venerdì 30 dicembre 2011

50 cm di scalino.

Il solito giorno di corsa per le scale e un incontro, come in quei film dove ti ricordi solamente una scena: per assurdo ora s'intende la mia!
Sentii prima un buon profumo e solo poco dopo intravidi lui.
Stava salendo le rampe e ad attimi alterni vedevo la maglia bianca e i jeans troppo usati.
C'era e scompariva, si avvicina e diventava fantasma.
Ero ferma ad aspettarlo su quello scalino mai stato così fondamentale.
Non so nemmeno perchè non continuai la mia salita, mi ricordo solo il mio ripetermi di muovermi perchè sarebbe arrivato da lì a poco.
Ero irrigidita da una forza che m'imponeva quell'odore magnifico.
Lo conoscevo e l'ho capito dopo aver scorto, quasi furtiva, l'unicità della sua figura.
Era esattamente non definito. Perfetto!
Faccia a faccia a fermare il tempo in due.
Abbiamo insistito per congelarci su 50 cm di purezza.
Gli inquilini ci scavalcavano (me lo ricordo) si chiedevano perchè mangiavamo lì, perchè ci baciavamo, perchè non parlavamo mai, perchè facevamo l'amore davanti a tutti, ipotizzavano una casa vera e se ci saremmo mai tornati davvero.
Stupida gente. Passanti di cartone tra vite che ardono.
La comodità era la condanna, gli occhi vigili la sfida, il tempo il rammarico.
Non avrei mai immaginato di consumare una vita in un giorno.
Le donne pulivano con l'acqua i peccati e abbellivano di vaniglia il giorno e la notte.
Correre sugli scalini può essere pericoloso.
Io decisi di riposare per un pò perchè sapevo non sarei stata sola.




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