giovedì 13 settembre 2012

Diversa.

La stessa stanza può essere ogni volta differente.
E' un concetto da capire, se non riesci non continuare a leggere.
Si sminuisce quando non si trova il senso.
Arrendevole.
Niente si ripeterà mai nella medesima maniera: le persone, così come 4 mura, come te, come me.
Unicità.
Il divano color arancio è di quelli con i cuscini avvolgenti, pronti  ad essere stretti quando si necessita di qualcuno al proprio fianco, la lampada in ferro battuto è di un anziano cremonese che assieme all'opera si cala dall'alto gettandosi su un pavimento anni '20. Mattonelle calpestate da piedi sconosciuti, timidi, mai uguali, scaltri, amichevoli tra loro. La tecnologia che sparisce per non oscurare lo stupore della bellezza.
Robusto in legno dell'usurata cassapanca che non fa notare gli anni ma sorride come fosse perla sul velluto, brilla per l'aver raccolto le pause solitarie di donne e di uomini regalando l'avvicinarsi sereno di un giorno diverso.
Fiori gialli in vasi di vetro verde, messi in evidenza per ricordare che il respiro esiste. 
Ossigeno lieve.
L'aria sfiora il corpo; dai piedi e su su verso le gambe, scavalcando i seni, privilegiando un volto.
E' di lavanda viola quell'essenza consumata in un cassetto, che spinge per volare tra le sere umide di settembre.
Con il giorno cadrà l'intimo privilegio. Il logorare della frenesia rivangherà un luogo differente.
Un giro di giostra che viene, che spoglia, che separa un'attenzione da una faccenda consumata.



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