Infine l'ho avvicinato nonostante la mia cronica imbranatezza negli approcci, non parlo nel conoscere ma nell'imbastire un poi.
L'ispirazione mi porta da quella sagoma accogliente che spande stimoli giovani da nessuno mai risolti.
"Voglio invecchiare così" mi son detta tra un'avvenenza che forse non era adatta al momento.
Serenamente mi ha lasciato supporre di aspettarmi da giorni, forse da anni, forse ero solo io perfetta nel suo bisogno.
Sono figlia dell'esclusione, del cervello mal messo, dell'educazione che sfocia in una guerra interna.
L'ho citato in fattenze inesistenti e immaginato preciso.
"Me lo sono comunque meritato".
Determinante nella scarsa esperienza.
"Voglio essere bella ma nel cuore" ho pensato.
Uscita accellerando in un luogo dove sono ospite gradito, ho seduto su una terra calda, intingendo le mani nel fondo di lei per sentirne le viscere.
Lì c'eravamo entrambi.
"Lascia perdere di correre" mi ha suggerito chi non è mai plateatico.
La ragione è nei sensi del silenzio: promette ciò che sarà profondo per la vita.
"Che battito del cuore non mio!" penso mentre si addentra creando esasperazione.
Come si fa a non illuminarsi in una notte di luna piena?
Anche l'impercettibile esiste...almeno nei viaggi che non sono menzogna e dai quali non faccio ritorno.
"Voglio vincere?" Ma io non so nemmeno a che livello del gioco sono.
Solamente molesta e con nessun bonus da aggiungere.
Mi sono affrettata ad uscire dal mio corpo per entrare in un altro più grande di me, che sa accogliermi con poca ragione raffigurandomi sorprendentemente bella..come avrei voluto io...e lo sapeva.
"Il mio premio è la quiete che non conoscerò mai perchè ciò che rimbomba è la percezione della perfezione a mia immagine e somiglianza. Non sono nervosa e nemmeno timida, ora, da quella volta sono solo ammutolita in un corridoio di speranza.
Io devo essere lì. La sua innocenza con me."
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