martedì 20 dicembre 2011

Attesa d'ospedale.

Gente sconosciuta che calpesta tipetutamente pavimenti lisci e grigi come i volti di chi è costretto a passare da qui.
Lamentele e prese ingiro, donne indispettite e uomini in lamento.
Tutti completamente indifesi, nel limbo della speranza, di un sorriso continuo, senza inceppi, senza limiti nella pazienza.
E tu sei piccola e infastidisci il mio timore, canticchi incosapevole di ciò che verrà.
Dovrebbe nascere il perdono da minore età ma non sarà questa la tua salvezza. 
Il rispetto per mio stato lo esigo tanto quanto la voglia di farti muta.
Smettila di muoverti.

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