Questo era il racconto che trattava della visone dell'alieno, cercare di vedere qualcosa in modo elementare, come se non si conoscesse nulla, come se lo si vedesse per la prima volta.
La differenza tra un sacco di spazzatura e i
francesi? Il sacco! di Tesini Lisa
Poi arriva il solito domandone che scatena
l'immaginazione: "Le 3 cose che porteresti su un'isola deserta???".
Inizia la carrellata degli uomini di Bristol:
giornale, pipa e buon libro. Si parla di futili e fantasiose ipotesi ma siamo
medici rispettosi con una carriera alle spalle: si sappia!
Non trovo interessante andare di proposito su un
pezzo di terra sperduto chissà dove, senza cibo, senza comodità, senza parlare
...nel mio immaginario, quanto meno, avrei pensato questo prima che mi
succedesse quel che mi è accaduto.
Ricordo una forte tempesta, scompariva una nave e
rimaneva un fastidioso male alle tempie, non muovevo gli arti. Mi ritrovai
prigioniero, pensai d'esser un salame stretto nello spago, pronto per esser
mangiato. Avevo l’aglio addosso: lo sentivo dappertutto. Sforzando gli occhi
legati dagli elastici da apparecchio per i denti percepivo piccoli scarafaggi
con la faccia simile alla mia oppure piccoli “me” con la faccia più brutta di
quella che mi ritrovavo in quel preciso momento!
Avevano un’età compresa tra i 3 e i 65 anni
credo. C'erano 2 con i capelli corti che urlavano più di altri, soldatini in
corazza rigida e nera, di quelli che colleziona mio figlio e pensavo d’esser
capitato in Francia, Williams mi parlava di un’estrema bassezza in quei posti.
Sentivo pallini di metallo sulle guance. Mille
saette sparate da una cerbottana senza soffio.
"Non distruggerai il nostro palazzo!"
disse uno picchiettandomi uno stuzzicadenti che lo reggeva in piedi sulla
pupilla. Forse l’età era tra i 3 e gli 86 a questo punto!
"Ma io non faccio del male a nessuno, sono
naufrago, vengo in pace. Liberatemi."
Una flotta di formiche su due zampe mi circondò e
con uno sforzo tipo latte non tollerato del mattino mi sollevarono mollamente. C’era
puzza, una di quelle puzze che non distingui da quante sono!
Non so nemmeno a cosa stessi pensando in quel
frangente ma nel tragitto vedevo tronchi di broccoletti con 2 fili penzolanti (
chi c’era sopra rideva ed era davvero nano), cassette di legno con buchi e
gradini (chi c’era dentro mi sembrava portasse i capelli lunghi) e infine
bestioline saltellanti a 4 zampe vestite col cappottino della domenica (
portavano pelo medio e svolazzante).
Mi slegarono ma c'era una gran confusione (forse
un mercato), vedevo fumo (forse la sagra del maiale al forno). Uno mi solleticò
la caviglia con la forchettina per le olive e mi urlò di non muovermi.
Approfittando dell'intimità, feci 4 passi e decisi di fare pipì, abbassai la
cerniera e mi liberai.
Ad un certo punto sentii: " Ci ha salvati!
Portatelo dal sovrano!"
"Ehi scarafaggi e/o formiche con la piega
appena fatta e la faccia senza età, che volete farmi? State calmi, fate un bel
respiro (anzi meglio di no!) e
spiegatemi!"
“Siamo lillipuziani!”. Disse uno alzandosi di 2 cm per l’orgoglio,
ingiallito, tutto bagnato e con tono schifato.
“Scusa??”
“Sei a Lillipuz! La terra di Lilli il Puzzone
nonché il più grande venditore di tanfo (di vario genere) del mondo.
“Che fortuna!” Pensai tra me e l’essenza
d’immondizia che mi vagava nella testa.
Arrivai ad una di quelle costruzioni che si fanno
sulle spiagge d'estate e uno che sembrava Babbo Natale fuori stagione
(considerato il pelo bianco sulla tunica rossa)
mi ringraziò per aver spento l'incendio. Mi spiegò che questi incidenti
erano frequenti. Lui ammassava i rifiuti per decidere la profumazione che più
gli garbava, era per il bene del popolo ma alcuni contadini non capivano. Loro
lavoravano la terra: non erano commercianti!
Mi sentivo quasi un eroe e raccontai delle mie
esperienze nei vari viaggi, mi inventai 2 o 3 cose del tipo che ero pure io il
re della mia città, che la donna più profumata amava me ecc…
Mi credevano e mi coccolavano dalla mattina alla
sera. Non potevo lavarmi ma alla fine la mia spaventosa grandezza ebbe la
meglio. Mi facevano sedere in mare ma poi cambiarono immediatamente metodo,
infatti all’ora del mio bagno si dimezzava la popolazione a riva… per l’alta
marea credo! Dicevo, con degli spazzolini da denti, dei microfoni (quelli di
pelo da giornalisti), dei mattoni bianchi (tendenti al grigio) e delle pompette
per il verderame rinvigorivano la mia pelle e lo stupore. Mi preparavano il
tavolo per deliziarmi ma non capivo l’ostinarsi a mettere 20 piatti, 20
bicchieri, 40 posate! Mangiavo solo io e se dobbiamo dirla tutta, le porzioni
facevano ridere. Nouvelle cousine: me la vogliono dare a bere ma sono in
Francia!!! Fatto sta che dalle 12 alle 13 percepivo nell’aria aroma di astio e
budella attorcigliate. Ero libero di sentirmi a casa, non facevo domande ma ero
segretamente curioso. Sognavo lunghe passeggiate ma dopo pochi minuti mi
ritrovavo nel punto di partenza: mi appassionavo ai particolari. Avevo un mal
di schiena perenne a causa della postura da raccogli fragole, se volevo capire
quel che dicevano dovevo “stare basso”.
“We,
ah Gully statte basso ià!”
Un giorno uno con la criniera detto “Cavallo
pazzo” mi insegnò delle parole del posto, era colto, e lo si capiva dalla
camminata saltellante e sicura. Sapeva dell'Inghilterra, diceva che
era popolata da una razza perniciosa di piccoli detestabili vermi e mi
trovavo d’accordo se associavo quest’immagine a quella di certi miei colleghi! Ci perdevamo in
lunghe discussioni senza arrivare a nulla. Mi istruiva sulle usanze. Era
necessario produrre più pattume possibile entro il nascere della luna piena
perché sarebbe stato il momento in cui il sovrano Lilli avrebbe ricevuto
l’ispirazione maggiore per creare un nuovo prodotto che avrebbe poi venduto a
strozzini, ex carcerati e delinquenti vari per minacciare le prossime
malcapitate vittime: il fetore del rispetto lo chiamava lui!
Sembrava la Sicilia degli anni d’oro:
probabilmente ci avrebbero fatto un film.
Nei laboratori dell'Accademia ipotizzavamo le
reazione di un uomo di fronte ad un altro uomo nelle più svariate occasioni
della vita ma cosa ci stavamo perdendo in verità??! Chissà che altro c'era da
scoprire! Certo è che un negozietto dei crepes non l’ho scovato!
Per la prossima avventura ho segnato: una lente
di ingrandimento, abbigliamento poco vistoso da regalare a mafiosi in esilio e
abbondante cassa di deodorante!!
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