giovedì 13 settembre 2012

Scritti. Siamo scritti.

Scade la memoria:
il tragico errore che prima o poi si farà.
La fiducia è incontro
l'esistenza tutto il resto.
Il mestiere che ci chiedono è, tuttavia, il meno adatto all'uomo.
Raccontare di sè
nell'impazienza del conoscere
tra la perdita di particolari che potrebbero essere il vero NOI, che ne sai...
Si va camminando
stretti in un cappotto
roteando i bottoni tra le mani
alzando il bavero per togliere il vento attorno
abbassando il tessuto sui fianchi
già riassettato
per accertarci che siamo
...in fondo, qualcosa siamo.
Sono confidenze le righe di ognuno.
Implicite e segrete
irrompenti e sfacciate.
Si descrivono da sè
spesso senza interpellarci veramente.
Allora che s'impadroniscano di un'ombra!!
Punta affusolata che scroscia
che si potrebbe cancellare.
Rimane il prolungamento di un solo istante
condensato negli angoli lunghi del foglio.
Infinitamente vero.
Batte e scorre.
Nutre i polpastrelli e giudica le azioni vissute.
Sentiamo d'esser comandati.
Scriviamo per custodire bisbigli e abbandoni.
Fuori dai margini,
gettandoci in penitenza e voluttà.


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