Seratona ieri!
Divertente e piena di spiegazioni, trucchetti, nozioni ecc che mi stanno ancora girando per la testa. Effettivamente avevano ragione le voci che la davano come lezione Madre!
Mi "abbindola" quest'esperienza e stasera avanti con questo mondo!...Ormai sto valutando di comprarmi un appartamento in pzzà Brà...accessibile no!? AAA cercasi fondi!
Comunque solo kili di teoria in piccionaia, perciò i compiti per casa non sono stati letti e saranno per la prossima volta..meritate ferie venite a me! ;)
In ogni caso questo è quello che avevo preparato...il tema ...sempre il solito.
Ps: e ricordate che nella scrittura c'è un'indole genetica e naturale che ci rende personali e a LEI non si può proprio scappare! Nasce dalle nostre esperienze di vita e da ciò che sentiamo! Siamo tutti diversi in ciò che abbiamo da dire! AMOOOOOOOO!
Vaben ciao!
Testamento sentimentale
di Tesini Lisa
Per la prima volta non rise come
se fosse costretta a farlo: lui era una rivelazione.
Quando si sentirono pungere senza
dolore si accorsero che, tra mente e ingarbugliati pensieri, non esisteva
alcuna concezione dei limiti.
“Non ci credo che scrivi anche
tu!!” disse Marlene proponendo un cin.
“Sì.” rispose lui intimidito in
un’espressione fraintendibile tipicamente adolescenziale.
Bastò quel lato inconfessato fino
ad ora per conoscere improvvisamente il
significato di “non c’è mai fine”.
Disturbati nei loro sogni ad
occhi aperti si avvicinarono con le sedie per annusare un istinto dichiarato e
per leccare le ferite degli anni precedenti e sconosciuti.
Promisero mentalmente di
condividersi.
Fu così che le prime righe di
Eddie diedero pace alla sua musa e prepararono quel cuore di donna ad
appartenergli ad ogni condizione. Quasi egoisticamente divenne una presenza
simbolica.
Le parole scorrevano tra le carte
e la vita li allontanava lentamente facendo scivolare, con trasognante
fierezza, un intimo abbandono.
Divenne abitudine rincorrersi
seppur per un solo minuto al giorno. Il desiderio di sapere dell’esistenza di
ognuno li rendeva schiavi di un’illusione.
L’effetto di un impegno costante
disturbava due anime solitarie avvolte da disponibilità pronta a trasformarsi
in mali decisivi.
Tagliavano le stesse vene che
portavano sangue al cuore ma aspiravano ad una leggerezza dal volume
incontenibile.
Sottolineavano l’una le frasi
dell’altro, archiviavano storie inventate per la gente e sospiravano nel
rileggerle.
Osservavano foto scattate in
giorni dove sembravano maturi e irraggiungibili.
Attendevano l’incarnazione comune
di un credo sottoforma di mail, status o pagine strappate.
Ogni inverno portava notizie
incisive ed ogni estate malinconie mai gestite.
L’annuncio di una primavera
risuonava tra le confidenze dei nuovi amori e arrivava l’autunno per spazzare
via ciò che a terra si spegneva.
L’insofferenza lasciava spazio al
rispetto delle circostanze che davano loro vesti nuove che, puntualmente, li
distaccavano dall’inafferrabile.
Provocatori e protettori,
idealmente perfetti, ufficialmente indivisibili in terra e in cielo, succinti
in testi incriminati, grossolani e distratti, pulsanti e complici.
Il delirio del tempo che non
combaciava con i fatti e lo scorrere degli anni divenne sentitamente giusto.
L’immaginazione rubava la voce
lasciando segni d’inchiostro inciso e battiture da interpretare.
L’aderenza alla ragionevolezza
produceva impeti di distrazione.
L’impegno nel dimenticare non
riusciva e ammassava ricordi brevi incorniciandoli alle pareti del vero.
Una storia d’altri tempi,
penserete, di quelle prive di tatto ma mai discrete.
Né carne, né odori, né suoni.
Freddi file murati su un desktop:
ecco cosa li abbracciava.
Silenzi tombali in luoghi sgombri
dalla quotidianità enfatizzavano e legalizzavano una fugace presenza.
Costantemente in attesa, in preda
ad un’impazienza che manipola un’inquietudine senza soluzione.
Rimaneva per la vita un obiettivo
nato per caso, trasformato in preghiera, servo sbattuto nell’anima per sfamare
bocche di conoscenza reciproca.
Un’esperienza mistica e pressoché
virtuale che, nella confusione rassicurante e visibile, dava ufficiosità ai
momenti impagabili chiamati segreti.
Rincorrevano una relazione
morbosa rimanendo a tratti frustati e a tratti indifferenti.
Meditavano su atteggiamenti
ambigui e scontati che sembravano non appartenere ai loro vecchi occhi.
Sicuri della conquista della
reciproca solennità misurarono gli incontri per mantenere la promessa d’affetto
divenuta un incanto senza futuro.
Si cercarono nei frammenti del
possibile per portare a termine la storia che ogni persona vorrebbe per sé tra
sentimento e confusione.
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