Ecchimequa!
Compito sull'ossessione fatto.
Come sempre s'intuisce la forma d'allegria che regna in me! Olè!
IL SILENZIO NON E’ DOVE IMMAGINI
di Tesini Lisa
Lasciata la confusione degli incubi, Virginia, prende il solito caffè alla macchinetta posta nel lungo corridoio, s’infila con cautela non comune il camice dalla stiratura impeccabile e per alcuni secondi tiene premuto il pulsante rosso al centro del muro. Oltrepassa la grande porta dai vetri oscurati e se ne và verso una giornata fantastica. Con un gesto quotidiano accende la luce e uno alla volta, i neon, danno voce ad una stanza silenziosa ma efficace. Uno sguardo furtivo per esaminare l’ordine lasciato la sera prima accerta la morbosità della pulizia.
La cartellina detta: “ Amedeo, 60 anni, imprenditore, saluto naturale”.
“Spero di non averla fatta aspettare troppo” disse appoggiando timidamente l’anulare pallido facendolo scivolare sulla lunghezza del lenzuolo.
“Speravo fosse un uomo stamattina sa?” La immagino brizzolato, con occhi concreti, in un completo gessato che scaturisce rispetto, con la cravatta delle occasioni e l’indice sporco d’inchiostro da stilografica. Indovinato??”
Senza blocchi e tremori evidenti, alza il velo adagiato su quel corpo con la stessa forza di un maestro d’orchestra pronto a dirigere con una fine bacchetta un insieme di differenti armonie. Tutto si può comandare, anche l’umiliazione.
Un respiro distaccato ed un sorriso garbato onorano la salma del tavolo 5.
Attenta si aggira tra i banconi d’acciaio, apre delicatamente un cassettone e, immediatamente, la vasta scelta di trucchi e prodotti di bellezza danno colore animato all’ambiente inespressivo.
“Ho sentito voci dire di non averla presa in considerazione nella giusta misura, mi han suggerito pure una sottile vanità mal interpretata e trasformata in segni di superficialità. Incettabile!!”.
Senza guanti di routine, accarezza l’attaccatura dei capelli, li ferma con una forcina di ferro e con del cotone morbido imbevuto di detergente disegna delicatamente il contorno del viso fermo e immacolato, poi passa alle gote sporgenti, poi alla bocca screpolata e desiderosa di conforto e finisce sul collo sospettando un profumo regalato dalla moglie.
Disgustoso! Solo una femmina assillata dall’apparenza persecutrice poteva osare un’essenza nauseante!
Muove il cranio di Amedeo per ammettere quella ragione e riprende velocemente il suo lavoro.
Lui ha qualcosa di diverso.
Virginia osserva dallo sgabello mobile il movimento impercettibile di carne vuota. L’anima regala segni di presenza anche dopo pochi giorni dalla morte: è lei che riscalda ciò che rimane e produce suoni inarticolati.
La crema di mandorla è adatta ad un uomo apparentemente scontroso ma amante del dolce poco materializzato. Appena si gira per scegliere la spugnetta sente come dei sospiri. Sembrano sorrisi in alcuni frangenti.
“ So come renderla affascinante” afferma complimentando il suo bravo volto nelle lastre d’acciaio della parete B.
Polvere di cipria nuota nell’aria, pennelli e setole accarezzavano i lati grigiastri di una pelle usata per vivere, la barba non dà alcun intralcio perché curata e sicuramente fatta il giorno prima con un vecchio rasoio dal taglio perfetto, quasi da nobile.
“Aspettami qui. Per te ho un regalo!”
Le piastrelle bianche e lucide osservano in silenzio la scena di quella donna amante della restituzione (forse giusta) della piacevolezza alle salme.
Consapevole di emettere delizia, avvicina delicatamente il viso ad Amedeo quasi da sembrare un’unica entità, sente il respiro stanco di un tempo. Appoggia l’orecchio alla bocca di lui (dalla dentatura perfetta) chiude gli occhi e dondola la testa mostrando un’espressione orgiastica: percepisce quel poco calore rimasto al mondo.
Le matite nere, marroni e grigie recintano l’intera figura. Sfumature e ferma determinazione partoriscono una nuova rivincita umana.
Viginia accarezza il cadavere senza indugiare, sentendolo amico, come un vecchio dal quale rifugiarsi nel momento peggiore della tua vita. Il profumo cosmetico rende all’atmosfera una piacevolezza incontrastata.
Erano giornate ricche di cuore quelle di lei.
Vive una specie di esistenza parallela, riscoperta o addirittura inventata. Perso il corpo si perde tutto credono alcune persone, perfino quelle che commissionano la perfezione appariscente per un uomo che non si è mai voluto conoscere quando era il tempo.
“Dolce Amedeo: mi chiedono di camuffarti, di mostrare agli spettatori una pelle che non ha mai conosciuto sconfitte e paure, mi impongono in maniera crudele la visione di un individuo sostenuto ma a modo.”
Rovistando nella tasca della divisa da salvatrice prende un orologio comprato anni fa in uno di quei mercatini dell’antiquariato siti nelle città d’arte e con cura apre il pugno che lo contiene.
Spalanca le palpebre non pensanti della “suo bel quadro” e, fissandolo lo interpella: ” Lo vedi?? L’ho custodito per te, sapevo sarebbe arrivato il giorno del nostro incontro, sognavo di pettinare un cervello non artificiale, immaginavo l’istante in cui un burro di cacao avrebbe dondolato sensazioni inedite cancellando il pensiero di un bacio mai scoperto.”
Vede la tristezza incupita e osserva la faccia della morte arrivata ancora prima di quell’isolato momento pagato da una famiglia alla ricerca di vetrine in cui vendersi.
L’abito da sartoria, le scarpe di pelle italiana, la cintura in vista: nulla è bugia.
Manca solamente l’amore per le mani. Loro protagoniste, loro muro su cui appoggiare pianti, loro ultima possibilità di tatto con l’aldilà, loro portatrici di pace che dichiarano guerra tra le pieghe ormai ammalate e statiche.
Con la lima trasforma in pochi movimenti le 10 dita, in un insieme d’amore precario e costretto. Allaccia poi quel regalo sentito e appoggia un palmo ad un dorso nel rispetto di Dio.
“Sei come ti vogliono ma eri come ti ho costruito io oggi”.
Scatta una foto con la polaroid e dà il battesimo a quella strana voglia di conoscere chi non c’è ma vive nonostante la critica interiore.
L’impagabile soddisfazione del suo lavoro la implora di disseppellire l’immobilità delle lastre vuote di un obitorio. Riconferma, a sera ormai giunta, la monopolizzazione totale del non controllo.
Con un spray fissante immortala uno smarrimento a lieto fine. L’episodio da prima pagina poteva compiere il suo corso.
Sopracciglia pulite e delineate e busto dritto e non bisognoso aspettano una spruzzata d’acqua di rose per completare l’opera perfetta.
Servirà poco per cancellare l’odore acre del passato, basteranno fiori e doni inaspettati da donne sconosciute.
“Amedeo guarda le lancette: è ora di uscire”.
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Settimana prossima siamo ancora su questo argomento perchè mi sto accorgendo che qualsiasi cosa è pura ossessione cavoli! Amore, incazzature, religioni, omicidi, favole...Tutti arrivano sempre in un punto dove si ritrovano a perfezionare qualcosa, con la fissa di ..ecc....! Non ne esco da questo mondo! Ho scoperto perfino che c'è chi un bel giorno ha deciso di diventare un SENO! a questo punto...largo spazio alla fantasia!
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