Ho sempre trovato complicato spiegarmi la parola "scappare": è sempre stato un verbo irrisolto.
Può voler dire tante cose perchè, infondo, uno fugge per svariati motivi o semplicemente per vigliaccheria.
Io voglio credere che le scelte siano dovute dai motivi: avrebbe più senso.
Ma la gente si dilegua in continuazione secondo me.
Anche chi crede di esser statico ha sempre il bisogno di andare altrove e di sapere che anche per lui esiste una via di fuga, nascosta da qualche parte, pronta a impadronirsi di lui.
A volte si corre talmente tanto che si ha la sensazione di rimanere fermi. E' la solita storia degli estremi come il ghiaccio troppo freddo che scotta.
Io quando velocizzo ogni cosa mi pare di vivere la giusta dimensione, trovo un equilibrio mio e ci sto bene...Poi arriva un momento che mi sento stanca, che mi va di bere o semplicemente sedermi e lì inizia la vaga ricerca di qualcosa che non è quello che cercavo fino a poco prima..forse.
E' lì che uno si sente perso perchè finchè vai tutto è perfetto, tutto entra nella categoria "giusto".
Quando prendi fiato inizi a ragionare veramente e non sei più trasportato dall'inerzia ma dal cuore..per il più delle volte.
Scappare mi pare comunque plausibile e umano. Lo fa chiunque. Uomo o donna :soggetti che nel Dna hanno la paura che fa ritirare in sè la voglia di rischiare.
Se penso a me ho un'idea un pò offuscata. Mi chiedo se io me la sia mai svignata da qualcosa.
A volte mi rispondo di no. Infondo ho lottato quasi sempre per ciò che volevo nonostante le porte in faccia e le prese per il culo. A volte mi rispondo di sì. Probabilmente sto scappando da una vita e mi faccio rincorrere dai fantasmi che non voglio prendere di petto.
Per cui? Siamo al punto di partenza.
Questa è una di quelle domande esistenziali da aggiungere alla lista!
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