martedì 11 settembre 2012

Non è facile.
Dovrebbe esserlo.
Confermare alla vita che sei quello che si aspettava da te.
Perchè lei lo sa, assieme al destino.
Spesso la direzione è sbagliata e mi chiedo se ci si deve passare per forza da lì o una via alternativa c'era.
Meno mosse spaventose di persone, oggetti e sensazioni.
Mi piace essere qui.
Scrivo.
Lo faccio ogni volta che ne sento la necessità: per delinearmi un percorso che credo giusto, per parlare a qualcuno o con qualcuno, per impegnarmi ad essere, per rimproverarmi, per vivevere nella dimensione che non assomiglia al nulla. 
La prossima volta sarà una grande soddisfazione mi dico.
Sempre, faccio sempre la medesima cosa, nella mia testa è chiaro significhi "legge".
Tutto sottosopra perchè l'ordine mi fa porta all'usurpazione di quel che non credo mio.
Una boccata d'aria e tutto è ok.
Sento la passione che dovrebbe tenerti viva baciandoti al mattino fino a farti svenire di sera dopo un'ora di passione, tra le sue braccia...ma immagino siano ali.
Preferirei che qualcuno mi leggesse per errore, non perchè lo voleva davvero.
Senza interesse, interessandosi a me.
Dimenticare per riscoprire una novità piace a tutti, si diventa disinibiti, senza impegno come si usa fare adesso ma, diavolo (!), ti appassioni! Eccome se lo fai perchè ti pervade la chimica positiva e non ne vuoi fare a meno. Ti premi.
Non sono una donna rassicurante per se stessa. Solo per gli altri.
Procedo senza un senso personale di supporto a volte anche se spesso mi cimento nel teatrino.
Ma a voi capita mai di credere di farcela?
La chiamano autoconvinzione.
Mi sono disabituata a certe persone ma non ad alcuni comportamenti.
"Se vuoi ci sarò, se vuoi mi potrai parlare" "Se sarai abitudinario ne trarrò piacere"
Sveglia!
Non mi ubbidisco.
Con sgomento vivo dolori che percepisco già in lontananza ma non mi sposto, gli aspetto, anche con il cuore.
E' un annientarsi. Senti il rumore del treno, ma stai lì, lo vedi, ma stai lì, ti fai travolgere e non ci sei più.
Mi spettano debutti su nuovi fronti che nemmeno immagino.
Sarà che sono infatuata di chi mi somiglia, sarà che essere prevedibili uccide ma talvolta è l'unica forza per la tua sopravvivenza.
E allora, cosa vuoi?
Un album con delle foto, con le dediche.
Dovrebbero consegnartelo in dotazione col kit da neonato.
Servirebbe come compagnia, come lettura di bugie negli occhi, come pagine da sfogliare per rendersi conto che chi hai intorno non è come un tempo. Un viso cambia, una parola rimane solo per me.
Mi piace correre. Ma senza faticare. Non coi i piedi. Faccio kilometri.
In capo al mondo io ci sono stata, all'inizio della perdizione alla fine della sua conseguenza.
Miriade di folle, poche considerazioni, milioni di posti dove appoggiare un quaderno, una sola penna, tante parti di me.
Proietto un'aura di pace per ciò che verrà, faccio scorta di pazienza, la tengo in calda per innamorarmi nei giorni storti.
Se mi portassero una cartolina a mano non sarebbe ciò che vorrei.
Va spedita con cura, la lontananza avvicina chi si ama. Quando non ti puoi toccare, quando non puoi sentire un respiro, quando l'unica possibilità è che ti facciano credere quel che vorresti tu.
L'indirizzo è casa.
L'intento è farmi essere dove sei tu, devo sentire l'abitudine di quei luoghi, il profumo della freschezza, il calore della cedevolezza, la durezza dell'intenzione.
Sono concetti del mondo. Interpretazioni di ciò che stiamo vivendo.
Io la scrivo. La scrivo dal tempo che non mi appartiene, dagli anni di oggetti che erano di chi non c'è più, dalla polvere tolta con cura, dal bianco e dal nero, dalle giacche su un uomo poco sorridente, dalla gonna sui fianchi evidenti, da una macchina che si fa cornice di baci timidi.
Io voglio brindare con le gocce di vino che pian piano si allargano sul foglio, con l'odore che mi riporta a casa.
Destino, eccomi, aspetto che mi porti via, al di là del grigio, alla scoperta del mio sole.

2 commenti:

giardigno65 ha detto...

UN BEL SOLE CALDO

Lisa ha detto...

di quelli che ti scaldano al punto giusto...