Le lancette di quell' orologio
scandivano il tempo che mi fuggiva di mano.
Seduta ad osservare la mia vita che volava troppo distante,
quasi a non riuscire a raggiungerla più.
La sentivo la voce,
mi era così amica,
mi voleva accanto a lei
desiderava avermi
imprecava ancora noi
ma tutto urtava e stizziva il mio cuore.
Mi toglievo di dosso la verità
e rientravo nella solità quotidianità.
Ero a digiuno dal mio pane
ero assetata del mio mare.
Una sola goccia mi concedevo
per poi custodirla come fosse l'ultima
che avrebbe lottato per la mia salvezza.
Non conoscevo oppure non volevo
non immaginavo oppure non affrontavo
non rincorrevo, ma si sappia che io volevo!
Seduta ancora sulla stessa sedia
sento ancora quel rumore di orologio,
mi penetra nella testa
mi ricorda che sono ancora al vecchio e conosciuto punto di partenza.
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