mercoledì 30 maggio 2012

Scrittura Creativa..rimandati ad ottobre! Parte 1

Fine di questo splendido percorso. Vagonate di lettere son rotolate in assenza di gravità sulle teste, han girato e rigirato, certe le abbiam prese, certe le abbiam lasciate ad altri perchè non ci appartenevano. I racconti rimangono i protagonisti indiscussi della nostra voce e allora diamo giustizia meritata a chi ne cerca. Condividiamo. Inizio con Adam Pomari perchè ciò che ha scritto mi è piaciuto in particolar modo. Contorto ed estremamente perfetto nel senso. Tutto d'un fiato ve lo propongo amichevolmente...Beveteci su.



Questo brano non è adatto per essere letto.
Un pezzo di legno è un pezzo di legno anche quando viene tagliato, sgrossato, piallato e lisciato per essere venduto ed acquistato dal falegname che lo inchioderà all'impalcatura del palcoscenico. Solo dopo aver liquidato il bravo artigiano, i primi laboratori potranno essere inscenati nell'intimo di uno spazio adatto ed i tacchi della lettrice, sicuri e perentori come la successione delle unità in uno strumento di precisione, potranno mirare diritti al centro di un cerchio di luce, dove un leggio si affaccerà sull'oscura baia di spettatori e sedie. Nell'attesa della lettura del proprio pezzo, le prime due file riservate agli autori sembreranno sempre meno occupate da spettatori e sempre più da testimoni di una esecuzione capitale. Come classico per questi tipo di momenti, fuori nel cortile pioverà e non pioverà, il selciato sarà ancora più sdrucciolevole del solito e si troverà tutto lo spazio necessario per ridere di tutti quei turisti che, innocenti e desiderosi di portare a casa qualcosa di esclusivo, si faranno fotografare ad un balcone o con in mano una tetta in bronzo. I più moderni cercheranno di attaccare un lucchetto d'amore alla grata in ferro lì vicino, provocando un clangore che, anche se amplificato dalla frustrazione di dover verificare che non vi è più spazio a cui agganciare questo tipo di promessa, non disturberà minimamente un signore in terza fila, al di là del muro, in attesa di scoprire qualcosa di nuovo che valga la pena di ascoltare. Nell'attesa dell'attacco di un nuovo brano, porgerà l'occhio al sedere di una ragazza che, passandogli di lato, avanzerà tra le file, sedendosi in testa, scusandosi del ritardo. Al di fuori dell'introietto perimetro letterale, osservandoli mentre se ne staranno immobili ad aspettare il proprio destino, sarà impossibile scoprire la consistenza della loro amalgama. Saranno informatici, psicologi, mamme e padri, esperti di personale, educatori, potenziali killer ed amanti focose, commessi, traduttori, disoccupati, scorci di mondo nuovo e riappacificatori con la tradizione, muratori, idraulici, ricercatori, i trattenuti, i manifesti, nessuno dei precedenti; chi rinuncerà a parte della paga per avere diritto di mugugno e chi non si lascerà sfuggire l'occasione di fare soldi; chi guarderà altrove e chi non si discosterà dal proprio naso; chi si fascerà in un completo elegante; chi vestirà in modo appropriato; chi si truccherà; chi sarà tomba in felpa blu; chi sarà preda dell'ossessione tabagista e chi starà pensando a dove mangiare una pizza. Un uomo in nero introdurrà brevemente i brani – l'autore, la lettrice e poco altro -, limitandosi a leggere il più divertente per ultimo, dopo che gli spettatori meno pazienti se ne staranno già vagando nella notte di tutte le occasioni che il fato procaccerà ai più meritevoli. Invisibile ai più, un cieco e povero in canna entrerà per trovare riparo dalla pioggia, sedendosi in ultima fila accanto alla porta, rimanendo in quella posizione sino a quando l'inserviente lo caccerà. A lui e a lui solo sarà data l'occasione di accorgersi dell'odore di zolfo e del sapore metallico del sangue di tutte le creature in lotta, che urleranno nella battaglia di gemiti strazianti di corpi morenti e di Dieci dita di piacere e di un Porco Cazzo cui nessuno verificherà impatto ed esplodente, perché all'istante soverchiati dalla soddisfazione di un applauso rassicurante da parte dei compiaciuti. Poco prima di essere allontanato, il cieco riuscirà inoltre a comprendere come le gigantesche membra delle creature mostruose non rechino danno agli spettatori: capirà cioè che nella stanza il mulinare di così tanta aria sarà ad uso e consumo di sola altra aria. Grazie a questa scoperta, riuscirà a ridere anche del momento in cui riceverà il calcio in culo che lo getterà malamente a terra, fratturandosi un polso. Poco prima di chiamare un'autoambulanza, un funzionario dell'ordine volgerà lo sguardo in alto e scoprirà un malconcio cornicione gravido di pioggia, rimanendo indeciso se sia il caso di allertare i vigili del fuoco per verificarne l'agibilità. Un amico sbeffeggerà l'altro perché si starà facendo cucire il proprio nome su un grembiule bordato di amaranto. Una signorina verrà contagiata dal riso dei due e si sentirà subito meglio. Il ragazzo che avrà al suo fianco rimarrà insensibile perché starà ancora riflettendo se sia il caso di confessare certe cose del suo passato. Sotto di loro le placche geologiche si muoveranno, provocando un'onda che, risalendo, giungerà con qualche minuto di spavento al momento in cui sarò indeciso da quale tronco iniziare per disboscare la collina delle scope. Ma questi saranno altri tempi. Per adesso mi limito a svegliarmi di primo mattino, fare colazione, imbracciare l'accetta e ricevere gli ordini della giornata. E quando osservo la chioma scendere travolgendo tutto ciò che incontra per schiantarsi al suolo, non penso al destino delle assi che ne ricaveranno ma a ciò che si compie attimo dopo attimo, senza che ci si possa fare nulla.

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