sabato 21 dicembre 2013

Ciao Homer

Ti ho visto piccolo in quel garage con i tuoi fratellini, ho scelto te perché tra tutti avevi gli occhi dolci, eri tranquillo e la macchietta sulla lingua mi ha strappato subito un sorriso. Ero una bambina con il suo primo amore tra le braccia, un batuffolone nero nero. Un peluche dal nome Homer come il papà dei Simpson perché, da lì a poco, saresti diventato grosso e goloso. Quante ne abbiamo viste e fatte insieme. Nei giorni dove ero triste ti cercavo quando nessuno ci vedeva, anche di sera, nel buio ti parlavo e mi ascoltavi mentre la notte ci nascondeva in un frangente magico. Mi dicevi quanto mi eri vicino con quello sguardo che non si può scordare, mi leccavi la mano, alzavi quel culone perché volevi giocare e mi sentivo di nuovo al sicuro, protetta e pronta a proseguire. A te non importava la gravità di un problema, te ne stavi lì amandomi semplicemente, così come dovrebbero essere i rapporti veri, di cui ti fidi. 13 anni, un po' meno della metà dei miei anni trascorsi vicini. Tu che o mi buttavi giù la porta o ti nascondevi sotto il tavolo se c'era il temporale, che ululavi se sentivi un'ambulanza, che mi rispondevi se provavo ad abbaiare!!! Tu che ti facevi immediatamente tremolante e piccolo nonostante i 60 kg di ciccia pelosa. Routine, carezze, nomignoli, il nocciola di quello sguardo...questo mi mancherà. Hai trovato la forza per combattere, per starmi accanto quando stava per finire il tempo a nostra disposizione. Qui davanti a casa mia, dove dopo cena racimolavi qualcosa, dove ti addormentavi ora l'hai fatto per sempre. E' proprio vero che un sentimento forte lo porti dentro in eterno, lo costruisci giorno dopo giorno dando il massimo per poter attingere ancora ad un ricordo e farlo sembrare palpabile. In questi ultimi giorni mi mancava il tuo essere geloso, il non sentirti mugugnare se non coccolavo prima te. Pupone e Pippo sono qui con me in questa lunga notte. Io scrivo su uno scalino e loro stesi sulle mie scarpe sono tristi. Io conosco ciò che mi vogliono dire, esattamente come conoscevo te. C'è un vuoto sul tappeto, manchi tu a sorreggere i miei sogni di notte, ad abbaiare ai cani dei vicini. Non avrò più le tua bave sui jeans, quelle che fanno schifo a tanti, la tua forma da orso che spaventa la gente ma loro non sanno che voi siete chiamati Giganti Buoni e dentro portate un cuore dolce. Io l'ho sentito battere accidenti. Lo sentivo quando ti sistemavo il pelo...secchi e secchi di piumino...da farci una coperta per l'inverno. Ti ho amato in ogni momento anche in quella pausa pranzo dove mi hai distrutto mezza macchina per prendere un gatto nascosto sotto o quando mi hai buttato per terra dopo un "saltello" e la mia mano si è incollata al cemento. Dicembre è un mese brutto e triste, mi allontana da chi tengo, anche stavolta è stato così. Un Natale senza te, senza vederti ricoperto dalla neve, senza poterti dare un super osso da mordere per un nano secondo! Caro Homerino mio riprendo la penna per te, perché si scrive se si ha una forza dentro tanto grande che non ti basta la voce. Ci sono lacrime ora, non ce la faccio a smettere, non posso pensare che sia vero. Ti prometto che cancellerò però la tristezza dal viso per dare spazio ad un sorriso, voglio che tu mi veda serena da lassù, voglio saperti felice e pronto a essere te, immobile sotto l'acqua come una sfinge o attaccato al rubinetto a bere. Fatti nuovi e sinceri amici ma non dimenticarti mai di me...Ti tengo stretto nei miei pensieri come un palloncino, voli nell'aria ma c'è un filo che non ti fa andare lontano dalla tua padroncina.