Lo scatafascio è vicino.
Non intendo il dicembre tanto annunciato ma bensì l'arrivo al peggio dell'uomo.
Faccio polemica: tanto per cambiare.
Se c'è una cosa che mi riesce e mi piace in fondo è proprio lamentarmi su quel che vedo e sento.
Sono contrariata dal linguaggio.
Ok, usiamo tutti lo slang comune che comprende termini che spaziano dal "cazzo", "vaffanculo", "rompi vari organi" ecc... ma l'abuso di questo e "del più" è rivoltante e triste, tristissimo.
Mi fa innorridire la lode che si riserva per chi fa della modestia della parola (per fare un complimento) la propria arma di difesa...o la vogliamo chiamare forza?
Mi vien quasi da sorridere perchè sono ben cosciente del fatto che se uno si mostra grande sostanzialmente è un piccolo ma è agghiacciante la scia d'ignoranza che spesso si sceglie di seguire.
Guardo con che grazia ci si bulla del niente prendendo con sufficienza un'espressività vocale che dovrebbe portare crescita e non certo stasi.
Zero rispetto. Non dico per gli altri ma anche per se stessi.
Ci si dovrebbe voler bene e invece si fa di una terminologia superflua la regola per stare al mondo.
Andare per le strade, nei negozi, nei bar e sentire che troppe volte non si porta a conclusione una frase senza aver giocato la carta del "parolone" mi conferma che l'accessorio prende il sopravvento anche tra la la lingua e l'aria.
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