotte scatta l'ora dove dei tizi mai visti ti vengono a prendere per portarti indietro nel tempo, dove te la bevi con Hemingway e Dalì con blocchetto alla mano pensa a te per un disegno....irreale e magico. Poi Parigi sotto la pioggia è Parigi sotto la pioggia. Mi son ricordata subito di quella libreria nei quartieri latini con l'odore della carta che mi riempiva i polmoni. Voglio catapultarmi in un'era che non è questa cybernetica dove sono ora. Tra pc, IPhone e digitali mi manca la calma del camminare con qualcuno di sconosciuto che prova a guardarmi come non fossi un alieno nonostante l'abbigliamento diverso degli anni 2000, qualcuno che si lega a me per una passione comune come la pioggia o chissà quale altra banalità. La ricerca del conoscere altri mondi, la curiosità, la semplicità, il partire con chi non hai mai visto ma senti parte di te. La fiducia. Azzardare una sensazione e non rimanere delusi mai. Provo a sedermi su quei scalini e vedere che succede...Consigliatissimo! Sono decisamente Owen Wilson! Per una volta in vita mia mi sento bionda!

La vedova bianca -Afterhours-

In attesa di domani...


Ventiduesima Lezione 15-04-12

Bello il tema del silenzio e del tempo che parla. L'avevo già espressa la mia attenzione per questo argomento. Mi han dato delle soddisfazioni le cose dette dopo averlo letto...  :) Mi è piaciuto...
Eccolo:


LA CHIAMI ARIA!

Sarei dovuta andare a fare il solito giro inutile, di quelli che fai quando non sai come occupare il tempo ma oggi c’è l’aria calda per strada e posso pure illudermi che le gambe non mi portino dove sanno ma a loro piace dondolare e a me tutto ciò non aiuta a fingere! Ti chiamo? Non ti chiamo? Mi siedo sospesa tra l’imporsi del sole e un amore che è cominciato d’estate e vive senza mare. Qui nella testa, qui tra il ballare dei petali e una sagoma muta: eppure non era nata così.
“Cosa c’è???”
“Te l’ho detto che mi piace guardarti!”
“Dai dimmi…!”
“Credi sia stupido aver 30 anni e starsene qua su un’altalena diroccata? Sì, insomma si potrebbe fare altro!”
“C’è l’aria calda. E’ perfetto!”
La più banale delle frasi diventa portavoce di un sentimentalismo adolescenziale dove l’infatuazione delle parole è lo strumento di riflesso in un altro volto. Sei uno colto e un po’ anch’io e usi la fermezza di un professore che non si concede al sapere della prima delle classe per orgoglio. Suona la campanella e sei libero come me. Con gli occhi assopiti mi spogli dal trucco che, ad un tratto, non metto.
Con la scarpa faccio i cerchi nella terra. Ne usasti uno come “mezzo di comunicazione” per esprimere gioia. O era paura di me?
Penso ai dubbi nascosti nei tuoi sogni e violenti come frecce in lunghi respiri.
Oscillo senza epoca ma con l’inganno che s’impadronisce di chi non vuol vedere. Incondizionatamente ci stiamo ancora consumando perché io sono dov’eravamo e sei tu che m’hai concesso di trovarci.
Anche questa primavera non rileva nessun sussurro sconosciuto perché mi guardi senza aggiungere nulla, abbassi la testa e fai un paragone. Vita, vita, cazzo è l’esame che impone la vita! Perché non posso esser solo un istinto che si fa abitudine? Infondo lo vorrei. Lo desideravo anche se un tocco sembrava troppo e l’aria calda seccava le labbra inumidite. Non l’ho mai trovata perfetta come sostenevi tu. Aria: a me sembra un voler spazzar via, un non voler vedere. Forse era proprio l’intenzione studiata a tavolino. Certo, affina il desiderio ma dovevo farmi bastare l’averti di fianco, sentire l’odore delle mani sfregato su una fune e sperare di sedurti sdrammatizzando sul groviglio dei miei capelli azzuffati tra gli occhi. Odio il vento che mi mormora nelle orecchie quel che tu non dici e finché riempio il secchio di sassolini ti soffio in faccia il cotone di un fiore che scivola sulla corazza impalpabile che tieni ben stretta. Mentre immagino che mi vorresti abbracciare divento polvere tra le tue mani. E’ così che sono tua. E’ così che mi piace essere tua.
“Si capisce quand’è amore” ti dicono, eppure le radio sono piene di frammenti di musiche, di dialoghi generalizzati senza soggetti che conosci, affetti che non usano voce, di gente che subisce. Mi sa che è l’esatto contrario del volere forse. Siamo tutti uguali. Il mondo ci copia, lo capisci? Non usare la paura!
Tra calcio, uscite e aneddoti che già conosco avrei bisogno di più poesia, di frasi scelte sapientemente e invece mi brucio con la pesantezza delle speranze che si barricano tra le griglia dei tuoi occhi e non volano libere sull’albero che ci ha sempre riparato.  Mi son concessa la magrezza di una grandezza per poter godere di te. Se oggi fossi qui ti costringerei a vivere senza cercarmi in chissà quale strano contemplare. Mi ammiravi ed ora c’è un posto vuoto, nessuno che mi spinge verso l’alto azzardando la voglia di toccare un ramo, nemmeno il timore di cadere e farmi male. Traspariva un narcisismo che rifiutava la sensazione di aver bisogno di me, una punta che debole disturbava i tentativi di non limitarti : ero io dannazione!! Eppure mi volevi ma cercarvi di vivermi nell’istante adatto a te. Il tempo non ci aspetta mai. Lo so perché me la sono messa come regola. Che ci faccio qui? Ora senza scarpe, con una gonna che non mi sta poi nemmeno bene, con una maglia che mi compre come un’ombra, alla ricerca della chiave per un mondo interiore e sconosciuto. Vedo il tuo nome e sento che mi circonda l’aria del ricordo.
“Devo andare!” mi avevi detto. Sempre fugace: gocce di sudore e di essenza. Un salto voleva dire riprendere la strada sbarazzandosi dello spazio appena nato nel cuore. Aperto e chiuso: come una ferita continua che tace come una bocca assetata. Mi resti accanto per il dono che solo tu sai darmi e non capisco nemmeno il perché! Mi gira intorno l’occasione di ribaltare lo spazio tra noi aggiungendo un suono o del semplice coraggio ma sarebbe la solita vecchia storia. Io che la timidezza so cos’è solo se ci sei tu ma massiccia la scaravento sull’idea di un tuo sbaglio. Eppure ti ho amato per come ti sai esprimere. Credo di essere pazza! Vai a capire se è colpa del profumo dell’erba o della terra bagnata, tanto poi arriva la solita brezza e sistema le stagioni e anche i miei anni.
L’aria calda mi porta le voci dei bambini che alle 4 del pomeriggio escono a giocare e io me ne devo andare. Che ne sanno che questo prato è la collina degli indugi e dei silenzi? Dovresti dirglielo tu che qui si viene solo a parlare d’amore.


Non so ma è come se fossi sulla strada giusta, ma credo dipenda dalle motivazioni che mi spingono a farcela per quanto possibile. Per strada giusta non intendo di esser arrivata chissà dove ma ho la netta sensazione di crescere pian piano in una vita parallela che dimostra a me stessa, prima che agli altri che io sono quello che scrivo, quello che la gente legge, quello che sento per davvero. Prendo sul serio un percorso che mi sta donando tanto. Mi piace metter le mani in pasta, sentire che ci affondo con grazia e prepotenza quando serve. Oh dite quello che volete ma queste sono le cose belle della vita! Meraviglia.  

Tema per la prossima volta: un ritratto. Descrivere con i ns occhi qualcuno. Uuuuuu ce n'è da dire..basta decidere il soggetto con più elementi disponibili!!

sabato 14 aprile 2012

Il rumore dei baci a vuoto -Liga-





Nel tunnel della mia settimana "silenzio che parla" mi pare che tutto remi verso questo senso. Nei giorni dell'uscita del nuovo libro del Liga "Il rumore dei baci a vuoto" io sostengo i cantanti che fanno parte della mia vita in musica leggendo quel che dicono. Non sono una da grandi nomi della letteratura perchè fondamentalmente non mi rappresentano. Leggere è sentirsi parte di un mondo che potrebbe anche essere il tuo. Scrivere è il regalo più bello ed intimo che una persona possa fare ad un'altra, l'ho sempre pensato, perciò non mi precludo nemmeno questo libro. Infondo il Liga a me ha sempre fatto star bene. Mi ricorda il mare, le mie paure consolate da persone speciali che, nonostante, gli anni, mi accarezzano ogni volta che le incrocio per caso o per voglia. Mi ricorda che il divertimento è unico e indimenticabile, quel divertimento che ti fa chiudere gli occhi in mezzo ad un casino di gente e ti fa sorridere da sola, sorridere dentro perchè è un sorriso per te, di quelli intimi. Mi ricorda che amo quella sorta di rock pronto a farti innamorare. Io ho sempre cercato una musica per me...

 "Ti lasciavi andare. Ti consegnavi a un destino che nessuno ti aveva confermato. E lo facevi da sola. Come non volessi ricordare che, qualunque fosse stato il cammino, qualunque la meta, io ci dovevo essere."



venerdì 13 aprile 2012

5x1000

E' tempo di denuncia dei redditi...olè!
Siccome siamo tenuti a donare il 5 x 1000 a qualcuno, per chi volesse, esiste un qualcuno che è meno fortunato di noi. Parlo principalmente dei bambini dei paesi poveri come la mia piccola Chenchukrishnamma dall'India.
Insomma, il tema mi sta a cuore perchè infondo infondo sono quasi mamma!

Fate una buona azione che tanto a voi non cambia niente!

Stai leggendo...


A Pasqua con chi vuoi!




giovedì 12 aprile 2012

Nel bene o nel male

Ventunesima Lezione 10-04-12

Una lezioncina all'insegna del noir quella di martedì. Ovviamente, essendo mancata la volta prima, non ho interpretato nel modo corretto la "serialità" richiesta! Pensavo s'intendesse una continuità e ho pensato ad un diario invece era una sorta di episodio come nei telefilm o nelle più classiche soap alla Beautiful! Vabbè ho portato la nostra amica ossessione!

Andiamo!


FUORI LA PENNA!
Il Dottor Bico sapeva ben distinguere il carattere delle persone: oh si che ne era in grado!!!
“Signorina Molly che mi dice della paziente entrata in reparto ieri?”
“Le è stata fatta l’iniezione da Lei richiesta Dottore”
“Bene, aggiungo un paio di ics alla cartella…Scusi, ha una penna?”
“Certo Dottore!”
Ecco, un semplice tubo di plastica perforato che non sa né di carne né di pesce, al primo tratto nessun segno: non prende appunti eppure è laureanda dunque il suo lavoro non sarà passione ma voglia di uno sfizio a fine mese. Non va bene! Superficiale!
Il Dottor Bico credeva fortemente che una penna corrispondesse ad una persona. Effettivamente chi non ne ha una? Il modo in cui la si usa, ci si prende cura di lei, la si dimentica … ogni gesto parla di noi.
La moglie conosceva il desiderio nascosto del marito ma puntualmente glielo rammentava: era quello di non aver vissuto negli anni 40 e aver avuto per primo la genialata del pallone che, uscendo dalla pozzanghera, crea una scia. La biro era polemica all’ora di cena o all’ora della lista della spesa del venerdì. Una mano sul cuore e una sulla sopportazione e avanti. Tutti hanno dei difetti.
Al mattino, Bico con giacca con taschino bene in vista e punta scintillante appena sporgente, entrava al bar, toglieva dal portafogli una banconota da cinque stropicciata e ordinava il caffè. Non sedeva mai per il timore della cameriera con annessa ordinazione su carta. Una penna a righe gialle e nere con tappo blu morsicato gli avrebbe rovinato la giornata ancor prima di entrare al lavoro.
L’ospedale era un ambiente degno delle migliori stilografiche sul mercato.  Lì ce ne sono di primari e persone di un certo grado e una buona firma è un buon biglietto da visita con i pazienti. La sicurezza è la lucidità senza aloni, la serietà il color cromato alternato al tono scuro, la prontezza mista all’umanità è un tratto appena obliquo ma scorrevole.
Al pomeriggio era spesso libero e la figlia sfruttava l’intelligenza del padre per temi e formule matematiche.
Lui amava Anita ma c’era da lavorare se si voleva parlare di “riconoscersi in un oggetto”: era una cosa importante!!
“Devi capire la penna che fa per te! Ce ne sono 40 sul tavolo e in continuazione ne impugni una diversa, devi  seguire una strada, devi riconoscerti e darti un tono già da ora”
Anita sosteneva che lei era una ragazza d’altri tempi e sognava una piuma d’oca e dell’inchiostro come nel migliore dei romanzi ma non era possibile. Era furba. Era brava a rendere orgoglioso di lei suo padre calmando le sue passioni-ossessioni.
Tutti conoscevano l’attenzione, la meticolosità e la prudenza del Dottor Bico. Proprio tutti. La suocera quando lasciava un biglietto sul tavolo prima di uscire, i parenti quando faceva loro visita e si intratteneva all’entrata in zona telefono e porta penne,  chi sfortunatamente doveva far una costatazione amichevole in mezzo ad una strada, il dentista che rilasciava la ricevuta o l’albergatore del solito hotel al mare. Il prezzo incideva categoricamente sulla questione disciplina e temperamento. Una Mont Blanc da 2000 euro se la poteva concedere un  uomo di stile pronto a lasciare un segno, una Pilot a tratto fine poteva dare ad uno studente un livello di serietà maggiore rispetto ad una Bic blu in scatole da 50.
Era una questione di scelta, di natura, d’impronta, di attributi.
Il diario di mamma parla di lei: 5 lettere di costanza! Ogni pagina, ogni episodio, ogni personaggio è stato toccato dalla passione di mio nonno.  Non c’è storia che non riporti un aneddoto o un’uscita dai ranghi dovuta all’impeccabilità di una punta affusolata, ad un click di un bottoncino là in cima, ad una molla che nessuno vede, ad una scatola di pregio.
Una penna diviene una costante in ogni sequenza di vita, dà piattezza o rumorosità nei ricordi letti tra pagine solcate da chissà quale prescelta. Si lascia una testimonianza di noi anche in questo modo, scegliendo la nostra compagna e tracciando un cenno di noi per esasperare gli altri!!! Almeno, così han raccontato a me!
Santa donna mia nonna!


Son tornata a casa con una bella musichetta nella testa. Le parole scandite da Ongaro nel leggere un brano della scrittrice africana Nadine Gordimer mi hanno ammaliata. Lei, riesce a capire un uomo da gesti che lui prova a mascherare, lo accetta nonostante i suoi comportamenti, lo ama per come sa essere solo con lei, lo protegge forse, capisce che un essere umano può avere debolezze anche non giustificabili ma si è comunque predisposti per il difetto e va bene così. Non so se sia una donna rassegnata, ma credo sia solo forte. Un atteggiamento impensabile se lo si vuol metter in pratica ma, cavoli, la forza di quelle righe ti apre gli occhi e ti da il coraggio di ammettere che forse siamo tutti un pò uguali negli errori, nella voglia di nasconderli, nel desiderio di star bene. Consiglio a tutti "E' il tempo di decidere" tratto dal libro "Amore e altre cose".

Compito per domenica (qua si va a scuola anche nei festivi!!) ...il tempo! 
E qua direi che l'argomento mi alletta alquanto! Il tempo inteso come il classico discorso da ascensore dove si parla e non si dice nulla...oppure dove si parla di poco per dire molto? Proviamo a vederlo sotto un ottica più completa e diversa. E come dice qualcuno:  "Siamo qui ora come lo eravamo un'altra volta in cui il tempo era diverso o uguale, come lo saremo di nuovo spero, ti guardo negli occhi e riesco solo a guardare il terreno e a parlare di funghi, invece di dirti che ti amo. "

Adoro il tempo, l'ho sempre aspettato, maltrattato, odiato e venerato! Non mi piace la frase "il tempo sistema le cose" perchè questo sistemare, la mia testa, lo interpretata come qualcosa di negativo, che mi fa male. Ma il gioco del tempo è inevitabile, ci si deve passare nel limbo del non sapere dove si è. E' amore e odio. Fermarlo? Molte volte avrei voluto poterlo fare ma non avrei più visto quel che c'è dopo...e allora è giusto così.  Mi ha portato silenzi che non colmeranno mai giornate piene di frasi continue e mi ha regalato parole come sacchi vuoti, da piegare, che non serviranno più. Io che desidero la pace e il non suono più di qualsiasi altra cosa mi nutro di occhi e gesti più che di un insieme di lettere. Scrivere non fa rumore, cade qui la mia scelta. Grande tema mi attende!




Ti dedico tutto -Biagio Antonacci-

Alla radio io alzo se mettono questa.
Di una dolcezza infinita...
Buongiorno a chi ha qualcuno a cui Dedicare Tutto...




Ogni volta ti guardo e capisco il regalo 
l’abitudine spesso sbiadisce i colori 
anche se non ci faccio più caso lo sai 
certe volte il mio vivere è troppo ingombrante 
ma ti posso portare da qui a dove vuoi 
illudendoti forse che a tutto si arriva 
e magari rubarti al tuo mondo che è pieno 
oggi sono me stesso e ti dedico tutto 

ho sentito profumi che portano nausea 
ho cercato calore da chi non ne aveva 
ho pregato la notte col sole finivo 
sono stato un disastro per chi mi ha creduto 
tu mi hai preso la mano e mi hai detto proviamo 
cosa abbiamo da perdere è tutto già scritto 
io ti ascolto sognare io sono nel sogno 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 

il mestiere si impara il coraggio ti viene 
il dolore guarisce la tempesta ha una fine 
ma diverso è sapere la cosa più giusta 
siamo naufraghi vivi in un mare d’amore 
e viviamo pensando e scriviamo canzoni 
benvenuti nel secolo delle illusioni 
ci sarà prima poi la sentenza o il giudizio 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 

se mi vieni a cercare mi sento più fiero 
se mi metto a studiare mi sento in vantaggio 
quanta pena ha negli occhi non prova questo 
sono stato
davvero baciato da un Dio 
è per questo che vivo con molta paura 
tutto questo potrebbe di colpo finire 
ma poi penso ogni cosa ha una fine sicura 
quindi non me la meno e ci metto passione 

la passione è la forza che lega le teste 
e a quei corpi noiosi da spirito e luce 
se mi fermo a pensare agli errori che ho fatto 
mi si spengono gli occhi e mi cerco nel sonno 
io ci credo davvero non sei solo sesso 
sei conquista e traguardo involucro vero 
dove vengo a nascondermi quando mi pento 
è per questo che adesso ti dedico tutto 
ti dedico tutto 


mercoledì 11 aprile 2012

In versi.

Quando non c'era più nulla da perdere
ho inventato
ho chiamato la stimolante timidezza "Poesia".
Anche se smetti di cercare
le cose accadono
scrivendo ami
conosci le pene
perdi una colpa
ritrovi un'assenza.
Il momento adatto per rimanere
affrontando le righe
anniento l'istante in cui mi perdo
ed è vera la malinconia
la commozione
la rinascita.

venerdì 6 aprile 2012

Buona Pasqua


Quest'anno la Pasqua cade in un periodo in pò così per quanto mi riguarda.
E allora mi auguro di trovare dentro l'uovo che scarterò un sorriso da chi da troppo tempo non vedo per far sembrare tutto un pò più dolce.

Vi bacio.
Lisa

Lloyd - Dedication To my ex- Ft Andre 3000

Nonostante il mio essere ko un giorno si e uno quasi mi regalo un pò di movimento: chissà che non porti bene per questo weekend!
Andre è sempre Andre!!! Quando canta lui io mi incanto!!

giovedì 5 aprile 2012

Come as you are -Nirvana


Il 5 Aprile del 94 se ne andava uno che la musica la sapeva fare.
Quante sere sul mio letto ad ascoltare questa canzone dalle cuffie del mio walkman: sogno.

Non ero al bar Brà!

Questa settimana, dopo anni e anni, ho fatto berna!
Niente corso vedi cause maggiori. Probabilmente è stata una coincidenza (per rivangare i temi passati) dovuta al fatto che non avevo nemmeno fatto il compito sul sacrificio. Non mi piaceva l'argomento perchè l'unica cosa che mi è venuta è stato il cannibalismo! Più sacrificio di quello! Mi sento in un periodo di estrema bontà perciò non voglio nemmeno rovinare tutto!
Compito per la prossima lezione è scrivere un racconto seriale. Per ora mi vien in mente solo il cavo! comunque qualcosa faremo visto che l'esempio mi ha fatto ritornare alla mente il mio amato Marcovaldo di Calvino! Buon vecchio Italo!
Stupita nel sentire nei vari ed esaustivi racconti che qualcuno ha preso un pò spunto dalla mia droga da neologismi per scrivere il proprio testo...davvero grata! GrazieGrazie! Sapere di esser caratterizzati da un certo tipo di linguaggio che ti etichetta un pò, sinceramente mi piace. 

C'è un'altra bella notizia però. Una piccola soddisfazione di fine anno. Maggio si avvicina e porta la fine di questo primo anno del corso di scrittura, nell'attesa di affrontare il prossimo con la pubblicazione del libro, ci sarà una piccola "festicciola" di chiusura aperta a tutti. Martedì 22 maggio dalle 18:30-19:00 al Foyer di Giulietta (Via Cappello insomma) dove ognuno di noi (parlo della mia classe) porterà un racconto scritto durante questi mesi. I colleghi attori sicuramente interpreteranno al meglio le nostre storie...Una bella iniziativa che il Teatro Nuovo ci dà la possibilità di condividere con chi vuole bene a noi o alle parole su carta, con chi vuole passare una serata diversa o chi percepisce questa passione che mai mi abbandonerà...
C'è tempo ma arriverà in fretta....

Lisa

lunedì 2 aprile 2012

Tre...

...quando scopri che il 3 è davvero il numero perfetto...
Pensiero del week end e del giorno:  

NON AVERE LE PALLE NON E' PRETTAMENTE FEMMINILE. 
NON PARLIAMO CERTO DI GENETICA!