giovedì 1 dicembre 2011

Donna crudele.

S'innalzarono prepotenti senza indugiare sulle parole che avrebbero riversato su di lei da lì a poco.
Decisero loro per gli anni di quella donna colpevole di aver un coraggio non capito.
Lei, sfiancata dalle giustificazioni non si riconobbe nemmeno difronte al marito, non apparteneva più a nessuno, nè ad un amore eterno nè alla misericordia che si va proclamando.
Convocata nella piazza delle dicerie per rendersi peccatrice pubblica, per mortificare totalmente la sua entità di procreatrice naturale.
Non esistevano parole e, se ce ne fossero state di nuove, non avrebbero trovato su di cui posarsi.
Testa china e mani fredde, cuore frantumato e mente ingestibile.
Non era umana, non più.
Additata per aver dato il frutto di un amore violento a chi non sapeva di lei.
Quella notte era tutt'ora marchiata sulla sua pelle assieme al supplizio di ospitare un corpo fradicio di peccato e la voglia di ucciderlo per averla fatta tacere tra le mura della solita città.
Mai alcuno capì l'estati contraria che, anche oggi, risiede nel suo sangue.
Mai cercarono di capire che tenere per sè quel figlio "cattivo" potesse essere un riscatto alla sua vita, una voglia di urlare al mondo che non si sarebbe mai più dovuto usare della carne senza prendersene le responsabilità.
Lei, uno sconosciuto, un incubo, un viso che non vedrà mutare.
Lasciare un respiro da quelle donne fu crudele.
Ma come avrebbe potuto rivedere qualche somiglianza in uno specchio rotto all'acquisto?
Esser solo moglie in ciò che si era dipinta nella mente era lo scopo. Un inceppo non l'avrebbe mai sopportato.
E così fu. Donna crudele e mai capita. Donna sola per la vita.

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