Si parla sempre dell'alieno. Mi son data alla rivisitazione delle favole!
Favola moderna di Tesini Lisa
“Non
è possibile! Mamma me ne devo andare da qui!!!”
“Oimè,
oimè ho fatto tardi!! Sono
in ritardo! In arciritardissimo!” disse sistemandosi il
panciotto.
“Non
ci credo d’averlo visto davvero! Un coniglio con un orologio da
taschino??? Il mio sogno proibito! Vieni
qui dove scappi?”
“Il
mio fascino non si smentisce! Il pelo lustro e il baffo fanno sempre il loro
dovere con le pupe!” borbottò fiero il bel dentone.
Alice
entrò nel cespuglio dove si era nascosto il Bianconiglio e precipitò in un buco
profondo, pieno di oggetti e persone galleggianti: il rossetto che aveva perso
in discoteca, il motorino che le avevano rubato, quella che ci aveva provato
col suo ex e il tizio palestrato del mare. Atterrò col sedere in una stanzetta
troppo stretta e maledisse subito le 2 fette di profiteroles ingoiate la sera
prima. Si accorse di un biscottino con scritto “MANGIAMI” e pensò che un etto
in più o un etto in meno, ormai , non avrebbero fatto la differenza.
Immediatamente diventò piccolissima e si trovò davanti ad una porta, la aprì e
vide piante altissime, forse era in Australia! Bellissima! Ad un certo punto
capì, invece, di essere allo zoo. L’accerchiarono gufi con gli occhiali, topi
nuotatori e lucertole delle pulizie ma la sua attenzione fu attirata, ancora
una volta, dal solito bellimbusto
coniglio. “Scusate devo correre da lui”. Seguì quel profumo da maschio e si
ritrovò in quel che era, probabilmente, la casa dove avrebbe consumato una
fugace passione. “Finalmente un po’ di
intimità!” pensò. “Pelosino dove
sei??”. Alice salì le scale ma niente,
sembrava sparito, finchè su il letto trovò una Red Bull con scritto “BEVIMI”.
Un’energizzante non avrebbe fatto male a nessuno! Detto fatto. Diventò gigante
e le braccia e le gambe le uscirono da quella casetta per nani.
“Mariannaaa!Mariannissima”. Urlò l’albino dalla serra. “NO NO e poi NO, chi è questa Marianna?? Io
faccio tutta questa strada per averti, vedo animali che si trovano solo nelle
favole, cavallette che fanno i giudici, gatti vestiti da prigionieri che si
dilettano con la prestigibirizzazione e bruchi in balia degli sballi anni 70 e
tu?? Mi rimpiazzi con un’altra???”. Dalla rabbia sradicò la casa e si scrollò
di dosso gli ultimi pezzi finchè sentì una voce doppia: “ Ei tu, ei tu. Vieni alla festa? Vieni alla
festa?”. Erano due bambini cicciotti e talmente simpatici che accettò sulla
fiducia! “Devi addentare questo panino con la mortadella prima, devi addentare
questo panino con la mortadella prima, così ritornerai di una misura
accettabile, così ritornerai di una misura accettabile!” “Ok ma il mammifero dov’è?”
“Non preoccuparti, non preoccuparti. Ci sarà anche lui: oggi è il suo non
compleanno! Ci sarà anche lui: oggi è il suo non compleanno!!” Camminando qua e
là si accorse di fiori con la faccia e cartelli stradali che dicevano di non
calpestare i “palmipedoni” ovvero gente che cammina con le mani sulle
strisce. Improvvisamente una lepre di
Marzo la prese per mano e le fece segno di ripetere le sue parole ad alta voce:
“Mi piace ciò che prendo, prendo ciò che mi piace!” La biondina pensò che in questo posto non è
che la pensassero in modo tanto diverso da lassù! Entrò al party fatto solo di
figure. “Lo vuoi del burro? Perché i tramonti son pupazzi da levare? Prendi
della mollica per il the! Comincia dall’inizio e quando arrivi alla fine
fermati, capito?”. Pensò di aver a che fare con uno scappato
dalla neuro, vestito con la giacca della domenica e il papillon a pois in
occasione del carnevale. Si guardò attorno e dal tavolo vide spuntare il suo
desiderio a 4 zampe. “Vieni qui bastardooo! Devi spiegarmi!!” “E’tardi. E’ tardi. E’ ora di scappar” “Te lo do io lo scappar!”. Corse a più non posso finchè si ritrovò nel
bel mezzo di una muraglia verde altissima ma non era quella cinese sembrava più
quella di Borges a Venezia, era più graziosa e poi c’erano pure delle rose
colanti di colore rosso. Decise di raccoglierne un po’ per la sua amica
Francesca. Udì delle voci mescolate, una
in particolare sembrava quella del tizio che urla i numeri del bingo in sala:
“Cinqueeee , setteeee, unoooo!” . “
Sicuramente, nei paraggi, ci sarà una di quelle videolottery che ormai saltan
fuori come funghi. Dunque coniglio ha preso il vizio del gioco e preferisce le
slot a me?? Marianna e l’azzardo!?? Non ci voglio credere!” All’improvviso 4 omini disegnati nello stile
dell’asilo con la pancia a carta da gioco si presentarono davanti a lei,
urlarono come pazzi per lo spavento e corsero via invocando una certa Regina.
Incurante di tutto, Alice, seguitò nella passeggiata finchè magicamente uscì
dalle rigogliose pareti. Uno stagno di fenicotteri rosa le si presentò davanti
agli occhi! Si avvicinò ad uno di loro e chiese “Scusi, sa mica dirmi
l’ora?”. Nemmeno il tempo di finire la
frase e si sentì prendere il braccio, una mano soffice e amica la nascose da
tutto ciò che è impossibile! Era il suo eroe, la fece accucciare dietro ad un
masso e levandosi in punta dei piedi le mormorò all’orecchio: “ La regina verrà
condannata a morte, sarà uccisa nella notte, ci ha riempito di botte!”
“Cosaaaaa? Ma chi? Elisabetta??!” “Sssshhhh, lei non lo sa ancora, stiamo
tramando alle sue spalle per togliercela dalle palle! La ubriacheremo e le
faremo perdere i sensi, le coloreremo la faccia con i gessi. Se vuoi diventare
la mia donna devi darci una mano: ti è chiaro?!”. “Ok, che devo fare?”. “ Devi batterla a
Settebello, ad ogni punto perso lei butterà giù un sorso di vinello”. “Bene ma prima dobbiamo fare 2 chiacchiere
noi due, hai troppe faccende da spiegarmi!”.
“Ancora?? Senti dai spupazziamoci adesso e poi saremo tutti più
rilassati. Ci mettiamo ammassati?”.
“Benissimo”. Lui si slacciò il
gilet e i calzoni di fustagno, lei alzò il grembiulino e la gonna azzurra e in
men che non si dica tutto finì!. “Scusa,
tutto qui??? Un solo e misero secondo!?”. “Alice che vuoi??? Sono un coniglio:
sveltina+sbadiglio!”. “Sai io che ti
dico? Che non so nemmeno che ci faccio qui, siete tutti scemi: uccelli fatti a
gabbia, fante-cavallo e re che vogliono tagliare delle teste, capitani di
libeccio, trichechi fuori dal loro habitat e conigli con la eiaculazione
precoce. E’ finita! Io me ne ritorno dai miei”. Alice si alzò e fuggì
velocemente dal quel sogno andato a male. Risalì il tunnel con il risucchio
automatico di ultima generazione e prese una tazza di caffè sotto al pergolato.
Frugando nelle tasche trovò un biglietto :
“Che ella non sappia chi lui predilige,
il segreto bisogna mantener chè qui vige la impenetrabile legge del mister”.
“Tzè,
nemmeno capace di scrivere in italiano! Schiappa a letto e pure ignorante! Francesca
me lo diceva che non dovevo mollare quel tenebroso del Donnie Darko!” E veniamo
al punto in cui perdo le staffe…
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