mercoledì 29 febbraio 2012

Nesli Come Adesso Videoblog 5

Ora è il momento più bello, non buttarlo via. Ora non hai più paura anche se al buio, anche se da solo. Hai visto qualcosa che ti ha cambiato per sempre: adesso corri per raggiungerlo. Il mondo è un posto meraviglioso e tu hai deciso di non scordarlo; sono viaggi nel tempo e il domani non arriva mai. E’ come l’inverno, come la luce attraverso i vetri, attraverso i giorni che restano per sempre nella memoria, nell’aria. Le persone, non le persone che sfiorano la tua vita come tu la loro, che non rivedrai, che vedi ogni giorno, che passano come il vento, come adesso, come ora.





Quindicesima lezione 28-02-12

Si richiedeva un difetto in passato remoto.
Mi è balzata subito l'idea di tornare un pò alle origini. Diciamocelo, io scrivo poesie ma ultimamente sono nel vortice dei racconti, così mi son detta "rispolveriamo" perchè fondamentalmente, da anni, non ho fatto altro che descrivere le mie lacune interiori in versi. La forma di espressione che mi caratterizza è breve. Righe e righe di parole le sento come una costrizione che però voglio abbattere, a volte trovo tutto stimolante altre volte una tortura angosciante. Mettersi alla prova è non smettere mai di crescere nel bene e nel male. Io gioco. Lo faccio di continuo.
Il difetto in questione è una "voglia" sul viso. Ho scelto Lei perchè conoscevo una persona con questo "problema" dannatamente evidente e mi son sempre chiesta come dev'esser dura convivere con i commenti meschini e poco attenti del prossimo. 
Vorrei che questa donna reagisse nella maniera che ho sperato per lei.
(Settimana prossima vai di raccontini brevi e straordinari!)



Dal desiderio insoddisfatto di una madre  di Tesini Lisa



Gli occhi dell’innocenza,  delusi e diffusi,  sputarono sassi sul dipinto della mia imperfezione.
Nacqui tra le conclusioni già tratte e vidi una forma radicata sul volto.
Scrissi un dramma ad un conquistatore immediato di vite
feci di uno specchio l’abitudine alla normalità e conobbi il fascino superbo dello sforzo.
Una voglia di brindisi in una notte viola
decise l’interiorità altrui annientando il resto.
Un difetto cadde tra la pelle proiettando una fioritura che imparai a coltivare.
Scesi per combattere le cattiverie abituando la consapevolezza all’irregolare realtà.
Senso di rivalsa dominando l’intento
profumo di pace tra i rumori.
Misi del cibo avanzato su di un piatto tondo
lo guardai girare interminabilmente e lo ruppi.
Sentii piangere gli scarti di chi distruggeva l’esigenza di annullare una forzata esibizione
non richiesta, immutabile.
Preferii  dei cuori ad un aspetto.
Mi nascosi nelle botteghe dei fornai
nelle ore sconosciute del mattino
tra zucchero e farina piansi parole brevi.
Difesi l’imbarazzo nella penombra del potere dell’uomo.
Nella saggezza umile di un maestro dal mio stesso sangue
riconquistai la voglia di colore: qualsiasi esso fosse.
Giocai con l’emblema del dispiacere
con la rossa facciata
col destino odorante di poesia.
Conquistai dolcezza e severità da un grappolo d’uva rubato alla terra, reso liquido e posto sul mio viso.
Una macchia dilatata sbalordiva gli sgomenti.
Sconfissi burle e imposte sofferenze
venni anima nuova in carne segnata.
Esplosi nel risveglio di un figlio.
Superai il dito del giudizio e risuonai nell’accettazione della diversità.
La gabbia, le provocazioni, l’identificazione:
sorrisi e vinsi il riconoscimento di un dono chiamato difetto.





28 febbraio + 1

La giornata di oggi rappresenta un pò il mio stile di vita : "IL GIORNO IN PIU'".
Un regalo niente male se ci pensate!
C'è la possibilità che accadano le solite cose oppure che ne succedano di nuove. Il tempo non è mai troppo per quel che mi riguarda perciò mi godo quel che accadrà.


Padania -Afterhours-


17 aprile...ti aspetto!

martedì 28 febbraio 2012

L'eccezione.




Non so mai che canzone preferire se si parla di lei ma oggi metto questa. 
Emozionante Carmen.


lunedì 27 febbraio 2012

Discepoli.

Dei piccoli discepoli
che accudisci per una sicura estensione di te.
Rivedi in loro ciò che sei
che eri.
Tieni vivo l'insegnamento
infondendoti vigore
che non è altro che la ripetizione di ciò che si è già visto.
Dei portatori di parole tritate
servite a suo tempo sui piatti delle feste.
Segnano la tua strada coi loro passi
proclamano un tono
che altrove non hai
che inconsciamente cerchi
per conferma del tuo Io.
Rispetti solo chi non provoca fastidi
cerchi pace in modi subdoli.
Adulare è vedersi ad uno specchio
e si sà che spesso non vediamo abbastanza.

Dottoressa Cristina@ Milano.





Bella e brava la mia Dottoressa preferita! Oltre che per le cazzate, assieme anche nelle cose importanti!!
Incrocio le dita per te...

giovedì 23 febbraio 2012


Buona seeeera!!

mercoledì 22 febbraio 2012

Quattordicesima Lezione 22-02-12


Si parla sempre dell'alieno. Mi son data alla rivisitazione delle favole!


Favola moderna di Tesini Lisa

“Non è possibile! Mamma me ne devo andare da qui!!!”
“Oimè, oimè ho fatto tardi!! Sono in ritardo! In arciritardissimo!” disse sistemandosi il panciotto.
“Non ci credo d’averlo visto davvero! Un coniglio con un orologio da taschino???  Il mio sogno proibito! Vieni qui dove scappi?”
“Il mio fascino non si smentisce! Il pelo lustro e il baffo fanno sempre il loro dovere con le pupe!” borbottò fiero il bel dentone.
Alice entrò nel cespuglio dove si era nascosto il Bianconiglio e precipitò in un buco profondo, pieno di oggetti e persone galleggianti: il rossetto che aveva perso in discoteca, il motorino che le avevano rubato, quella che ci aveva provato col suo ex e il tizio palestrato del mare. Atterrò col sedere in una stanzetta troppo stretta e maledisse subito le 2 fette di profiteroles ingoiate la sera prima. Si accorse di un biscottino con scritto “MANGIAMI” e pensò che un etto in più o un etto in meno, ormai , non avrebbero fatto la differenza. Immediatamente diventò piccolissima e si trovò davanti ad una porta, la aprì e vide piante altissime, forse era in Australia! Bellissima! Ad un certo punto capì, invece, di essere allo zoo. L’accerchiarono gufi con gli occhiali, topi nuotatori e lucertole delle pulizie ma la sua attenzione fu attirata, ancora una volta,  dal solito bellimbusto coniglio. “Scusate devo correre da lui”. Seguì quel profumo da maschio e si ritrovò in quel che era, probabilmente, la casa dove avrebbe consumato una fugace passione.  “Finalmente un po’ di intimità!” pensò.  “Pelosino dove sei??”.  Alice salì le scale ma niente, sembrava sparito, finchè su il letto trovò una Red Bull con scritto “BEVIMI”. Un’energizzante non avrebbe fatto male a nessuno! Detto fatto. Diventò gigante e le braccia e le gambe le uscirono da quella casetta per nani. “Mariannaaa!Mariannissima”. Urlò l’albino dalla serra.   “NO NO e poi NO, chi è questa Marianna?? Io faccio tutta questa strada per averti, vedo animali che si trovano solo nelle favole, cavallette che fanno i giudici, gatti vestiti da prigionieri che si dilettano con la prestigibirizzazione e bruchi in balia degli sballi anni 70 e tu?? Mi rimpiazzi con un’altra???”. Dalla rabbia sradicò la casa e si scrollò di dosso gli ultimi pezzi finchè sentì una voce doppia:   “ Ei tu, ei tu. Vieni alla festa? Vieni alla festa?”. Erano due bambini cicciotti e talmente simpatici che accettò sulla fiducia! “Devi addentare questo panino con la mortadella prima, devi addentare questo panino con la mortadella prima, così ritornerai di una misura accettabile, così ritornerai di una misura accettabile!” “Ok ma il mammifero dov’è?” “Non preoccuparti, non preoccuparti. Ci sarà anche lui: oggi è il suo non compleanno! Ci sarà anche lui: oggi è il suo non compleanno!!” Camminando qua e là si accorse di fiori con la faccia e cartelli stradali che dicevano di non calpestare i “palmipedoni” ovvero gente che cammina con le mani sulle strisce.  Improvvisamente una lepre di Marzo la prese per mano e le fece segno di ripetere le sue parole ad alta voce: “Mi piace ciò che prendo, prendo ciò che mi piace!”  La biondina pensò che in questo posto non è che la pensassero in modo tanto diverso da lassù! Entrò al party fatto solo di figure. “Lo vuoi del burro? Perché i tramonti son pupazzi da levare? Prendi della mollica per il the! Comincia dall’inizio e quando arrivi alla fine fermati, capito?”.   Pensò di aver a che fare con uno scappato dalla neuro, vestito con la giacca della domenica e il papillon a pois in occasione del carnevale. Si guardò attorno e dal tavolo vide spuntare il suo desiderio a 4 zampe. “Vieni qui bastardooo! Devi spiegarmi!!”  “E’tardi. E’ tardi. E’ ora di scappar”   “Te lo do io lo scappar!”.  Corse a più non posso finchè si ritrovò nel bel mezzo di una muraglia verde altissima ma non era quella cinese sembrava più quella di Borges a Venezia, era più graziosa e poi c’erano pure delle rose colanti di colore rosso. Decise di raccoglierne un po’ per la sua amica Francesca.  Udì delle voci mescolate, una in particolare sembrava quella del tizio che urla i numeri del bingo in sala: “Cinqueeee , setteeee, unoooo!” .  “ Sicuramente, nei paraggi, ci sarà una di quelle videolottery che ormai saltan fuori come funghi. Dunque coniglio ha preso il vizio del gioco e preferisce le slot a me?? Marianna e l’azzardo!?? Non ci voglio credere!”  All’improvviso 4 omini disegnati nello stile dell’asilo con la pancia a carta da gioco si presentarono davanti a lei, urlarono come pazzi per lo spavento e corsero via invocando una certa Regina. Incurante di tutto, Alice, seguitò nella passeggiata finchè magicamente uscì dalle rigogliose pareti. Uno stagno di fenicotteri rosa le si presentò davanti agli occhi! Si avvicinò ad uno di loro e chiese “Scusi, sa mica dirmi l’ora?”.  Nemmeno il tempo di finire la frase e si sentì prendere il braccio, una mano soffice e amica la nascose da tutto ciò che è impossibile! Era il suo eroe, la fece accucciare dietro ad un masso e levandosi in punta dei piedi le mormorò all’orecchio: “ La regina verrà condannata a morte, sarà uccisa nella notte, ci ha riempito di botte!” “Cosaaaaa? Ma chi? Elisabetta??!” “Sssshhhh, lei non lo sa ancora, stiamo tramando alle sue spalle per togliercela dalle palle! La ubriacheremo e le faremo perdere i sensi, le coloreremo la faccia con i gessi. Se vuoi diventare la mia donna devi darci una mano: ti è chiaro?!”.  “Ok, che devo fare?”. “ Devi batterla a Settebello, ad ogni punto perso lei butterà giù un sorso di vinello”.  “Bene ma prima dobbiamo fare 2 chiacchiere noi due, hai troppe faccende da spiegarmi!”.  “Ancora?? Senti dai spupazziamoci adesso e poi saremo tutti più rilassati. Ci mettiamo ammassati?”.  “Benissimo”.  Lui si slacciò il gilet e i calzoni di fustagno, lei alzò il grembiulino e la gonna azzurra e in men che non si dica tutto finì!.  “Scusa, tutto qui??? Un solo e misero secondo!?”. “Alice che vuoi??? Sono un coniglio: sveltina+sbadiglio!”.  “Sai io che ti dico? Che non so nemmeno che ci faccio qui, siete tutti scemi: uccelli fatti a gabbia, fante-cavallo e re che vogliono tagliare delle teste, capitani di libeccio, trichechi fuori dal loro habitat e conigli con la eiaculazione precoce. E’ finita! Io me ne ritorno dai miei”. Alice si alzò e fuggì velocemente dal quel sogno andato a male. Risalì il tunnel con il risucchio automatico di ultima generazione e prese una tazza di caffè sotto al pergolato. Frugando nelle tasche trovò un biglietto :  “Che ella non sappia chi lui predilige, il segreto bisogna mantener chè qui vige la impenetrabile legge del mister”.
“Tzè, nemmeno capace di scrivere in italiano! Schiappa a letto e pure ignorante! Francesca me lo diceva che non dovevo mollare quel tenebroso del Donnie Darko!” E veniamo al punto in cui perdo le staffe…

Tredicesima Lezione 14-02-12


Questo era il racconto che trattava della visone dell'alieno, cercare di vedere qualcosa in modo elementare, come se non si conoscesse nulla, come se lo si vedesse per la prima volta.

La differenza tra un sacco di spazzatura e i francesi?  Il sacco!  di Tesini Lisa

Poi arriva il solito domandone che scatena l'immaginazione: "Le 3 cose che porteresti su un'isola deserta???".
Inizia la carrellata degli uomini di Bristol: giornale, pipa e buon libro. Si parla di futili e fantasiose ipotesi ma siamo medici rispettosi con una carriera alle spalle: si sappia!
Non trovo interessante andare di proposito su un pezzo di terra sperduto chissà dove, senza cibo, senza comodità, senza parlare ...nel mio immaginario, quanto meno, avrei pensato questo prima che mi succedesse quel che mi è accaduto.

Ricordo una forte tempesta, scompariva una nave e rimaneva un fastidioso male alle tempie, non muovevo gli arti. Mi ritrovai prigioniero, pensai d'esser un salame stretto nello spago, pronto per esser mangiato. Avevo l’aglio addosso: lo sentivo dappertutto. Sforzando gli occhi legati dagli elastici da apparecchio per i denti percepivo piccoli scarafaggi con la faccia simile alla mia oppure piccoli “me” con la faccia più brutta di quella che mi ritrovavo in quel preciso momento!
Avevano un’età compresa tra i 3 e i 65 anni credo. C'erano 2 con i capelli corti che urlavano più di altri, soldatini in corazza rigida e nera, di quelli che colleziona mio figlio e pensavo d’esser capitato in Francia, Williams mi parlava di un’estrema bassezza in quei posti.
Sentivo pallini di metallo sulle guance. Mille saette sparate da una cerbottana senza soffio.
"Non distruggerai il nostro palazzo!" disse uno picchiettandomi uno stuzzicadenti che lo reggeva in piedi sulla pupilla. Forse l’età era tra i 3 e gli 86 a questo punto!
"Ma io non faccio del male a nessuno, sono naufrago, vengo in pace. Liberatemi." 
Una flotta di formiche su due zampe mi circondò e con uno sforzo tipo latte non tollerato del mattino mi sollevarono mollamente. C’era puzza, una di quelle puzze che non distingui da quante sono!
Non so nemmeno a cosa stessi pensando in quel frangente ma nel tragitto vedevo tronchi di broccoletti con 2 fili penzolanti ( chi c’era sopra rideva ed era davvero nano), cassette di legno con buchi e gradini (chi c’era dentro mi sembrava portasse i capelli lunghi) e infine bestioline saltellanti a 4 zampe vestite col cappottino della domenica ( portavano pelo medio e svolazzante).
Mi slegarono ma c'era una gran confusione (forse un mercato), vedevo fumo (forse la sagra del maiale al forno). Uno mi solleticò la caviglia con la forchettina per le olive e mi urlò di non muovermi. Approfittando dell'intimità, feci 4 passi e decisi di fare pipì, abbassai la cerniera e mi liberai.
Ad un certo punto sentii: " Ci ha salvati! Portatelo dal sovrano!"
"Ehi scarafaggi e/o formiche con la piega appena fatta e la faccia senza età, che volete farmi? State calmi, fate un bel respiro (anzi meglio di no!)  e spiegatemi!" 
“Siamo lillipuziani!”. Disse uno alzandosi di 2 cm per l’orgoglio, ingiallito, tutto bagnato e con tono schifato.
“Scusa??”
“Sei a Lillipuz! La terra di Lilli il Puzzone nonché il più grande venditore di tanfo (di vario genere) del mondo.
“Che fortuna!” Pensai tra me e l’essenza d’immondizia che mi vagava nella testa.
Arrivai ad una di quelle costruzioni che si fanno sulle spiagge d'estate e uno che sembrava Babbo Natale fuori stagione (considerato il pelo bianco sulla tunica rossa)  mi ringraziò per aver spento l'incendio. Mi spiegò che questi incidenti erano frequenti. Lui ammassava i rifiuti per decidere la profumazione che più gli garbava, era per il bene del popolo ma alcuni contadini non capivano. Loro lavoravano la terra: non erano commercianti!
Mi sentivo quasi un eroe e raccontai delle mie esperienze nei vari viaggi, mi inventai 2 o 3 cose del tipo che ero pure io il re della mia città, che la donna più profumata amava me ecc…
Mi credevano e mi coccolavano dalla mattina alla sera. Non potevo lavarmi ma alla fine la mia spaventosa grandezza ebbe la meglio. Mi facevano sedere in mare ma poi cambiarono immediatamente metodo, infatti all’ora del mio bagno si dimezzava la popolazione a riva… per l’alta marea credo! Dicevo, con degli spazzolini da denti, dei microfoni (quelli di pelo da giornalisti), dei mattoni bianchi (tendenti al grigio) e delle pompette per il verderame rinvigorivano la mia pelle e lo stupore. Mi preparavano il tavolo per deliziarmi ma non capivo l’ostinarsi a mettere 20 piatti, 20 bicchieri, 40 posate! Mangiavo solo io e se dobbiamo dirla tutta, le porzioni facevano ridere. Nouvelle cousine: me la vogliono dare a bere ma sono in Francia!!! Fatto sta che dalle 12 alle 13 percepivo nell’aria aroma di astio e budella attorcigliate. Ero libero di sentirmi a casa, non facevo domande ma ero segretamente curioso. Sognavo lunghe passeggiate ma dopo pochi minuti mi ritrovavo nel punto di partenza: mi appassionavo ai particolari. Avevo un mal di schiena perenne a causa della postura da raccogli fragole, se volevo capire quel che dicevano dovevo “stare basso”.
“We, ah Gully statte basso ià!”
Un giorno uno con la criniera detto “Cavallo pazzo” mi insegnò delle parole del posto, era colto, e lo si capiva dalla camminata saltellante e sicura. Sapeva dell'Inghilterra, diceva che era popolata da una razza perniciosa di piccoli detestabili vermi e mi trovavo d’accordo se associavo quest’immagine a quella di certi miei colleghi! Ci perdevamo in lunghe discussioni senza arrivare a nulla. Mi istruiva sulle usanze. Era necessario produrre più pattume possibile entro il nascere della luna piena perché sarebbe stato il momento in cui il sovrano Lilli avrebbe ricevuto l’ispirazione maggiore per creare un nuovo prodotto che avrebbe poi venduto a strozzini, ex carcerati e delinquenti vari per minacciare le prossime malcapitate vittime: il fetore del rispetto lo chiamava lui!
Sembrava la Sicilia degli anni d’oro: probabilmente ci avrebbero fatto un film.
Nei laboratori dell'Accademia ipotizzavamo le reazione di un uomo di fronte ad un altro uomo nelle più svariate occasioni della vita ma cosa ci stavamo perdendo in verità??! Chissà che altro c'era da scoprire! Certo è che un negozietto dei crepes non l’ho scovato!

Per la prossima avventura ho segnato: una lente di ingrandimento, abbigliamento poco vistoso da regalare a mafiosi in esilio e abbondante cassa di deodorante!!


Dodicesima Lezione 07-02-12


Sono in un leggero ritardo con i miei racconti settimanali ma recupero subito!
Questo è quello dove si svelava l'intenzione del protagonista solo alla fine...Chiedo scusa alle mamme e ai papà in sala!!!


La conseguenzael peccato di Tesini Lisa
Lineetta rosa, puntino nero, goccia di bianco per dare candore.  Ho le mani fredde dall’umidità e il prossimo bozzetto rischierebbe d’essere una tremolante calligrafia illustrata priva della perfezione del gioco di vetri gialli della chiesa: splendore nei visi di Betlemme!
Chiudo il laboratorio e passo ad altro. Sentiamo come stanno le creature di Dio! Dall’orecchio sul legno non si sentono capricci ma ecco di nuovo dei fazzoletti sporchi di moccio ingiro: quelli che ho ricamato per Natale! Accogli la loro supplica.  Sul tavolino del salotto tulle ocra, pizzi, merletti, bottoni in plichi da 10, aghi, lacci, fili spezzati e forbici aperte: p e r i c o l o s s i m e!   Tutto è abbandonato come pecorelle smarrite. Non deve esistere il disordine: continuo a ripeterlo!  Maestro, maestro salvaci! E’ opera di Rich, sicuramente! Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.
Vado a cercare movimento: qui dormono tutti. L’insegna del teatro parrocchiale all’incrocio con Sant Jorge è magenta o rossa punteggiata? Corro a darle una veloce occhiatina. Cielo azzurro bambino, pozzanghera cioccolato latte, pezzi di fiori come ali d’angelo e non male il grigio del cemento lavato : affidabile per un’espressione triste alla Shelly. Sorridi gioia mia perché io non c’entro!??  Gesù dice che se credi vedrai la gloria di Dio!   Ops! Una molletta di legno per terra! Quasi la pestavo ma è decisamente perfetta per tappare i nasi, e per le bocche? Un bagnetto caldo appena bollente: il Signore castiga chi ama!  Emma non tace mai!
La cartoleria mi dà la vaghissima idea di esserci  nata. Me lo ricordo l’odore di tempera entrare nella culla, per non parlare dei pezzetti di gomma che mi pizzicavano l’orecchio sinistro. Eve e Adami peccatori che cancellavano inferi di matita sulla mia purezza. Carol me le dice le bugie. Le cose che si vedono sono per un tempo ma quelle che non si vedono sono eterne. E’ grave. Deve imparare la sincerità e la bontà come il buon samaritano.  Mi han regalato con carità fogli neri a stelle d’oro per il rampollo. Goderecce le illusioni che, appena ritornata in strada, prendono vita. E’ la voglia di Paradiso!
La merceria, invece, è il nascondiglio degli inventori. Sono nata anche qui un tempo, senza che se ne accorgessero: una donna silenziosa è un dono di Dio!  Prendo una spilla a caramella, un pezzo di stoffa scozzese, del nastro spesso, una cerniera argentata e 5 perline costose per aver la certezza di bellezza assicurata. Lo voglio da faraone il suo viso… anche nel dolore.
Magenta! Era magenta! Ne ero quasi certa. Prontissima per la prossima creazione: la mia genesi da toccare. Ho tutto chiaro nella testa, sposto un po’ di nero per dar aria all’immaginazione. Aspetto. Calma piatta nei sacchetti penzolanti dalle mie mani eppure contengono lussuosità. “Lussuosità” come i colletti e le gonnelline, come i gessetti e gli acquerelli per la principessa. Lei sarà come un albero piantato lungo i corsi d’acqua che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai. Aspetto. Ma ora basta. 
Ciao Denny, è stato bello lo spettacolo delle marionette?  “siii voglio ritornare!”   Ok te lo prometto, andremo dopo il catechismo la settimana prossima. Dammi la mano che oggi la mamma non può venire a prenderti e ci penso io.   Ti piace il magenta?    “Che vuol dire quella parola?”    E’ una bella tonalità di rosso, fidati di me!
Seduto in cucina con una grande mela già morsicata in mano ed una latta di biscotti nell’altra, Denny inizia a guardarsi attorno, io lo tenevo d’occhio, era in cerca dei suoi amichetti. Chi ama tutto sopporta e non perde mai la speranza. I pomeriggi del doposcuola eran sempre pieni di sorprese ma oggi sarà diverso, non siamo a scuola ma nella casa di Dio! Tutti pronti a festeggiare il compleanno di Rich!
Quando arriveranno gli altri? mi chiede il  figlio dei mortali. Lui era il primo. O forse no.
Braghe di velluto, bretelle regolabili, ciuffi di capelli castani, ditale bronzo, tondo imbottito dall’espressione entusiasta, sciarpetta e stivali color magenta. Denny!!!???? Raggiungimi qui in camera!  Senza volere si infila la scarpa tolta dalla gamba penzolante e arrancando segue la mia voce, lo vedo dallo specchio del corridoio e sono emozionata. C’è una via che all’uomo sembra dritta ma finisce con il condurre alla morte. Ecco, è per te!   “Ma cos’è?”   Sei tu!    “Ma è un bambolotto di pezza che assomiglia a quelle figure sui libri di religione!”    Ti dico che sei tu, è del color magenta come piace a te! Contiene anche un segreto!   “Grazie, ma gli altri quando arrivano? Ne hai fatto uno anche per Rich? Per il regalo?”  Vieni qui rispettando la mia volontà.  La mente dell’uomo pensa molto alla  sua via ma il Signore dirige i suoi passi.  Ecco che andiamo verso la fine della stanza senza finestra. Impugno il bastone di legno e sposto la tenda. Su ogni piega ho ricamato una lettera. Nell’ordine si leggono: R,S,E,C,F,P e da poco D.
Puoi rimanere assieme a loro. Denny stai fermo! Cerchi di scappare ma la fede è il fondamento di ciò che speriamo e la prova delle cose che non vediamo. Non senti l’amore per voi? La cura e la devozione? Inutile che cerchi di emettere grida da quella piccola bocca, i tuoi occhi sono sporgenti ma te li avvolgerò da un nastro color vinaccia: starai benissimo! Anche tu da bravo bambino ubbidiente, prendi posto sulla sedia e tieni sulle ginocchia il mio regalo. Aspettate. Ogni cosa è buona è giusta.
 Erano sempre carini da rivedere, tutti assieme intendo : che farete il giorno che Dio vi visiterà? Aspettavamo la chiamata dal cielo mentre leggevo loro storie, potevano usare la mia casa perché era la loro grotta calda, non sentivano la mancanza di genitori e fratelli, non commettevano danni ingiusti: a chi ti percuote su una guancia porgigli l’altra. E’ chiaro che alcuni passi della Bibbia sono incompiuti e ne insegno io, per volontà del Creatore, la giusta lettura. Nel nome del padre, del figlio e dello spirito Santo.

Times 24 dicembre 1966
Recuperati dalla polizia i sette bambini scomparsi nel corso degli ultimi 3 anni. Al fiume fu trovata impiccata la suora della scuola elementare “Victor Kain” nonché punto di riferimento per i fedeli della contea. Figlia di una sarta e di un pittore, amante dei giocattoli.  In ogni fantoccio cucito a mano (dalle sembianze dei giovani rapiti) fu trovato arrotolato un passo del Vangelo secondo Matteo"In quell’ora i discepoli si avvicinarono a Gesù e dissero: “Chi è realmente il più grande nel regno dei cieli?”  Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro,  e disse: “Veramente vi dico: A meno che non vi convertiate e non diveniate come bambini, non entrerete affatto nel regno dei cieli.  Perciò, chi si umilia come questo bambino è il più grande nel regno dei cieli;  e chiunque riceve un tale bambino in base al mio nome riceve [anche] me.  Ma chiunque fa inciampare uno di questi piccoli che ripongono fede in me, sarebbe più utile per lui che gli si appendesse al collo una macina da mulino come quella che viene fatta girare da un asino e che fosse affondato nell’ampio e aperto mare."

Tatto e fantasia!

Il senso di assoluto mi ha sempre fatto tanta pena. Tengo a ribadire il concetto che l'estremo non porta a niente perchè prima o poi smette di esistere. Preferisco una forma costante, ben pensata e vera e non nata in base alla fibrillazione del momento. Reputo tutto normale e umano ma fino ad una certa età, quando non si conosce, quando si è privi di esperienze, quando ègiusto che sia così. Crescendo si dovrebbe capire cos'è il tatto, cosa è giusto e cercare di muoversi in questo in base a ciò che ci viene dato a disposizione.Tatto: è proprio questa la parola che si va via via cancellando, non si rispettano i sentimenti, non ci si immedesima nell altro, non si riconosce una paura, uno sbaglio, un sentimento... La cosa peggiore è far finta che ciò che "può distrurbare" non esista. Si preferisce essere a mille per non ricordarsi del 10 per cento che ci mangia la testa in alcuni frangenti. Sono voglie che tutti ci togliamo.La razionalità serve a tutto come a niente, anche questo è vero ma cerchiamo almeno di non prendere per il culo le persone con belle parole che lasciano solo il tempo che trovano.  La schiettezza è acqua fresca ma devi ricordati il benessere che può dare quando la dai e agire in base a quello. E chi se lo ricorda!!?? Basta poco per rendere felici, basta poco per uccidere, basta poco per essere veri. Aspetta che me lo segno!

Amo l'estate: musica, casino e qualche birra!

Ok lo ammetto! Da oggi in poi verrò a lavorare solo per pagarmi i concerti che mi farò quest anno a partire da maggio! Considerando che già in programma c'erano i soft Tiziano Ferro e Pausini, passerò al gran ritorno della Alanis Morisette, andando dal rock dei Red Hot mescolandolo alla notiziona dei nomi al Castello di Villafranca!! Praticamente sotto casa mi aspettano Eddie Vedder e i Placebo! Ci manca solo l'aggiunta dei Marlene, After e la Zilli e sono aposto sia di orecchio che di tasche!!  Vado a prendere un gratta e vinci! Le ferie on the road le farò spingendo la macchina! Forza e coraggio..si vive una volta sola!

martedì 21 febbraio 2012

La notte- Arisa-

Il cielo sopra Berlino.


Bisognerà finirla prima o poi con il caso. Non so se ci sia un fine, ma ci deve essere una decisione, è necessario che tu decida. Deciditi! Ora il tempo siamo noi. Non solo la città intera, adesso è il mondo intero che prende parte alla nostra decisione. Ora noi due siamo più che due solamente, ora noi incarniamo qualcosa. Ed eccoci sulla piazza del popolo, siamo qui tutti e due e l’intera piazza è piena di gente che si augura la stessa cosa che ci auguriamo noi. Decidiamo noi il gioco per tutti. Adesso o mai più. Tu hai bisogno di me, tu avrai bisogno di me. Non c’è storia più grande della nostra, quella mia e tua, Quella dell’Uomo e della Donna. Sarà una storia di giganti, invisibili, riproducibili; sarà una storia di nuovi progenitori. Guarda i miei occhi, sono l’immagine della necessità, del futuro di tutti sulla piazza. La notte scorsa ho sognato qualcuno, uno sconosciuto, il mio uomo. Soltanto con lui potevo essere Sola e aprirmi a lui, aprirmi tutta, tutta sua, farlo entrare dentro di me tutto intero, avvolgerlo con il labirinto della comune beatitudine. E io lo so, sei tu quello…
Marion – Il Cielo Sopra Berlino

domenica 19 febbraio 2012

Oggi.

Non credo più.

giovedì 16 febbraio 2012

Quante volte?

Convinta che l'amore, quello della vita, arrivasse una sola volta, non guardavo oltre le mura della città. Tutto era dov'ero. C'era quel che serviva senza bisogno d'altro. Le strade su cui mi muovevo non si contavano, intravedevo la loro fine da quaggiù: parole, immagini, momenti che rivivevo inconsciamente. Mi piaceva perdermi senza arrivare a toccare con mano quel che son convinta fosse la chiave delle mie verità. Avevo costruito tutto un pò diverso, diverso dai sogni. Prendevo una lastra di cemento decretandola la mia base e, sedendo sopra la stabilità, iniziavo a conoscere quel che mi aspettava. Vedevo scorrere tra l'erba la pioggia, il ghiaccio, un fiore senza profumo e la mia tipica espressione, mossa dal vento, mai stabile e pronta ad esser sollevata e spazzata via. Forse oltre le mura? Non sapevo cosa dirmi, cosa dire a chi non ha più il tempo di ascoltarmi. Cercavo sostegno senza sentire fatica, mi riposavo perchè è così che si fa ma sapevo bene la mia meta. Non ho mai rinunciato al niente ed è proprio questa ostinazione che genera le mie forze. Mi chiedevo come facevo e a quale anima sconosciuta appartenevo. Non ero io. L'amore è dare importanza alle banalità tanto quanto alle enormità che ci potrebbero regalare. Io mi perdo, senza mappa, senza valigia, senza sapere, solo per il gusto di andare. Camminare è il mio non essere piatta nei confronti del giorno che verrà. Una voce che non ho mai sentito non è ciò che mi conduce all'arrivo, chi è straniero non mi farà scoprire la terra del destino, oggi no almeno. Riconosco il sacrificio,  la sottile differenza tra me e l'idea di me. Una volta sola o ogni giorno? 

"Che stupidi che siamo: quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. A volte la vita ci scorre davanti e noi non ce ne accorgiamo nemmeno! 
Hai fatto bene ad accettare, sarà un viaggio molto bello!"


Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek


Stato d'animo - MK-

Mi spiace gli abbiano cacciati dal Festival ma chissenefrega.
Vi regalo questa canzone che a detta di Godano "è la canzone più depressa che io abbia mai scritto"..aggiunta di risatina sarcastica! Oggi saranno un pò atapirati ma domani tutto passerà!


Niente oggi sembra favorevole:
gira il mondo con ostilità,
ogni impressione mi fa debole
e sento dentro solo sfiducia.

basse le nubi che opprimono;
fredda, aliena e bieca la città;
pensieri e gorghi bui mi assediano
con la loro azione suicisudicia.

domani tutto si risanerà.
la vita ntornerà gradevole.
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura...dura come non è stata mai.

l'inizio è stato pura paura
per la mia incolumità:
gli ho dato il nome della sventura
e l'ho tradotta in solitudine.

"siamo tutti soli?" mi son chiesto poi
sentendo il peso della sconfitta,
e una spirale malinconica
mi ha dato in pasto all'inquietudine.

domani tutto si risanerà
e il mondo tornerà piacevole.
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura come non è stata mai.

come non lo è stata mai...
e tu, mondo, come stai?
e in che direzione andrai?
e anche tu, uomo, come stai,
ingordo, coi tuoi guai?
ma che domande stupide...
beh, domani passerà.

prendo mio figlio a scuola,
noi camminiamo piano,
il suo ventre un po' gli duole,
tengo stretta la sua mano.
poi gli sfioro il capo
e penso proprio che è vero:
"la gente non è buona"
come canta il re corvo nero.

domani tutto si rasserenerà
e anch'io tornerò socievole,
ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura, come non lo è stata mai

come non lo è stata mai...
e tu, mondo, come stai?
e in che direzione andrai?
e anche tu, uomo, come stai,
ingordo, coi tuoi guai?
ma che domande stupide...
beh, domani passerà.

mercoledì 15 febbraio 2012

PENSIERO DEL GIORNO:
Quando mi dico che le ho provate tutte ... forse dovrei credermi...

Non per lei.


Le chiese di non capire
di fermare il battito del cuore
di cancellare il voler esser vissuta
senza domande
senza fraintendimento.
Uno spettro nell'anima.
Quel che si è davvero non si nasconde
non ne saremo capaci mai
non è apparenza
rimarrà una briciola
là, in un piccolo pozzo dove raccogliere verità.
E lei pensava
che una carezza che rassicura
che 2 occhi immensi
non sono un illusione
non per lei
non su di lei.


Il sole esiste per tutti -T.Ferro-


Oggi va così...



In questa mattina grigia
In questa casa che ora è veramente solo mia
Riconosco che sei l'unica persona che conosca
Che incontrando una persona la conosce
E guardandola le parla per la prima volta
Concedendosi una vera lunga sosta
Una sosta dai concetti e i preconcetti
Una sosta dalla prima impressione
Che rischiando di sbagliare
Prova a chiedersi per prima
Cosa sia quella persona veramente
Potrò mai volere bene

Tu che pensi solamente spinta dall'affetto
E non ne vuoi sapere di battaglie d'odio di ripicche e di rancore
E t'intenerisci ad ogni mio difetto
Tu che ridi solamente insieme a me
Insieme a chi sa ridere ma ridere di cuore
Tu che ti metti da parte sempre troppo spesso
E che mi vuoi bene più di quanto faccia con me stesso

E' trasceso il concetto di un errore
Ciò che universalmente tutti quanti a questo mondo
Chiamiamo amore

Ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi
E ti vedo morire
Ti fermo all'inferno e mi perdo perché
Non ti lasci salvare da me
Nego i ricordi peggiori
Richiamo i migliori pensieri
Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti
Che il sole esiste per tutti
Esiste per tutti
Esiste per tutti

Ciò che noi sappiamo
ha da tempo superato
ogni scienza logica concetto o commento di filosofia eremita
ciò che non sei tu e che voglio tu capisca
è quanto unico e prezioso insostituibile solo tuo
sia il dono della vita

Ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi
E ti vedo morire
Ti fermo all'inferno e mi perdo perché
Non ti lasci salvare da me
E nego il negabile
Vivo il possibile
Curo il ricordo
E mi scordo di me
E perdo il momento
Sperando che solo perdendo quel tanto
Tu resti con me

martedì 14 febbraio 2012

Bacio sulla bocca -I.Fossati-

Mi piace la musica italiana e alcune vecchie glorie non tramontano mai.
Come si fa a dire che gente come Zero, Venditti, Battiato, De Gregori o Fossati non sono maestri! Proprio di quest ultimo vi faccio leggere una canzone o meglio ... una poesia.


Bella, 
che ci importa del mondo 
verremo perdonati te lo dico io 
da un bacio sulla bocca un giorno o l'altro. 

Ti sembra tutto visto tutto già fatto 
tutto quell'avvenire già avvenuto 
scritto, corretto e interpretato 
da altri meglio che da te. 

Bella, 
non ho mica vent'anni 
ne ho molti di meno 
e questo vuol dire (capirai) 
responsabilità 
perciò… 

Volami addosso se questo è un valzer 
volami addosso qualunque cosa sia 
abbraccia la mia giacca sotto il glicine 
e fammi correre 
inciampa piuttosto che tacere 
e domanda piuttosto che aspettare. 

Stancami 
e parlami 
abbracciami 
guarda dietro le mie spalle 
poi racconta 
e spiegami 
tutto questo tempo nuovo 
che arriva con te. 

Mi vedi pulito pettinato 
ho proprio l'aria di un campo rifiorito 
e tu sei il genio scaltro della bellezza 
che il tempo non sfiora 
ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi 
sul ciglio del prato di cicale 
con l'orchestra che suona fili d'erba 
e fisarmoniche 
(ti dico). 

Bella, 
che ci importa del mondo. 

Stancami 
e parlami 
abbracciami 
fruga dentro le mie tasche 
poi perdonami 
sorridi 
guarda questo tempo 
che arriva con te 
guarda quanto tempo 
arriva con te. 

sabato 11 febbraio 2012

Giustizia della folla.

Vedo la folla invisibile
urlano il nome mio
per impazzire di quel che immaginano
ma non è.
Rintocchi anomali
che mi invitano
ad avanzare
nuda
verso un'alba non voluta.
Desideri in me
che si perdono
tra la bufera degli sguardi.
Languidi per farmi calma
annusano la malinconia
percepiscono quel che dò.
Tra sabbia, corde
spettacolo di colombe
un volo nuovo
rispondo al richiamo.
Freschezza sulla pelle
lontana dal materiale.
Un tocco delicato
violini e note
per l'urlante acclamazione.

Cassetto.

Ho aperto un cassetto a tutti sconosciuto, uno di quelli che è in casa da una vita ma a cui non si dà importanza. E' solo, si sente così. Vede la frenesia e si fa invisibile ai passanti ma indivisibile a me, l'unica pronta a custodirlo.
Quanti vagabondi pensieri racchiusi in sè, frasi sconnesse, da mettere via...da richiudere in fretta.
Velocità imposta per non perdere la faccia e si consuma la lettura creando un puro attimo di non ritorno usando l'assenza di gravità che dà conforto per trarne il massimo per ciò che incontrerò.
Diventa difficile abbandonare la soglia virtualmente presente, servirebbe farsi piccoli, a misura di cassetto e chiedere a qualcuno di aiutarci a chiuderlo da fuori, un complice, uno che taccia.
Una sorta di Cronache di Narnia dove s'intravede una curiosità quasi benevola e si tenta la scoperta.
Immagino di trovare quel medico ferito che ha provato un dolore e può guarire davvero. Sarà sostegno alla messa in scena d'una favola.
E arrivo dove loro conoscono il mio profumo, intendo chi abita qua, i sentimenti, è come se mi aspettassero ma ero io a tardare.
M'innamoro e mi chiedo cosa pensi quando parli con me? Io che non mi stanco di guardarti e più ci penso e più diventa difficile, sento più intensità e meno proporzione, nella mia claustrofobia scatola nasco come un eroe ma la mia vincità dipende da chi ho attorno.
Affondo in te, mi unisco al dare per scontato chi si ama, mi concedo gli sbagli umani e mi giro e mi rigiro in cerca di chi sparisce lasciandomi prima di addormentarmi. 
Che una casa su un albero mi dia più distacco e meno teatralità, che un pigro non mi faccia scrivere poesie, che un bacio mi insegua!!
E l'ora della partenza, quella che ti impone d'esser strana, di percepire una mancanza che non definisci ma ci provi. L'esagerazione spaventa ma vuoi mettere sentirla trasformarsi in un gesto d'amore? Ne chiedi ancora e ancora ma smettila di guardarmi così perchè non sò cos'è.


venerdì 10 febbraio 2012

Cammino.

Cammino mai nella stessa direzione
però mi somiglio
a destra a sinistra.
Acculturata dal poco che basta
fino alla prossima scoperta.
Maestri del sapere non toccano questa pelle
non si fan calce per la costruzione a cui altri aspirano.
Mai impotente.
Rigenero un pensiero nato così
da chi non si sa nascondere da me
dal niente che s'inginocchia all'attenzione
e arriva prepotente
e scaturisce ilarità.
Avanti seguendo i piedi
indietro immaginando un vuoto
che mi sorregge nella caduta
mescolando sangue ad inchiostro.
Non necessito di ciò che serve.
Nel sostegno del destino
amo l'improbabilità
che poi è tangibile
che mi è amica
e non scoraggia se non si esiste.
Voglia di percezione
tangibile
come un manto bianco
che ti rinvigorisce dalla sola apparenza
senza movimento.
Ci si stanca ad inventare,
si ostenta sicurezza per non avere quel che conta,
cammino mai nella stessa direzione
ma casualmente m'incontro
e mi osservano
io lo sento.

giovedì 9 febbraio 2012

I'll be waiting-Lenny Kravitz-

Oggi modalità versione romantica.


Più guardo questo video e più mi dico che il concetto di amore dovrebbe essere questa canzone, questa interpretazione in particolare. Io qui ci vedo il significato del tempo che chissà se esiste. Sento l'urlare a qualcuno una speranza, sento dolcezza mista a rabbia, vedo passione e delicatezza, solitudine e dolore, violenza e pulsioni, un pungo che si fa carezza, un tesoro che si fa scoprire. Cos'è infondo quello che tutti noi immaginiamo? E' semplicemente questa melodia. Mani, labbra, confusione, chiarezza. Un distillato di sensazioni da sorseggiare o bere d'un fiato. Tasti di un pianoforte, il bianco e il nero, una camminata a testa bassa lasciando un cuore aperto alle spalle, forse simbolo di quel punto di riferimento che accoglie sguardi complici e mai stanchi. 

mercoledì 8 febbraio 2012

Oggi.

Non mi va bene niente e si vede.
Il fatto che più non concepisco è che la gente me lo debba far notare continuamente: sei così, sei colà, cos'hai, ecc. Mi prendo la responsabilità delle mie parole ma ad un certo punto si deve anche smettere. E' uno di quei periodi dove vedo tutti che passeggiano con sti cacchio di mazzolini di fiori tra le dita, ed io sto lì, appagata nel notare la loro leggiadria. Mi complimento mentalmente per la loro reazione alla vita ma queste scene non mi appartengono. Ve lo dico col cuore in mano: se vi sta in culo come sono, cosa dico, come agisco andate pure altrove. Mi sento sicura di questo ma ne sarei più certa se avessi maggiori conferme. Non importa. Si prosegue. Non faccio più giri di parole perchè ormai si stagna tutto nello stesso posto e sento puzza anche attraverso un video. Cercate di non far per forza parte di me perchè, chiaramente, non mi interessa. Apprezzo gli scontri perchè mi fanno sempre ragionare ma non voglio esser diversa da quello che sono. "Vedi sempre nero" e dunque? Lo dite voi. Fatevi un'idea della persona che avete davanti ma non imponetevi che sia per forza esatta perchè una variante c'è per forza e quella variante che cambia ogni cosa la so solo io. Io posso dirvi le verità su di me, il fatto è che si deve scoprire e capire se le si vuol sentire oppure no. Scelta vostra non mia. Mi chiedo a chi sto parlando, probabilmente solo a chi ha qualcosa da ridire ed è qua per farsi i cazzi miei ma ormai il callo c'è. Forse parlo al signor nessuno o come sempre semplicemente solo a me perchè sono io ciò che conta alla fine di tutto. Parlando ne sento di belle e alcune mi rappresentano. Condivido chi dice che non ha ne presente, ne passato e ne futuro (non ho voglia nemmeno dell'accento) chi dice che è pronto a partire per dare un bacio della buonanotte alla compagna di scuola dall'altra parte del mondo. Sono estrema in ciò che faccio e non vedo quale sia il burrone accogliuomini che crea questo atteggiamento. Il voler ascoltare un MIO bisogno primario viene visto come una forzatura negli altri, un aprirsi magari, ma non è chiaro che di questo a me non frega niente perchè rispetto i momenti d'aria.Anzi, li capisco alla grande! Ho IO la necessità di parlare!! Cosa chiara al 2% della gente che conosco. E me ne sto qua a sentirmi giudizi da tutte le parti del mondo, a sentirmi polemiche che mi trapassano il cervello e me ne sto zitta anche se vorrei esplodere da un momento all'altro per esser cattiva e non soccombere più. Sono nera esattamente come la mia maglia stamattina in ufficio, ho i miei sprazi di gioia infinita che s'intuiscono lontano un miglio ma pochi li notano e allora mi chiedo...il problema è chi non vede o sono automaticamente io? Per forza di cose è la prassi. (?)
La mia santa gioia ce l'ho e la trovo dove pare e piace a me. Ne conosco l'essenza.
Ho solo un desiderio, non esser confusa per non crearmi confusioni.
Voglio alcune persone, me ne bastano davvero poche ma ci devono essere. Io me le sento dentro. Il resto è aria, mille lettere nel vento che spazzo via soffiandoci sopra.

Canzone per un figlio -MK-


La felicità non è impossibile
La stupidità la rende facile,
Come un’ebbrezza effimera che può imbrogliare
Fino a non capire che può fare male la sua vanità
Se sai bene ciò che fai
La felicità sarà sempre raggiungibile
Se non sai quello che vuoi
L’infelicità sarà spesso incomprensibile
Se davvero sai chi sei la felicità… sarà dentro di te
La felicità sorride attonita,
Con ingenuità e un largo brivido,
Alla bellezza eterea che sa incantare
E alla poesia che ci fa sentire la forza della bontà
Se sai bene ciò che fai
La felicità sarà sempre raggiungibile
Se non sai quello che vuoi
L’infelicità sarà spesso incomprensibile
Se davvero sai chi sei a felicità sarà desiderare ciò che hai
Dentro, in fondo all’anima
Dentro di te.


martedì 7 febbraio 2012

Al primo ascolto.

Smantellano i canoni di assoluta frigidità
stendendo versi strazianti di malinconie possibili
Palpitante è la forza che percepisco
amo averla dentro l'anima
Preziosa immobilità per i giorni del presente
così viscerali da amarli ad ogni costo
Scelte in piedi tra due stanze
da confermare o penetrare
da smussare fulminee
come un intenso affresco
che si vuol toccare
che m'è impossibile.
Cattura chi l'ascolta
un'agodolce drammaticità
che persuade ciò che sono.