sabato 29 ottobre 2011

L'ambiguo credere.

Essere coscienti di ciò che si è, si fa, si dà.
Immergersi in una condizione a dir poco perfetta.
E all 'improvviso cambiare tutto
con scioltezza incompresa
con beatitudine
con nessun rimorso.
Trovarsi catapultati in mezzo al nulla
che è comunque ciò che conosci al meglio,
senza timori,
con l'idea di essere dove dovresti essere sempre.
E' tutto inconcepibile ma c'è.
Se la leggerenza del cambiare è costante
è quello che realmente senti tuo,
quello che nessuno forse sà
quello che magicamente ti inghiottisce per non sputarti mai.
Accostare per ripartire,
mai indietro e perennemente avanti.
Nella testa salta il cuore
nel cuore vive la testa.
Innanzi a te ci sei tu
che credi di non colpevolizzarti mai.
Ma credere è ambiguo:
non è convincersi davvero,
non è un volere.
E la voglia lascia vuoti
crea crepe non curabili.
Di nuovo stabile,
poi ancora in rincorsa.
E tutto sa come muoversi,
quando non lo vuoi
quando un pò ci speri.


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