mercoledì 30 novembre 2011

La mia arte la pago con la mia vita.

Stavo pensando tra i conti di fine anno e una carta intestata che la "mia arte" la pago con la "mia vita".
Questo per dire che se ripenso a tutto ciò che scrivo lo vedo direttamente proporzionale alla mia condizione normale di esistenza.
Io devo stare male anche se sto bene. E' questo che probabilmente mi frega o mi aiuta.
Non potrei esporre dei concetti o stilare un discorso se non fosse così.
La sofferenza è la mia arma vincente. Nonostante io sia portatrice sana di positività e predichi bene...io razzolo male...perchè per me "malinconia/solitudine "è una condizione e una convinzione vitale!
Credo non troverò mai pace in niente, io sono sempre di corsa (forse) per il semplice motivo che "cerco".
Cerco di scappare per vivere correttamente per poi ritornare e scoprire che sono nel posto giusto per poi fuggire e andare avanti così all'infinito.
E' uno stato che fatico a spiegare e leggendo si potrebbe intuire che sono solamente una con paradossi infondati e senza risposta, una che non sta bene da nessuna parte, una che non conosce la parola "gioia".
Per me non è così ma è capibile. Comunque non mi sto a giustificare più di tanto, sarebbe senza arrivo.
Io amo all'estremo. Cose e persone. Frasi e momenti.
Io cancello.
Io abbatto lentamente la mia persona.
Mi alimento di quello che mi scorre dentro al primo istante di vita. Il resto non mi serve.
Ho la necessità di morire per purificarmi e ritornare.

Quarta Lezione 29-11-11

Si doveva scrivere una storiella di natale....di seguito la mia:


RIVOLUZIONE BABBIANA 


Caro Babbo Natale,
mi chiamo Babbo Natale.
Ti scrivo questa lettera (con valenza annuale e non giornaliera) con l’intento di farmi regalare delle vere sensazioni dicendo BASTA ai Cicciobelli e ai Dolciforno.
Chiedo mi venga risolto il problema di essere un grassone vecchio che dice solo “Oh Oh Oh”.
Io ho uno slang giovanile, dico “Abuso”, “Super”, “Che casino” e “Ma seeeeei fuori?”.
Io vorrei un pittbul, uno di quei cani aggressivi che fanno figo. Non sopporto più le renne: sono troppe e non mi ci stanno da nessuna parte. Oltretutto è un macello mantenerle!
Mi piacerebbe poter vivere da persona “normale” perché io amo andare al bar a bere birre e imprecare davanti ad una partita, amo i panini luridi e guardare le maggiorate.
Vorrei andare alle feste in infradito e tirar su il Moijto con le cannucce quelle lunghe, cantare “Urlando contro il cielo” del Liga e fare il trenino con Maracaibo.
Vorrei spendere 600 euro per un giro di prosecco + frutta a Milano Marittima fingendomi un Dio con la consapevolezza di essere solo uno sfigato che mangerà pane secco fino all'arrivo del prossimo stipendio.
Se mi sentisse la Beffy (per i più "la Befana") mi darebbe del pivello ma è lei che è vecchia sia fuori che dentro e non mi stupisco le diano fuoco!
Andrei a Roma a vedere "ERColosseo" con la maglietta presa in autogrill con su scritto “Omo de panza, omo de sostanza” e il calzino di spugna con le racchette da tennis stampate sul lato.
Io sono un "medioman" senza pretese.
Vorrei provare l’emozione di aspettare un bacio in macchina sotto casa..magari con Santa Lucia perché i guanti di pizzo bianco a me fanno sangue.
Al sabato sera mi farei le canne nel garage di mio fratello Claus per poi addormentarmi lì e chissenefrega se a mezzogiorno c’era il risotto quello buono!
Farei un viaggio on the road ascoltando cd dei Rolling Stone, di Hendrix e dei Doors.
Proverei anche un pantalone di pelle e un capello mezza lunghezza alla Jim Morrison : credo mi donerebbe particolarmente!
Tornerei a casa e troverei tutto come l’ho lasciato prima di partire.
Berrei il latte al mattino e proverei a raccogliere il biscotto caduto dentro ormai spappolato.
Mi piacerebbe ricevere una telefonata da una persona importante, non barare sul mio peso,  cantare bene ad un Karaoke, fare sesso in ufficio e poi fotocopiarmi il sedere, farmi un tatuaggio gigante dove non riesco a vederlo, trovarmi in una rissa e uscirne illeso, andare in una spiaggia per nudisti in Croazia, accompagnare un tizio ad un provino ed esser scelto io al suo posto.
Desidererei (se non si fosse capito) una dose di adrenalina ...perchè spetta a tutti!
Non sono altro che un uomo mascherato, preso ingiro da quei babbetti attaccati alle finestre come ladri. Io non ho mai rubato nulla, sono gli altri che mi privano della mia stessa esistenza.
Un giorno hanno pure deciso che mi sarei dovuto vestire di rosso come i comunisti che mangiano i bambini!
Glielo spieghi tu, che inizialmente,  ero vestito di verde???!!!!!   Era il colore della mia speranza!!




Dai, qualche sorriso l'ho strappato!!  :)
Ieri sera abbiam letto "LO SCHERZETTO" di Checov e credo che questo autore sarà di certo uno che mi darà ispirazione. Ammetto la mia ignobile ignoranza sui grandi, medi e piccoli classici ma iniziare a conoscerli non mi dispiace affatto. Io sono una che legge testi di canzoni e libri per gente inflippata...nulla di più! Mi appassiono a qualche psicologo e filosofo solo quando vado a fare i miei soliti corsetti annuali in mezzo a vecchi sapientoni con la barba...cmq dicevamo... Checov mi piace perchè è uno che dice: 

"Che fortuna possedere una grande intelligenza non ti mancano mai le sciocchezze da dire."

"In generale una frase, per bella e profonda che sia, agisce soltanto sugli indifferenti, ma non sempre può appagare chi è felice o infelice; perciò, suprema espressione della felicità o dell'infelicità appare più spesso il silenzio."

"La medicina è la mia legittima sposa, mentre la letteratura è la mia amante: quando mi stanco di una, passo la notte con l'altra."


Lo trovo un pò cazzone e di conseguenza mi piace particolarmente.

Ieri si è parlato di racconti e romanzi, del saper scrivere in prima persona, terza persona e prima persona mascherata da terza.  
Compito per la prossima volta : scrivere un testo in terza persona.
Pensavo di rispolverare qualcosa dall archivio ma stiamo a vedere che mi invento...Suspance! (per restare in tema!)


Settimana dell'indigestione After .



Ho questa foto di pura gioia 
E' di un bambino con la sua pistola 
Che spara dritto davanti a se 
A quello che non c'è 
Ho perso il gusto, non ha sapore 
Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore 
Ma credo di camminare dritto sull'acqua e 
Su quello che non c'è 
Arriva l'alba o forse no 
A volte ciò che sembra alba 
Non è 
Ma so che so camminare dritto sull'acqua e 
Su quello che non c'è 
Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo 
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello 
La chiave della felicità è la disobbedienza in se 
A quello che non c'è 
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto 
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco 
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia 
Quello che non c'è 
Curo le foglie, saranno forti 
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti 
Ma questo è camminare alto sull'acqua e 
Su quello che non c'è 
Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me 
Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è 
Fottendosi da se, fottendomi da me 
Per quello che non c'è


martedì 29 novembre 2011

Quelli indesiderati che persistono.

Visto che passi da qui perchè è un luogo pubblico ed è l'unico posto che ti permette di farti gli affari miei...volevo comunque dirti che hai proprio una bella faccia da culo!
E se sono volgare non mi scuso!



Stamattina mi sento come la musica di "If you can't say no"


lunedì 28 novembre 2011



Ecco un'altra delle Donne che preferisco in assoluto.
Sempre diversa dalle solite cose.
Voce e melodie di altri tempi, testi ricercati e poesie vere e proprie.
Non so, a me porta sempre in luoghi lontani.
Grande Carmen!


Lettere.

La mortificazione degli scrittori è la vigliaccheria dei lettori.
Le sofferenze e le allusioni sono in pasto ad una carta che ingigantisce o sottovaluta ciò che altri vogliono sapere.
Troveranno fame indiretta di amore e odio per le loro bocche da sfamare!
L'emotività non è mai tenuta a bada su una pagina perchè non è altro che un universo di fantasticherie che accendono chi è indifeso.
Nella mente non c'è "il centimentro" banale che tra i giorni ti aspetti.
L'inchiostro umido sà di una masturbazione che spalanca bocche e rende gli urli liberatori.
Qui scacci la ragionevolezza che fa sbalordire le creature, che a modo loro, sapranno bearsi di una carnalità senza tatto.
Una frase può imporre imprudenza e poco giudizio, può decidere il tuo proseguire o il tuo arrenderti.
Mitigando il profumo che ti appartiene sull'altrui pelle, attribuisci l'impostazione mai scontata che gente tenterà di indovinare.
Una vertigine, un passaggio, una strepitosa caduta, una linea morbida, un'assurda serietà che mostrano che il giocoliere è un lavoro.
Kilometri di lettere, articolate in sospensioni, modificate per esser rese lontanissime ma palpabili anche da chi non conoscerà mai il vero Te.



28.11.11

Oggi...bentornato Tiziano!   :)

Manca una vita a Maggio!!!

domenica 27 novembre 2011

Innocenza

Infine l'ho avvicinato nonostante la mia cronica imbranatezza negli approcci, non parlo nel conoscere ma nell'imbastire un poi.
L'ispirazione mi porta da quella sagoma accogliente che spande stimoli giovani da nessuno mai risolti.
"Voglio invecchiare così" mi son detta tra un'avvenenza che forse non era adatta al momento.
Serenamente mi ha lasciato supporre di aspettarmi da giorni, forse da anni, forse ero solo io perfetta nel suo bisogno.
Sono figlia dell'esclusione, del cervello mal messo, dell'educazione che sfocia in una guerra interna.
L'ho citato in fattenze inesistenti e immaginato preciso.
"Me lo sono comunque meritato".
Determinante nella scarsa esperienza.
"Voglio essere bella ma nel cuore" ho pensato.
Uscita accellerando in un luogo dove sono ospite gradito, ho seduto su una terra calda, intingendo le mani nel fondo di lei per sentirne le viscere.
Lì c'eravamo entrambi.
"Lascia perdere di correre" mi ha suggerito chi non è mai plateatico.
La ragione è nei sensi del silenzio: promette ciò che sarà profondo per la vita.
"Che battito del cuore non mio!" penso mentre si addentra creando esasperazione.
Come si fa a non illuminarsi in una notte di luna piena?
Anche l'impercettibile esiste...almeno nei viaggi che non sono menzogna e dai quali non faccio ritorno.
"Voglio vincere?" Ma io non so nemmeno a che livello del gioco sono.
Solamente molesta e con nessun bonus da aggiungere.
Mi sono affrettata ad uscire dal mio corpo per entrare in un altro più grande di me, che sa accogliermi con poca ragione raffigurandomi sorprendentemente bella..come avrei voluto io...e lo sapeva.
"Il mio premio è la quiete che non conoscerò mai perchè ciò che rimbomba è la percezione della perfezione a mia immagine e somiglianza. Non sono nervosa e nemmeno timida, ora, da quella volta sono solo ammutolita in un corridoio di speranza.
Io devo essere lì. La sua innocenza con me."

giovedì 24 novembre 2011

Zingari.

Due zingari.
Noi.
Tra cartoni piegati
foglie secche come questi corpi nel freddo.
Avvolti da coperte
senza nome
colme di storia
fatte di occhi.
Vagabondi del mondo
dispersi tra i lustri
in cerca del riparo.
Una notte è una lotta al domani
un giorno è un migrare liberi.
Tra le pieghe della pelle
c'è lo sporco della sconfitta
tra le gonne e le giacche
ci son cuori trascurati.
Due anonimi senza tetto
due compagni eternamente per mano.



Mey Day!

Sintonizzo.
"Mei Day! Mei Day!"
Rumore assordante
non c'è campo.
Suono grezzo
 affermazione del niente.
"Chiedo aiuto base".
Zero intercettazioni
 stanza piena d'abbandono.
"Io sono qui ma fate presto!
Abusano di me.
Mandate i buoni, 
quelli vivi, 
chi esiste!!
Vi immagino, stronzi!
Controllarmi da un monitor
sentire le pene da una radio
non mi pentirò
non cadrò dalle mie convinzioni.
Squallore!
Siete ancora lì??
Non me ne faccio nulla dei fratelli,
sarete bagnati dalle vs stesse lacrime.
Io morirò sola
come in vita.
Soddisfatti??
State tentennando nelle mie leggi?
Vermi assetati!
Presumo mi cercherete dove non esisto.
Mei Day! Mei Day!
Io spengo
vedete voi.
Io non sento! "


Inesistente.

Perchè vuoi la mia vita?
Cosa cerchi nei miei giorni?
Speri uno sguardo per ritrovarti
ma non ti fermerai
e fisicamente non ti seguirò.
Ti trascini in chilometri d'incertezze
perchè sai che io sto lì.
Perchè non posso perdermi?
Voglio stare sola
senza fantasmi.
Inquieto e vagante
a rincorrermi per farmi impazzire.
Perchè non resto sveglia?
Rassegnata in un silenzio
a giurarmi di difendermi
a farmi inesistente.
Perchè mi trascini a te?
Non è quello che vuoi
ma non smetti mai
perchè è quello che voglio
e tu non mi dimentichi ormai.
Meraviglioso.
Splendido.



Stai con me -F.Renga-

E' già sbagliato dire no
che non si può
dare un senso a quel che fai
e a ciò che sei
che poi tutto cambierà col tempo e chissà?...
O saremo ancora noi con le nostre miserie
che non cambiano mai.

Stai con me
amica fragile
stammi vicino questo cammino fallo con me
e vedrai oltre le nuvole
quale orizzonte le nostre impronte
raggiungeranno.

E ti guardo come se non fossi te
a fare tutto quel che fai inutile.
Inutile così rimani lì
ma la gente vuol sapere
come il film andrà a finire.
Dimmi tu la verità, mi basterà
per chiudere un occhio sulla felicità...
la felicità.

Stai con me
amica fragile
stammi vicino questo cammino tu fallo con me
e vedrai al di là delle nuvole
quale orizzonte le nostre impronte
raggiungeranno...
raggiungeranno.

Piuttosto dimmi se mai
io potrò
ridare un battito
al mio cuore di fango
che avevo dipinto per donarlo a te...
per donarlo a te.




MioDioCheBella!

mercoledì 23 novembre 2011

La trovo bellissima, raffinata e ironica.
La mia icona moderna di stile!
Con la speranza di rivederla presto dal vivo!









Nuova ossessione

http://www.youtube.com/watch?v=WEOGrMVRDXk&feature=relmfu

Terza Lezione 22-11-11

Non vedevo l'ora di arrivare qui questa mattina!
Riprendiamo, dunque, con l'appuntamento "scrittura creativa".
Ieri sera era l'ora della biografia su Marco Ongaro (il proff appunto), divisa in capitoli mescolati, con personaggi che arrivano per un attimo per cambiare la storia, con morte ecc...questa è la mia.


                                                 ---------------------------------

La pozzanghera di sangue era l’unica nota di colore, non era troppo distesa per far sì che il foglio rimanesse immutato nell’origine.
Prima, qualcuno, avrebbe dovuto leggerlo.

“Mi sono ucciso per un sogno. Io non svengo. O vivo o muoio. Carnefice di me, della mia consumata libertà, di lei, della mia rivoluzione cerebrale, del mio eterno bisogno silenzioso.”

Fu questa l’unica opera firmata Marco Ongaro.
Per una volta autore dal suo cuore alla penna, per la prima volta con un volto esistente.
Non era tempo per applausi ad altri, ora i meriti erano stomaco ed orecchie.
Firmatario assoluto.
Non più “negro” ma re e, nonostante questo, schiavo di sé stesso.

Nato a Verona nella riflessione della sua astuzia, tra un impazzito viaggio rotolante e una meta a cui dare significato. Tra snobbare un piatto tipico e un attaccamento alle sue origini.
Era oratore, scrittore, illusionista, strafottente con classe, attento al passato, saltinmente con risposta prima della fine del tempo (tic-tac tic-tac tic-tac),  alcolizzato da sé stesso, non amava nel modo esatto.
Pure lui.


“E’ perfetto in svariate dimensioni ma non sa trovare quella che gli appartiene. E’ puntina ruvida per i sottofondi. E’ il suicida del suo percorso”.
Azzardò un opinione “strumentale”e fece l’occhiolino.
Era Bonnie che appoggiò con le mani la verità su una vetrina di grammofoni vecchi ma non polverosi.
C’era Parigi, c’era la musica di un tempo, i clacson che la disturbavano, le torri d’acciaio, gli archi di marmo, le puttane che si conciavano da vere dame, c’era la pioggia, c’erano dolci buonissimi, c’era Marco e l’inspirazione cauta e rilassata di una frase come un’altra.
Ma era Bonnie.


Un uomo, improvvisamente,  lo sfiorò come un lampo, arrancando passi malmessi in anfibi slacciati, respirando affannosamente in una felpa scura, urlando di fargli spazio.
E poi un rumore assordante e troppo vicino.
Uno sparo senza mittente storpiò i successivi sgoli e svuotò la strada.
Marco era trattenuto dalla rabbia di non aver nemmeno chiesto “quel” nome e la voglia di soccorrere chi non aveva più nulla da dire.
Fu una giornata che scombussolò i suoi normali schemi.

Carriera d’opportunità, sofferenze sottili, idee ingegnose, vertigini sulle nuvole, impronte lasciate da un corpo elettrico.
Prendeva la scossa dallo sportello della macchina, ogni sera d’inverno, ogni sera imprecava. Si concedeva a chi sta lassù solo in quel momento.
Non era amarezza, non era vacanza, non era in pugno, non era fottuto mai.
Sorprendentemente solo come da copione. Ed era godimento.
Circondato da narcisismo e arrancati sorpassi.
Sapeva che non sarebbe mai risorto nella pelle di altri e si deliziava e sentiva freddo e vibrava e premeva le 10 unghie su quella testa liscia.
Lasciava i segni bianchi dell’impronta digitale che non lo sopportava.
Sul divano macchiato d’inchiostro viveva quando poteva.
Amante del blues perché era l’unica musica “bassa” come la sua voce da piccolo, disordinato e mai intento a risolvere il problema.
Lo amavano.
Lo sapeva.
Dopo quel terremoto che devastò gran parte dell’Italia, prese le distanze dalla frenesia, scavalcò le pile di quotidiani, aprì lo zaino, ammucchiò i libri sul tavolo, accese la luce e si complimentò mentalmente per la perfezione dell’azione.
Era sudato ed era metà novembre, era un urlo in una conchiglia, nero e abissale come ciò che indossava.

Era dannatamente bella, semplice a tutti i costi, modellata in un intrigante verve, profumava di crema di latte, era da mordere piano piano, era l’unica cosa che ricordava dopo 70 anni sulle spalle.
Nemmeno un nome. Solo una miriade di sensazioni che lo stavano masticando.
Aprì il cassetto delle posate per la prima volta: non cucinava, non aveva ospiti, non viveva l’intimità di una famiglia perchè in 2 si stava stretti ma in uno c’era (forse) troppo spazio.
Con fermezza e decisione scovò subito il coltello più grande, prese una sedia scricchiolante con un cuscino giallo e decise di rilassarsi.
Fumò 3 sigarette pesanti. Il fumo era dappertutto.
Scrisse velocemente e ripose il foglio sul pavimento caldo.
In quell’istante suonarono alla porta. Era il momento.
Gli allungò la lama, si guardarono (credo), Marco fece un cenno e fu travolto da una pugnalata nel lato del cuore. Un’intimità estrema scorreva a rigoli rossi.
“Tic Tic Tic Tic” gocce pesanti in un secchio vuoto da riempire.
Lei aveva ragione “Non era mai riuscito a trovare la giusta dimensione e divenne il suicida della sua vita”.
Ciò che ERA lesse le righe di CHI NON ERA e, a gambe incrociate, iniziò a guardarlo dal basso verso l’alto.
Compassione e rispetto.
Per la prima volta era solamente un’anima.
Non era mai stato così completo.

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Dopo poche righe Ongaro ha chiesto di chi fosse il foglio che aveva in mano e subito dopo procedeva da solo con la risposta: aveva capito che ero io!! Alla fine del racconto gli è scappato un "Ma sei bravissima, che termini! Ti si riconosce perchè in ciò che scrivi sei diversa da tutti gli altri!  (che comunque ognuno ha una linea....).Era davvero sincero.   Applauso.
Il mio grado di autostima credo sia salito allo stelle in quel preciso istante. Non so come dire ma era come se, quell uomo, avesse capito al volo ogni mia singola parola, riferimento, metafora, ecc...Non avrei dovuto spiegare niente...L'aveva interpretato come volevo io, l'aveva sentito come l'avevo scritto. Pazzesco!
Ci rimango così, un pò impietrita e un pò soddisfatta. Sentirsi dire d'avere uno "stile" per me è fondamentale, forse è proprio quello che cerco, forse è quello che voglio che la gente riconosca in me..una personalità!
A tal proposito mi tiro le orecchie per essere stata, a mio avviso, banale su alcuni punti...Il suo mestiere da "negro", l'aver menzionato Parigi e il suo abbigliamento rigorosamente nero. In tanti hanno addocchiato questi particolari e avrei voluto non essere "tra i tanti" ma imparerò a sviare dal prototipo di ciò che è e cercherò di andare oltre.
Altre 2 cose porto a casa da quella lezione: l'essere concisa e il cercare di essere ironica.
Ho trovato pazzesche le storie dove lui parlava con una evve moscia, dove "sidavafuocoallepalle", dove veniva uccico alla Kill Bill. Mi piace un sacco ridere mentre sento queste fantasie! Le trovo a dir poco instabili in un contesto instabile : perfette insomma!
Mi fanno pensare a quello che generalmente scrivo io ...ed è un mondo così lontano!!!!
Io sto bene nella malinconia, nell'incazzatura totale e avanti così...Non ho mai provato, seriamente, a far ridere forse....Ma ci voglio riuscire! Il mio compito è imparare e lo voglio fare nel migliore dei modi.
Per la prossima volta ci viene chiesto di scrivere una "storiella di natale", al 21 dicembre ci sarà la festa del Teatro e saremo presenti anche noi...non ho ancora ben capito come ..ma credo che la favoletta c' entrerà qualcosa! Stanotte non ho nemmeno dormito! Non sono pazza è solo che pensavo a cosa escogitare per la prossima volta, ho un sacco di idee...Figata! Quando non chiudo occhio per queste cose non sono nemmeno stanca al mattino dopo! 
Sono adrenalinica e confermo che là dentro ci vivo bene!
Vorrei menzionare tutti ma certi, per quanto mi riguarda, spiccano più di altri...di ognuno però mi è rimasta una frase in particolare, un oggetto, una scena....la fantasia ragazzi!!! Lì dentro ce n'è! la fantasia è la mia droga! Voglio farmi sempre!
Scopo della mia prossima lezione dunque  : esser concisa in UN SOLO A4 e divertente!
Ce la faranno i nostri eroi?  ;)






martedì 22 novembre 2011

Capibile.

Permise a se stesso un'affascinante migrazione.
Tra metropoli e rumori
cieli blu e rendez-vous.
Mirabolante e divino
nell'ispirazione crescente.
Adibiva al compito
in meditazione
ad occhi allargati.
Sotto dettatura scolastica
in un rango non suo.
Schianto e sgomento
tra voci esposte al suo distacco.
Passionale e trasparente,
quanto più possibile comprensibile
tra esplosioni di odio
e incubi dormienti.
Commiserevole nei suoi segreti
ondulato di lacrime
celato nei gesti.
Andava uniforme per il tempo
tra muri mesti
pizzicandosi irregolarmente.
Paziente nel ritardo
della vita di satira.
Venne alla luce
nella mia sintonia
raffreddando il mio credo
amando il suo dire
amando il mio dire
raffreddando il suo credo.


Poesia.

A cosa servono se non a far innamorare?
Parlo delle poesie.
E' metter insieme qualcosa che ti spinge da dentro e trasformarlo in un regalo per il prossimo.
A me hanno sempre fatto questo effetto.
Non so spiegarmi se ho mai avuto paura dell'amore ma delle poesie no.
Anche a 16 anni io pensavo a scrivere per me, per lui, per lei, per nessuno.
Oggi chissà cos hanno per la testa i ragazzi.
Vorrei sapere che esiste qualcuno che assomiglia a me quando me ne stavo chiusa in una camera, quando non mi andava di uscire, quando i miei timori mi dimostravano la loro esistenza.
Non mi sono mai sentita sfigata, erano gli altri che forse mi credevano così.
Ma il giudizio ho imparato che non ti lascia via di scampo e te ne devi sbattere per non diventarne dipendente.
Io sono così anche adesso nonostante 12 anni in più.
"Non è mai troppo tardi per tornare indietro"...è questo che prevale su chi scrive, "la giovinezza se vuoi sognare non ti abbandona" è questa la regola da non dimenticare.
Tutto quello a cui penso è già vecchio, è già passato e lo scrivo con facilità, come un vecchio disco, una vecchia tuta che indossi perchè ti fa sentire sempre "a casa", come sapere a memoria ogni parte di te e trasformarla in cosa nuova ogni volta per l'eternità.
Le poesie mi sono sempre piaciute perchè ti lievitano da terra, ti portano in pensieri che non sai, ti costringono ad abituarti alla bellezza delle cose.
E' smetterla di controllare i propri sentimenti, piantara di fare scelte, è non subire, è ciò che realmente si è...semplicemente!
Le righe che uno partorisce sono la porta d'entrata su un mondo da scoprire.
Io mi sono sempre trovata perfetta in questa dimensione ma ne ho sempre subito il timore della discussione che avrebbe potuto creare.
Ho quasi sempre scritto per poter leggere, salvo rari casi. Sono sempre stata sottomessa dalla reazione della gente, dal loro vedermi "diversa", dalla loro compassione forse.
Da qui ho deciso di eliminare per sempre il giudizio degli altri dalla mia pelle.
Mi chiedo perchè uno dovrebbe star male e sentirsi indifeso e non capito solo perchè chi ha davanti non percepisce sensibilità e stati d'animo e li abbatte con una semplicità imbarazzante.
Tutto questo non fa per me, non mi sono mai vista una senza cervello, nemmeno una che non sa pensare e formularsi dei pensieri di vita, nemmeno una che non sa cosa fare dei propri sentimenti.
Sono in continuazione su onde di un mare mai fermo ma faccio il possibile per essere stabile e non cadere mai dalla barca, ci provo anche se è dura.
Io vivo nella poesia, tra le parole, tra ciò che le mie mani non toccano, in questo incantato mondo che mi permetterà di essere sempre dove voglio, con chi voglio e come voglio.
Leggere un' emozione altrui è il regalo più bello che una persona possa mai fare ad un'altra.
Io, in questo, non smetto mai.

lunedì 21 novembre 2011

Oggi è una di quelle mie giornate tristi.
Indipendentemente che io abbia dormito 3 ore e dalle 6 sia già (bella) attiva.
Me lo sento addosso il profumo di quella sorta di angoscia che mi penetra il corpo.
Ascolto canzoni che contribuiscono all'abisso delle mie domande. 
E' la musica della tristezza. Io me la chiamo così. Non ascolto nemmeno le parole perchè probabilmente le so già a memoria, è un disco che forse salta, è l'importanza di stare male e chiudere gli occhi.
Io amo i miei giorni così, nonostante siano massacranti e mi rievochino emozioni che le canzoni "felici" non mi donano praticamente mai.
Probabilmente, indirettamente, io sono questo. 
Sono la mia musica che non si capisce al primo ascolto, che ti fa capire significati diversi ogni volta, che va interpretata come fossi tu a scriverla ogni volta..in base alla tua vita presente.
La tonalità, le parole, l'eclettico gioco tra sapere ma conoscere sempre, di nuovo, ancora, perchè ti fa talmente male che stai bene.
Non so come spiegarlo, forse non ci riesco nemmeno ma io diffido da chi non si sa annientare ogni tanto, da chi straripa sorrisi e ostenta benessere interno. Cazzo, sembro io se uno mi guarda da fuori! Comunque, sicuramente gente così sta meglio di me ma non riuscirei mai ad essere chi non so.
A volte mi commuovo, non so neanche perchè. Non riesco a distinguere la marea di emozioni che ho dentro, non le catalogo, non mi risolvo ma è comunque la medicina migliore che ho...le mie malinconiche melodie.
Oggi non faccio altro.


Scappare.

E' naturale come la notte che segue il giorno,
quello che scrivo,
quello che dono.
Ogni sfumatura, ogni chiarezza,
quello che vedi è quello che è,
ciò che senti è ciò che in eterno sarà.
In una pagina piegata nell orlo
per ricordare l'importanza di una scritta.
E' ciò che immagini che non ha termine.
Quello che scrivo è per non perdere il senso
o per perderlo totalmente.
Ogni volta che contagi il corpo su un altro corpo
è il mio cancellare e il mio scappare.


Non sono niente.

Abuso di righe di separazione mentale
dove mi perdo
e mi prendo la rivincita.
Ostento sfarzosità
con disillusa naturalezza.
Non sono niente
non mi si può convincere
distratta
a tratti rigida
vecchia e nuova
vellutata nelle paure mortali.
Merito una nuova vita
ad ogni pensiero,
per superare la coscienza di me.
Chi può credermi?

Concertone one one Lenny!

Ho trattenuto il respiro dalle 21.30 alle 23.30 ieri sera...si si credo di non aver mai portato aria ai polmoni.
Dopo aver fatto 4 ore in colonna nella nebbia e aver sfiorato un principio di congelamento a piedi e viso...eccomi lì..prima fila!
Il top come sempre! Voce impeccabile, abuso di ogni tipo di chitarre, band di una bravura estrema, figooo da star male! Non c'è niente da fare...lui è lui!
Chi non lo ama come me non può capire la dose di adrenalina e sensualità che sprigiona quell uomo!
Divertente, coinvolgente e con un sorriso che non sto nemmeno a dire.
Come previsto concerto rockettaro al massimo, giusto per dimenticare berretta e piumino fuori...improvvisamente caldo allucinante!
Le ha fatte tutte le più belle! Come da copione!
E giunge il momento dove lui e quel gran uomo di Craig Ross mi si siedono davanti e in una versione totalmente unplegged iniziano una stupenda "I belong to you".
Ecco, in quel momento ho lanciato borsa e zaino........ma dargli la mano finchè cantava e mi guardava è stato uno dei minuti più luuunghi e indimenticabili della mia vita!!!! Aggiungendo poi un saluto: "Thank you baby!"....ma dico io "grazieeee de che???" ! a mee???? PAZZESCO.....hihihihi  :P
Giornata da teenager!! Ebbene sì!! Va bene così!
 C'è solo una cosa da dire :
GODIMENTO PUROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

domenica 20 novembre 2011

Solito posto.

Seduti nel solito posto
io e te
senza sentire freddo
con la consapevolezza dell'impossibile.
Inquietudine e aria pura:
respirami se vuoi.
Chissà in quale tana viviamo
terribile e incosciente,
ciechi nella nebbia.

Nel solito posto,
la solita gente,
nessuno da perdere,
da abbattere e disperdere.
Litigiosi in un sorriso
che cancellerebbe la rassegnazione.

Non mi insegni nulla
ma sei la guida perfetta.
Sempre lì,
nel solito posto
per non esser sconfitti mai.

sabato 19 novembre 2011

Dj Gruff - Ti canto-

"Sei seria più di ogni bellissima canzone,suoniamo tutto quello che vuoi tu,forse non saprai mai quanto ci penso,quanto ti suono e ti canto,fresca come l'aria quando è presto così resto più su,ora che ti so,guardami come mi guardi quando ti guardo,stiamo per andare via!"




giovedì 17 novembre 2011

Hei topo!

Mi fa incazzare pensare che non sarò mai nessuno dove mi intendo io.
Non è che sto qua a dire che mi fermo, questo mai, non smetto nemmeno di crederci, ma a volte ho questi spiragli di luce sulla vera strada che farò che mi fanno girare le palle davvero tanto.
Mi chiedo perchè se un più recente Sangiorgi scrive "verde coniglio dalle facce buffe" e io scrivo" giallo topo dagli occhi strafatti"  , la frase, riesca SEMPRE E COMUNQUE a suscitare sulla gente un' "originalità" diversa dalla mia.
A questo punto si tratta di un nome e basta!
Uso lui come esempio ma quanti ce ne sono che giustamente si inventano cose? che scrivono frasi alle quali devi dare un significato (facciamo usare le ns teste!)?, che si attaccano alla fantasia perchè è quella che da spunti ecc?.... Siamo in miliardi con idee e siamo in miliardi che non arriveremo mai a nulla.
Io vorrei solo scrivere nella mia vita! Non fare nient altro. E' un problema?
Non impongo la vita agli altri ma vedo come vorrei fosse la mia.
Alzarmi alla mattina, andare a bere un caffè perchè quello del bar mi piace di più, farmi 2 passi e osservare.
Me ne andrei a casa, sul tavolo della cucina, col camino acceso, con il letto ancora da fare di là, con il pranzo che mangerò alle 2, con un'occhiata on line ogni tanto ecc...ecco, questa dovrebbe essere la mia giornata tipo.
E vaffanculo perchè non sarà mai così.
Mi preme questo pensiero proprio oggi perchè nella mia pausa pranzo che dovrebbe essere di 2 ore ma èsempre di un'ora e in quell'ora devo andare in posta, dal carrozziere, sistemare il bagno ecc...non mi resta nemmemo il tempo per sedermi sul divano...
Oggi mi sento particolarmente scossa perchè finchè prendevo la borsa per uscire mi è venuto da scrivere una frase e non trovavo più il mio blocco...pare possibile?? Significa che non mi ricordo nemmeno più quando l'ho usato l'ultima volta e dove l'ho messo...Ho le bozze del telefono ma non è la stessa cosa e sono ancora qua che penso dove l'ho gettato tra i minuti di fretta e furia e un "butto tutto li che poi sistemo".
E' demoralizzante sapere che nonostante uno ci metta del suo non sarà mai figlio Di e paraculato Da.
Io voglio solo decidere per me cosa fare. Dovrebbe esser così che uno si traccia la vita.
Voglio essere pagata per quello per cui mi impegno veramente, per dire a me stessa..ho preso 100 euro ma ci ho dato dentro e me li sono sudati.
Non sarà mai così perchè questo è un pensiero giusto e buono ma non c'è spazio per queste cazzate perchè con 100 euro dove vuoi che vada? Proprio io che ne spendo a valanghe poi.... perchè ho le passioni di questo e quell altro.
Mi vanno bene 2mila euro al mese. Perchè tanto lo so che una passione (almeno la mia) non ti porta ad una stabilità tale da far il figo ingiro mentre gli altri lavorano...perchè scrivere "non è un lavoro ma una perdita di tempo".
Il tempo.
La gente non capisce lo spazio e il tempo in cui uno deve stare.
Se ti vuoi sentire fuori dal mondo come fai? dove vai? ecc....
Devi essere soloooooooo! ma solo come dici te..perchè puoi esserlo in mezzo ad una guerra con le bombe che ti esplodono sotto o ad un gay pride. 
Solo è un concetto personale.
I segni non sono difficili da capire.
La non voglia di parlare, il fatto di guardar male, il non ascoltare...mi sembra chiaro che uno sta cercando di farsi un attimo i cazzi suoi perchè forse vuole solo se stesso!!!
La solitudine te la devi ritagliare. E quando lo fai? Durante una giornata tra supermercato e cliente odiosi, tra una telefonata e una bolletta da pagare. Non c'è altro tempo. Non c'è la possibilità effettiva di vedermi al bar alle 10 e 27 della mattina in Valverde. Non c'èèèèè!
Non mi troverete nemmeno mai a casa alle 3 del pomeriggio perciò i fiori mi arrivano alle 12 semmai....Anche nei pensieri carini ci sono orari...ma è possibile???
No no no no! é davvero una cosa che mi disgusta sapere che non riuscirò mai a trascorrere le mie ore nel benessere che il mio cuore e il mio cervello mi impongono.
Dannazione.
Scritte in 3 minuti queste righe e la cosa mi fa pensare che la velocità è strettamente proporzionale al mio grado di veleno in corpo.
Perfetto.
Ciao topi gialli. Fumate meno.


Morirà nello specchio degli occhi.

E' come quando ti scappa di fare qualcosa di urgente,
ti prende l'ansia di doverla fare subito
senza aspettare
perchè non c'è più tempo.
E' scrivere.
E capita quando cerchi invano quegli occhi
che ti concimano le idee
che ti sparano addosso e ti fanno sanguinare.
Male ci si deve stare,
morire pure.
Era una bambina con gli occhi talmente grandi da perdersi,
con tristezze incolmabili da non capirci nulla.
Rimane la malinconica ironica di un regno conosciuto.
E' scrivere.
E' celebrare il paradiso.
E' lacrima.
Per delineare un confine.


Nel giorno più bello.

Rimarresti qui con me stanotte?
Io ti proteggerei.
Non hai paura vero?
Io ti abbraccerò finchè non smetterai di tremare.
Non vorresti lasciarmi mai, giusto?
Sarà come dici tu: per sempre.
Non aver timore di un respiro.
Il calore è complicità.
Non nasconderti.
Ti troverò ovunque.
Non costringere le tue mani a non esser ciò che sono.
Io voglio esser sospesa grazie a te.
Giureresti di scordarti chi sono?
Io morirei per sottrarmi a questa tortura.
Chiudi gli occhi e riconoscimi.
Percepisci la leggerenza di un profumo
accompagnami nei pensieri.
Riderai mai della mia vita?
Non vorrei spiegazioni.
Rimani stanotte,
più vicino,
nel giorno più bello della mia vita.

Lager.


Ieri sera guardavo Striscia e volevo esprimere tutto il mio disgusto nel vedere che esiste gente (in questo caso a Montichiari) che riversa il proprio odio sugli animali, che fa passare loro le pene dell'inferno. 
Mi chiedo come sia possibile che esistano esseri così spregevoli, senza cuore, privi di umanità.
Mi fate veramente schifo e dovete morire solamente voi.
Basta sguardi in cerca d'aiuto e corpi tremolanti tra la sporcizia.
Stronziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!



mercoledì 16 novembre 2011

Uguale.

Obbligati ad essere ciò che si è;
la natura lascia traccia ma non cambia strada.
Si prega, ci si convince, ci si autopunisce, si crede.
Totalmente in difetto perenne.
Sembrerà sempre un errore essere noi stessi.
Mutare per adattare una vita alla nostra vita.
L'oggettività del cambiamento non si misura,
accettiamo, rimandiamo, 
modifichiamo il contorno.
Girano gli altri, 
noi stiamo qui.
Il potere unico e devastante ci sorprende
eppure è sempre lo stesso
uguale dolore
uguale perdita
uguale risultato.
Stupore e sottrazione diventano alleati,
cancellano il vissuto
alimentano lo stupore.
Ci capita di provare a cambiare
e non si cambia mai.


Seconda Lezione 15-11-11

Come anticipato la volta scorsa eccomi a condividere la mia Biografia!!!



Tesini Lisa 1983-2077.
 Nata nella provincia di Verona : città dell’amore per antonomasia.
Scusata a pieni diritti per la sua costante voglia di sognare nonostante non ci fossero quasi mai cuscini disponibili.
Già dall’adolescenza soccorritrice delle riflessioni altrui, pratica trasformata nella professione della sua intera esistenza.
Realizzò da subito che l’assurdo non è mai “cervello” e combatté a suon di pompaggi iper frenetici per dar vita alla sua fondazione.
Costruì nel 1998 “ La scuola senza mura”,  luogo cementificato per accogliere le palpebre abbassate della gente senza fondamenta.
Pubblicizzò un innovativo staff composto da tavole bianche mai più candide e penne invitanti come caramelle.
Chi fa da sé fa per tre e non ne avanza quasi mai.
Nacque da qui il motto che etichettò il suo pensiero : “ Alle mind-joy tu resistere non puoi, devidevidevi devi elaborar”.
Bombardò la “piazza verde” con parate spulcia-uomini e provocò potenziali svenimenti per raccogliersi nel poi.
Le piaceva l’accessorio come eccesso e vestire di nero perché è il colore dell’arbitro.
Insegnò danza a chi non aveva uno schema fisso ma predisponeva, comunque, di sangue nero.
Nel 2008 organizzò un importante evento a livello nazionale riguardante la tecnica incoscia dell’uomo e  rivelò che “ci si corteggia pur non cercandosi consapevolmente” e fu fonte d’ispirazione per Godano ed Agnelli.
Cambiò la sua vita.
Iniziò a lavorare nell’ambito musicale e venne catalogata in quella cerchia di “musica alternativa” fatta di aggressioni all’illusione del non palpabile.
Si fece notare dal mondo decisionale.
La politica artistica  decise di donarle l’8 per mille destinato allo Stato ma nel 2011 quest ultimo crollò cancellando definitivamente il sogno di Lisa d’ estinguere i suoi svariati vizi.
I vertici si annientarono in una guerra d’ignoranza.
Non ebbe timore della normalità e predicò fino al 2061 la castità mentale sotto mentite spoglie, giustificando il male come un bisogno taciuto del bene.
Amava la lettura, i locali in voga e quelli ancora da scoprire perché non sarebbero non nascosti altrimenti.
Era schiva, collezionava stivali e non si era mai vista senza trucco, fumava perché le piaceva e passeggiava spesso.
Amava il disordine non pubblico e la distruzione dei paradossi nelle terre Thailandesi.
Si sposò per 2 volte con uomini simpatici e furono la fonte delle sue battaglie.
Ebbe 3 figli. Uno senza volto, uno da non toccare, uno da respirare.
Fu rilevante il tempo speso per l’inquietudine sfociata in premeditato suicidio artistico.
Gli EBook raccontavano dell’infatuazione per la fotografia e la posa del soggetto, dei blog senza soluzione e delle spese compulsive.
Divenne immagine e non più voce da lettura.
Si trasferì in Oriente per proseguire con lo yoga fino alla fine.
Capì che avvalersi della matematica avrebbe portato alla sua distruzione.
Lei si spegneva nella logica e viveva nella parola.
Morì nel 2077 e non poteva essere altrimenti: amava il sette come i peccati capitali e le meraviglie del mondo.


Dalla lettura in classe è risultato un applauso finale, gente che sorrideva per le cose ironiche buttate qua e la e il proffe che faceva notare alcuni termini usati. Grande soddisfazione!  Mi piaceva guardare le espressioni della gente.
Appartenere a "questo" tipo di gruppo, indiscutibilmente, mi piace e mi fa sentire paradossalmente tante cose assieme per formarne poi una solamente e cioè..IO.
Sentirsi diversi e uguali, con storie di vita totalmente differenti ma profonde, con obiettivi comuni..fa bene.
Non c'è niente da fare, leggere quello che hanno da dire le persone "normali come te" è una cosa della quale non potrei fare a meno di nutrirmi.
Intuivo chi scriveva la vera vita, chi se la inventava, chi era insoddisfatto di ciò che aveva, chi se ne faceva una ragione, chi viveva nella fantasia più estrema.
Alla fine tutti vogliono quella cosa: scappare!
Chi scrive è così, lo fa perchè è sempre in movimento mentalmente, perchè va più veloce della vita che si trova a vivere, perchè sogna e dipende dalla non realtà.
E allora avanti di donne con figli che amano ma che appesantiscono la loro persona, con amori mai vissuti fino infondo per paure mai capite, con ideologie di vita non rispettate, con la costrizione di fare un lavoro che non sa di noi, ecc....Cose di tutti i giorni che non si ha paura di esternare perchè è il quotidiano che parla di noi e di conseguenza di chi siamo e cosa vogliamo.
Non c'è paura, ho notato questo.
Non c'è freno e a me serve anche questo.
Alla fine nessuno là dentro sa chi sono, mi danno la possibilità di non aver ostacoli da superare...creati da me intendo.
Il compito che ci viene chiesto per la prossima settimana è la biografia del prof, piazzandoci dentro suspance alla Hitchcock, analessi e prolessi ecc.....Non ce la farò mai! ...Però non mi dispiace far morire qualcuno!!!
Mettiamoci alla prova anche qua!


martedì 15 novembre 2011

Un giorno.

Allora, mi hanno regalato UN GIORNO di David Nicholls, lo sto leggendo e la cosa che mi fa pensare già dalle prime pagine è: ma io osservo veramente ogni dettaglio delle persone? anche il più piccolo?
Mi hanno fatto pensare descrizioni pazzesche di due a letto dove notano le espressioni del viso anche durante il sonno, dei dettagli di capelli o accessori che rispecchiano ciò che sei.
Attenzione. Qua si parla di questo. Scrupolosa attenzione che ti nasce dal fatto di conoscere davvero qualcuno, fino ad impararlo a memoria ma con la voglia di scoprire sempre cose nuove.
Credo si tratti di questo.
Sono brava in questo o comunque mi applico ma c'è un fattore al quale non ho mai dato un giusto valore in queste situazioni ed è proprio il fatto di vedere cose nuove.
Non l'ho mai vista come una nuova scoperta verso qualcuno ma sempre come "dovevo vederla prima perchè è bellissima, perchè mi da fastidio ecc".
E' anche vero che se smettessimo di "impararci" non ci sarebbe più nulla da dire...
Mi sono un pò rivista in queste scene, su un letto sfatto, in mezzo al casino più totale (non il mio!), con l'indecisione del pensiero ma con la voglia di averlo ben chiaro in testa..anche nei dettagli, anche nelle informazioni appena accennate.
Adoro queste cose.  :)

Sotto le lenzuola.

L'occupazione principale è non farsi notare.
Essteticamente tutti presenti
nel fondo pressochè anonimi ai lupi.
Con la coperta fin sopra la testa
in un letto caldo di rimuginate circostanze
con luci spente
con piedi freddi come morti.
E se non ci si sveglia si vive altrove,
su nuvole poco stabili
tanto morbide da incastrasi ad ogni movimento.
Con la carne su un letto
con l'impulso di muoverla altrove.
Prevaricazione del neo conservatore.


lunedì 14 novembre 2011

20-11-11

Dunque, dopo meeeesi e meeesi posso sfoderare il mio biglietto di Lenny per Treviso!
Dire che non sto nella pelle è riduttivo!
Questa è la mia terza volta ma presumo un concerto spaziale considerando che l'album è finalmente più rockettaro degli ultimi, insomma è  piu "Kravitz anni 80".




Come scaletta trovo :


Come On Get It
Always on the Run
American Woman (The Guess Who cover)
It Ain’t Over ‘Til It’s Over
Mr. Cab Driver
Black And White America
Fields of Joy
Stand By My Woman
Believe
Stand
Rock And Roll Is Dead
Rock Star City Life
Where Are We Runnin’
Fly Away
Are You Gonna Go My Way
BIS:
I Belong to You
Let Love Rule



Vedere che apre il concerto con la miglior canzone dell'ultimo album (usata come sigla del campionato NBA  ....e non a caso spaccaaaa) mi farebbe correre là all'istante!
Comunque non potevo chiedere di meglio che una It Ain't over'Til it's over che, da copione, prevede già una mia lacrima considerando che è la sua canzone che amo di più... dai tempi dei tempi! Come mi batte il cuore li..!!!
American Woman c'è sempre...Il primo anno mi son mezza slogata una caviglia saltando sotto l'acqua sulle gradinate dell'Arena assieme ad una mai vista!! Spettacolo!
Prevedo anche del sano rockettamento sul finale ....
Insomma non deluderà e mi farò una super dose di quello che è e rimane negli anni quello che mi fa venire la pelle d'oca al solo aprire bocca.
Io uno sensuale e cattivo come lui non lo trovo da nessuna parte!  
Il mio numero uno!!!




Intanto partiamo con 


http://www.youtube.com/watch?v=wkURz6H0I0I&feature=relmfu




Quei giorni dove sto un pò così....

venerdì 11 novembre 2011

Viva!

Questa qua è per te
e anche se non e` un granché
ti volevo solo dire
che era qui in fondo a me.
E` per te che lo sai
di chi sto parlando dai
e ti piacerà un minuto
e poi te ne scorderai.

Perché sei
viva viva cosi come sei
quanta vita mi hai passato
e non la chiedi indietro mai e sei
viva viva per quella che sei
sempre pronta, sempre ingorda
sempre solo come vuoi....

Questa qua e` per te che non
ti puoi spegnere non hai mai
avuto tempo devi troppo vivere
e` per te questa qua per la tua
golosità ti strofini contro il
mondo tanto il mondo non ti avrà

Perché sei
viva viva cosi come sei
quanta vita hai contagiato
quanta vita brucerai che sei
viva viva per quella che sei
niente rate, niente sconti
solo viva come vuoi....

Questa qua e` per te e non e` niente facile
dire quello che non riesco
mentre tu vuoi ridere

Perché sei
viva viva cosi come sei
quanta vita mi hai passato
e non la chiedi indietro mai
perché sei
viva viva per quella che sei
sempre pronta sempre ingorda
sempre viva come vuoi....

Questa qua e` per te
che sai sempre scegliere
e io invece non ho scelta
te la devo scrivere.

Ligabue

giovedì 10 novembre 2011

Con la ricerca, contro il cancro.

Questa, come tanti ben sanno, è la settimana dell'Airc, ovvero la settimana per sostenere la ricerca sul cancro.
Ricordo questo "evento" per non dimenticare che questa è solo una piccola ma indispensabile parte per aiutare chi soffre e per contribuire a trovare una soluzione a questa malattia tremenda.
Io parlo per me e in questo ambito ho sempre fatto il possibile nel mio piccolo.
Quando qualcosa ti tocca da vicino muovi il culo : è sempre così.
Darsi da fare con qualche euro e dare un appoggio concreto a persone meno fortunate dovrebbe essere nell'indole di tutti.
Il tumore spaventa chiunque, che esso sia piccolo o grande, maligno o benigno.
E' qualcosa che immediatamente fa crollare la vita di una persona, che porta a domande, che fa atterrare sul suono e spesso fa smettere di sognare.
Ogni persona affronta a suo modo questo problema.
Io mi sento avvolta da queste storie perchè non c'è mese da diversi anni a questa parte che si parli di Lui.
Visite, interventi, radioterapie, chemioterapie, parrucche, pianti, forza di volontà, voglia di lottare, momenti di smarrimento.
Sento dentro di me questa condizione di vita assurda, che non dovrebbe esserci ma purtroppo non si riesce ancora a sconfiggere.
Ho visto con i miei occhi la distruzione di un essere umano, ho rinnegato il fatto che fosse possibile tutto ciò, ho assistito inerme ad una battaglia già vinta, ho perso alcune parti di me.
La difficoltà più grande è la voglia di vincerlo.
Ho capito che trovarsi ad un bivio ti fa dire "Io da oggi in poi voglio vivere davvero".
Il fatto che io sostenga di fare tutto ciò che voglio in questa mia vita deriva principalmente da questo: ho paura.
Ho la fottuta paura di andarmene per un qualcosa che ti mangia dentro e non ti fa essere ciò che volevi essere davvero.
Non c'è età, non c'è nazionalità, non c'è nessun limite.
Io non rinuncio perchè so cosa vuol dire non poter nemmeno alzarsi da un letto per fare una passeggiata, so cosa significa dipendere completamente dagli altri e vergognarsi dei cambiamenti del proprio corpo, so cosa sono le notti in camera a piangere di nascosto, riconosco i sorrisi finti che mascherano l'amarezza e la sconfitta personale.
Odio questa malattia. La odio con tutta me stessa.
Ho pregato non so nemmeno chi perchè non colpisse la mia famiglia, perchè stesse lontano dal mio cerchio di affetti, perchè non gettasse fango su delle serenità ritrovate...ma non è stato così.
"Tumore" è una parola brutta e si deve cancellare per sempre.
Io credo in chi si fa in 4 per arrivare a delle soluzioni e sostengo il loro fare. Lo faccio perchè è dare speranza e vita a chi verrà dopo di te.
La sensazione magnifica che ho riscoperto in tutti questi momenti è che l'uomo, se lo vuole, sa essere imbattibile.
Ho visto persone cambiare radicalmente, persone che si sono dette che il sorriso doveva essere una legge per la loro vita, che l'amare se stessi e gli altri era più importante di una borsa nuova o altre puttanate.
Non bisogna mai rimandare a domani. Io non lo faccio. L'ho imparato grazie a persone che vedo come eroi, a donne che disegno nella mia testa come un dio dei giorni nostri.
Chi non subisce il terrore di queste corse ad ospedali continue e operazioni con punti di domanda non sa di cosa parlo ma potrebbe cercare di capirlo.
Nella mia vita ho avuto ed ho ancora l'esempio più vero del rispetto per la propria vita nonostante ci sia qualcuno che ce la vuole togliere senza un motivo valido.
Io mi aggrappo alla certezza di un futuro medico migliore e alla soluzione che verrà.
Sono grata di essere amata da persone con forze indescrivibili a parole e che ogni giorno mi impongono di VIVERE.
Sostenete l'Airc o altre associazioni più piccole che si impegnano per questa corsa al bene e informatevi, siate curiosi di sapere dove vanno i vostri soldi, prendete la macchina e andate in quei reparti dove c'è gente che fa dei vostri averi una felicità.