giovedì 31 maggio 2012

Quando la mente cancella
e il cuore si oppone.


Lisa


mercoledì 30 maggio 2012

Scrittura Creativa..rimandati ad ottobre! Parte 3 e Fine!

Nulla è originale perchè tutto è già stato detto.
Ricetta:
Leggi qualcuno
Osserva qualcosa
Capisci
Formula la tua idea
Mescola il tutto
Assaggia e scottati
Assaggia e "No, troppo freddo"
Assaggia a temperatura ambiente.
In base ai giorni, a come ti senti.
Un bel piatto nuovo da gustare sugli scalini della propria casa o al bar con gli amici.

Concetto dell'ultima lezione è stato questo. Ho flash più che altro perchè ero assalita da quell'onda di interesse che mi prende quando uno parla e mi vien da segnare i pensieri, i miei interpretando i suoi, una flippa che mi si formula in testa nel momento stesso in cui sento che ci sto bene lì dove sono. Un bisogno, come quando ti scappa la pipì! TerraAterra! Forse mi piacciono solo le parole nella maniera in cui uno le usa e Ongaro è un signore in tal gioco. Forse. Mi son tolta l'ipnotizzazione quando si è detto "dai, come quando ascoltate una canzone per la prima volta e vien subito da pensare a qualcuno che conosci"..echecazzo son stata brava per 8 mesi a gestire i sentimenti che mi frego all'ultima tappa! Fanculo! Momentino mio, passato e riemersa. E mi guardo attorno e vedo gente come me e penso a quale musica starebbe bene in quella stanza, per concludere in bellezza, degnamente. Mi viene qualcosa tipo pianoforte alla Einaudi, intimità che ti fa piangere e sorridere a secondi alterni; (il punto e virgola mi hanno insegnato che non serve ad un piffero..se volete prendere appunti (!!) ma l'ho messo per insegnarvi qualcosa!), poi mi viene un bel rock perchè della grinta ce l'abbiam messa eccome, poi mi viene uno di quei balli di gruppo che tanto odio, da villaggio turistico, ma l'idea del mescolarsi con persone mai viste e divertirsi ci starebbe alla grandissima.
Non so e nell'indecisione dico che mi mancheranno un bel pò i miei martedì sera in piccionaia. Ognuno si prenda quel che gli piace e se lo butti nelle orecchie.
Il mio testo è un mix di tutti i personaggi che ognuno di noi ha portato la serata del reading,. Chi non c'era non capirà una mazza ma il suo filo logico c'è :) Garantito al limone! Che lo usa mia mamma e non ho mai capito cosa vuol dire!


“DIALOGANDO”  
(Rubrica dal “MENSILE DI GIULIETTA”)

-Cassandra io lo sapevo che non dovevo fidarmi di lui, è come quando hai una tipica sensazione da donna,  l’intuito femminile insomma, sai che sei sulla strada giusta per beccarlo ma te ne sbatti. Mi ha tradita, capisci???  Vedere quello sguardo da mucca vicino al MIO letto mi ha messo i brividi.
-Scusa, Simona, ma lo dici a me? Sono stata 3 ore ad aspettare Marco in stazione come una stupida e non si è nemmeno degnato di scrivermi una parola carina! Se il mio bancomat potesse dire quanto mi è costato quell’abito: Valentino/rosso/ultimo modello, praticamente una Ferrari!! Non farmi pensare che mi incazzo, RIPETO, non farmi pensare che mi incazzo davvero , RIPETO, non farmi pensare che mi incazzo davvero tanto!
-No No RI FA RE, la tua vita è da RI FA RE amica, esattamente come la mia!
-Ci servirebbe un po’ di svago. Che ne dici di un giretto al mare?
-Andata!
-Guardaci, io mi rifletto in te e tu in me, scopriamo per la prima volta chi siamo davvero, quel che cerchiamo, abbiamo un cuore spaccato in 2 ma ci sentiamo vere, reali e non costruite. Se esiste un’anima la sto tenendo tra le mani ora.
- Io credo di aver dimenticato che fine han fatto le mie passioni: museo in primis!
-Andiamoci no?? Dai, alza il culo dalla sabbia e facciamo tutto ciò che ci è mancato per troppo tempo.
-La gonnaaaa!!!! Cassandra la gonnaaa!!!
-Maledetto vestitino a fiori, maledetto vento! Mi avrà visto le mutande perfino Whisky Jones!
- Whisky Jones?? Ma chi? Il bagnino?
-Macché, è un amico del deficiente di mio marito, un tizio che lavorava in ospedale con lui, un giorno ha mollato tutto ed è andato là, dove abitano i pellerossa, hai presente?
- Mmm tenebroso e sporco! Come piace a me! Ma adesso che ci fa qui?
- Da una mano ad un tizio che ha un chioschetto per vegani in spiaggia. Ha deciso di stravolgere di nuovo la sua vita e si è messo a tagliare carote e sedano alla julienne per gli svalvolati. Pensare che avrà mangiato carne di bisonte fino all’altro giorno! Comunque è comodo averlo nei paraggi perché i colpi di sole o le congestioni capitano spesso in questo periodo e un dottore non fa certo male. Se poi pensi che è pure intrigante, ruvido e con lo sguardo buio e affascinante…!
-Eh … una bella tentazione insomma ma andiamo a farci una cultura di quadri intanto,và!
-Mamma mia guarda là!
-Cosa?
-La tela alla tua destra!! Lì son sicura che c’era ritratta della gente l’ultima volta!
-Ma dai! Da quando in qua la Gioconda o le ciccione di Botero vanno a far la spesa??
-Senti non sono scema e non erano donne ma 2 uomini distinti. Te lo giuro!!
-Tu hai le traveccole, come quella volta al bar che mi hai raccontato, tutta indignata, che alla gita coi preti hai visto 2 macchine che trombavano! Avevi prenotato per Pompei mica per Marte!
-Eccola! Parli te che mi dici che vai a Rovigo e incontri una con la branchie! Le streghe le han bruciate tutte che io sappia!
-Siamo pazze: ammettiamocelo! Dovremmo far domanda al circo! Siam capaci di far ridere di sicuro!
-Cavoli cosa mi hai fatto venire in mente!!! Ti ricordi quell’inventore? Quello pelato che parlava sempre del tempo!? Quello malato 365 volte all’anno!?
-Ma chi? Quello che insegnava pure a scuola e aveva la fissa dei ratti?? Quello che fotografava gli alunni che si ravanavano da sotto il banco?
-Si si proprio lui! Un giorno mi aveva raccontato una scena vista a Parigi, non so se c’era la Moira Orfei in quel periodo. Bo! Pensa che si è beccato un pagliaccio, che a fine esibizione, si è impiccato davanti al pubblico! Ma ti rendi conto?
- Sei la solita rimbambita! La svanita delle due, eccola qua!! Non era una notizia vera! Era tutta una balla per mascherare un suicidio casalingo. Le solite cazzate che si inventano i giornalisti per far notizia.
- Ecco, mi dava l’idea di un tipo falso effettivamente! Mi sa che hai ragione, adesso che mi ci fai pensare, avevano pure detto che era malato di Aids quel poveretto. Si spiega il gesto insomma.
-Senti non vorrai mica parlare di robe tristi vero? Ti ricordo che ci hanno cornificate e abbandonate e altro non ci serve!
- Vabbè sai che ti dico? Dovremmo fare qualcosa di radicale!
-In che senso? Rifarci le tette?!!
-Io le tette e tu la faccia!
-Scusa ma cos’ha che non va?
-Non sorridi.
-Dai accompagnami al lavoro che ti sistemo per le feste!    Entra in classe, non avrai mica paura!
-Maestra Simona, com’è bella oggi, ci insegna a colorare il sole?
-Certo Flora! Oh ciao Flemming (soffiati il nasino, da bravo!)!    Il giallo, ricordate, dovrà essere l’unico colore della vostra vita.
-E come si fa?
-Circondatevi solo di persone che vi sapranno regalare quell’emozione detta “felicità”.



Foyer di Giulietta, maggio 2012, scrittori creativi, maestro, pubblico, palco.
Immaginazione, genialità, sogno, stravaganza, serietà.
Semplicemente “Giallo”.

Indovinello.

QUESTO E' IL PENSIERINO DEL GIORNO DEDICATO A TUTTI QUEI PARLAMENTARI, CAPO DEL GOVERNO ECC... CHE SONO A ROMA, CHE SI DEFINISCONO STATO MA IO CHIAMEREI PIU' SEMPLICEMENTE COGLIONI.
POTETE FARCELA A CAPIRE DOVE VI MANDO. LA VOSTRA PRIMA ELEMENTARE VI DA' UN'INTELLIGENZA TALE DA COMPRENDERE UN DISEGNINO.

Scrittura creativa...rimandati ad ottobre! Parte 2

Ed ora tocca a lei, la Francesca D'Atri che mi ha scombussolato il ritorno in macchina e la nottata. Sigaretta, musica e kili di nostalgia.
Penso a chi avrei voluto con me al Reading, a quelli che lo sanno che io tengo a poche cose come tengo alla mia passione, a quelli che chissà se ci sarà un'altra occasione per condividere un'emozione così, a quelli che fisicamente non ci sono ma li senti. Inevitabilmente mi vengono in mente alcune facce più o meno sorridenti ma ce n'è una che non rieco a non guardare senza versare una lacrima. A te che ci dovevi essere nel giorno del mio matrimonio, a te che ci dovevi essere all'arrivo di un bimbo, a te che quando mi sento uguale ad un rifiuto abbandonato per strada mi avresti cancellato l'odore orribile per trasformarmi in una rosa dai petali forti e grandi, a te che non ce la faccio nemmeno a nominarti perchè mi rendi debole, a te che dannazione al destino mi lasci in questo mondo spesse volte di merda che non capisce che la semplicità è la base di tutto perchè è così che mi dicevi, a te che saresti stata dietro di me quella sera e mi avresti abbracciata con un sorriso e ci saremo commosse perchè una piccola donna un giorno cresce, a te che cazzocazzocazzo non ti posso toccare e devo essere quel che la gente si aspetta: un sorrso e sempre dritta in piedi.
Ho spostato l'attenzione del compito richiesto per ieri sera dai sentimenti buttandomi sull'ironia..per te, perchè cara nonna, sarebbe stato un pò tosto dire alla gente chi siamo io e te e come dice la Francy "Loro non sanno". Non si può spiegare un brivido. Trovo questo racconto intimo, di un intimo che non puoi fare a meno di scrivere, di un'intensità che ti avvolge e ti fa sentire umana. Complimenti all'autrice e amica, donna di polso e cuore. Chi ci ama c'è nonostante le fatiche per accettare un cambiamento chiamato assenza. Godetevelo.


Loro non sanno

 In questo teatro sto pensando a tutti quelli che avrebbero dovuto esserci e non ci sono, a quelli che avevano altri impegni perché tanto c’è sempre tempo, perché tanto sarà per un’altra volta, perché tanto avevano da lavorare, perché tanto qualcosa d’altro era più interessante.
Loro non sanno, non è colpa loro, neanche io sapevo e ora sono seduto qui ad ammirarti perché oggi mi è stato fatto un regalo. Quello di vederti, di leggere sul tuo viso i solchi delle righe che hai scritto, di ascoltare il suono delle tue parole e posso finalmente ammirarti nel tuo splendore di donna.
Come mi sono familiari i tuoi gesti, gli sguardi e le parole, come mi riconosco in ciò che pensi e che dici. La tua energia è infettiva come un tempo fu la mia, sei un fiume in piena controllato dagli argini della mente, che trasborda non appena l’onda del sentimento incontra uno scoglio. E la tua passione per ciò che ami, per la giustizia e per la libertà si allargano autografando cerchi concentrici che si espandono nell’aria. Quante volte ti ho ingannata ma ci sei riuscita, nonostante me, nonostante tutto. Riesci sempre a partorire te stessa e non posso che esserne fiero.
Tu sei nata per onorare la vita nel buio e nella luce e adesso lo sai finalmente, lo sento.
Loro non sanno come è bello il riflesso delle luci sui tuoi capelli e non possono immaginare cosa significhi esserci e non esserci. Pensano che potranno esserci l’anno prossimo ma non sanno che potranno non esserci nemmeno domani.
Mi sorridi guardando un punto vuoto mentre ascolti, mentre ti riconosci in frasi scritte da qualcun altro e come corrono i tuoi pensieri nella sala, lucciole veloci.
E io da qui, seduto sul palco, le catturo tutte perché quando succedono certe cose nulla più ti è sconosciuto del sentire umano.
Vorrei raccontarti tante cose ma non posso, perché oggi sono solo uno spettatore del tuo spettacolo e niente mi è dato di rivelarti ma solo riconoscerti e amarti e trovarmi nei tuoi occhi e tra le tue mani.
Loro non sanno che per nulla al mondo mi sarei perso la brillantezza dei tuoi sguardi, la ribellione del nostro sangue e il riconoscimento del tuo talento. Loro non sanno, purtroppo, e vivono come fantasmi nel presente perdendo occasioni che non si dovrebbero perdere, perché sono questi i ricordi di noi che restano.
Ascolto la lettura del tuo racconto e riconosco la tua ironia che colora il dolore. Quanto ne ho provocato io e quanto ancora soffrirai ma nemmeno io sapevo. Non sappiamo mai il male che facciamo perché se lo sapessimo non lo faremmo. Com’è ormai semplice oggi per me. Com’è già semplice oggi  per te che mi hai perdonato. Sai, questo dolore causato agli altri è come quando metti il sale nel caffè, ne conosci il sapore aspro solo quando lo hai bevuto ma la differenza è che non puoi più sputarlo, ti rimane dentro come il bruciore di una fiamma che non si vomita.
Ma io oggi sono qui,  posso esserci e tu mi guardi e mi riguardi ancora sul bordo del palco vuoto del mio corpo, immersa tra i tuoi sentimenti  e nella forza che ti innalza superiore a me. Sei una composizione di violini e tamburi, di timpani e batterie, di piatti e arpe che fanno vibrare il pavimento. Sei in me e io in te, ti riconosco e mi riconosci e so quanto stai pensando di assomigliarmi.
Mi hai pensato così tanto in questi mesi che non è stato difficile raggiungerti e in questo teatro non posso neppure piangere  ma se potessi lo farei senza vergogna, come in un giorno che fu in cui non mi hai mai visto. Posso però fluire col tuo pensare come una zattera che da un lago passa al mare e scorre in un torrente in piena. Le cascate del tuo mondo interiore sono musica che dà vita e luce a ciò che per me non può più essere ma mi regalano la tua fragranza in cui non ci sono isole dove approdare, né porti sicuri in cui attraccare.
Adesso mi stai fissando senza vedermi e io ti ascolto. Scrivi, leggi, combatti ancora per me, per te, per sempre, te ne prego, perchè loro non lo sanno.                                                         Tuo padre


Scrittura Creativa..rimandati ad ottobre! Parte 1

Fine di questo splendido percorso. Vagonate di lettere son rotolate in assenza di gravità sulle teste, han girato e rigirato, certe le abbiam prese, certe le abbiam lasciate ad altri perchè non ci appartenevano. I racconti rimangono i protagonisti indiscussi della nostra voce e allora diamo giustizia meritata a chi ne cerca. Condividiamo. Inizio con Adam Pomari perchè ciò che ha scritto mi è piaciuto in particolar modo. Contorto ed estremamente perfetto nel senso. Tutto d'un fiato ve lo propongo amichevolmente...Beveteci su.



Questo brano non è adatto per essere letto.
Un pezzo di legno è un pezzo di legno anche quando viene tagliato, sgrossato, piallato e lisciato per essere venduto ed acquistato dal falegname che lo inchioderà all'impalcatura del palcoscenico. Solo dopo aver liquidato il bravo artigiano, i primi laboratori potranno essere inscenati nell'intimo di uno spazio adatto ed i tacchi della lettrice, sicuri e perentori come la successione delle unità in uno strumento di precisione, potranno mirare diritti al centro di un cerchio di luce, dove un leggio si affaccerà sull'oscura baia di spettatori e sedie. Nell'attesa della lettura del proprio pezzo, le prime due file riservate agli autori sembreranno sempre meno occupate da spettatori e sempre più da testimoni di una esecuzione capitale. Come classico per questi tipo di momenti, fuori nel cortile pioverà e non pioverà, il selciato sarà ancora più sdrucciolevole del solito e si troverà tutto lo spazio necessario per ridere di tutti quei turisti che, innocenti e desiderosi di portare a casa qualcosa di esclusivo, si faranno fotografare ad un balcone o con in mano una tetta in bronzo. I più moderni cercheranno di attaccare un lucchetto d'amore alla grata in ferro lì vicino, provocando un clangore che, anche se amplificato dalla frustrazione di dover verificare che non vi è più spazio a cui agganciare questo tipo di promessa, non disturberà minimamente un signore in terza fila, al di là del muro, in attesa di scoprire qualcosa di nuovo che valga la pena di ascoltare. Nell'attesa dell'attacco di un nuovo brano, porgerà l'occhio al sedere di una ragazza che, passandogli di lato, avanzerà tra le file, sedendosi in testa, scusandosi del ritardo. Al di fuori dell'introietto perimetro letterale, osservandoli mentre se ne staranno immobili ad aspettare il proprio destino, sarà impossibile scoprire la consistenza della loro amalgama. Saranno informatici, psicologi, mamme e padri, esperti di personale, educatori, potenziali killer ed amanti focose, commessi, traduttori, disoccupati, scorci di mondo nuovo e riappacificatori con la tradizione, muratori, idraulici, ricercatori, i trattenuti, i manifesti, nessuno dei precedenti; chi rinuncerà a parte della paga per avere diritto di mugugno e chi non si lascerà sfuggire l'occasione di fare soldi; chi guarderà altrove e chi non si discosterà dal proprio naso; chi si fascerà in un completo elegante; chi vestirà in modo appropriato; chi si truccherà; chi sarà tomba in felpa blu; chi sarà preda dell'ossessione tabagista e chi starà pensando a dove mangiare una pizza. Un uomo in nero introdurrà brevemente i brani – l'autore, la lettrice e poco altro -, limitandosi a leggere il più divertente per ultimo, dopo che gli spettatori meno pazienti se ne staranno già vagando nella notte di tutte le occasioni che il fato procaccerà ai più meritevoli. Invisibile ai più, un cieco e povero in canna entrerà per trovare riparo dalla pioggia, sedendosi in ultima fila accanto alla porta, rimanendo in quella posizione sino a quando l'inserviente lo caccerà. A lui e a lui solo sarà data l'occasione di accorgersi dell'odore di zolfo e del sapore metallico del sangue di tutte le creature in lotta, che urleranno nella battaglia di gemiti strazianti di corpi morenti e di Dieci dita di piacere e di un Porco Cazzo cui nessuno verificherà impatto ed esplodente, perché all'istante soverchiati dalla soddisfazione di un applauso rassicurante da parte dei compiaciuti. Poco prima di essere allontanato, il cieco riuscirà inoltre a comprendere come le gigantesche membra delle creature mostruose non rechino danno agli spettatori: capirà cioè che nella stanza il mulinare di così tanta aria sarà ad uso e consumo di sola altra aria. Grazie a questa scoperta, riuscirà a ridere anche del momento in cui riceverà il calcio in culo che lo getterà malamente a terra, fratturandosi un polso. Poco prima di chiamare un'autoambulanza, un funzionario dell'ordine volgerà lo sguardo in alto e scoprirà un malconcio cornicione gravido di pioggia, rimanendo indeciso se sia il caso di allertare i vigili del fuoco per verificarne l'agibilità. Un amico sbeffeggerà l'altro perché si starà facendo cucire il proprio nome su un grembiule bordato di amaranto. Una signorina verrà contagiata dal riso dei due e si sentirà subito meglio. Il ragazzo che avrà al suo fianco rimarrà insensibile perché starà ancora riflettendo se sia il caso di confessare certe cose del suo passato. Sotto di loro le placche geologiche si muoveranno, provocando un'onda che, risalendo, giungerà con qualche minuto di spavento al momento in cui sarò indeciso da quale tronco iniziare per disboscare la collina delle scope. Ma questi saranno altri tempi. Per adesso mi limito a svegliarmi di primo mattino, fare colazione, imbracciare l'accetta e ricevere gli ordini della giornata. E quando osservo la chioma scendere travolgendo tutto ciò che incontra per schiantarsi al suolo, non penso al destino delle assi che ne ricaveranno ma a ciò che si compie attimo dopo attimo, senza che ci si possa fare nulla.

Dove si va da qui -Afterhours-

Giornata dura oggi, lo so, non dormire e alzarsi non badando a niente, non sentendo nessuno...eccomi qua.
Molte cose ho da dire ma per ora iniziamo dolcemente, oggi...così graziosamente...


Sapere sempre dove sei
Ti puo' smarrire
Hai gia' la pelle liquida
In mezzo al sole
Ma la tua sigaretta immobile
Cosi' graziosamente
Che improvvisamente poi
Non accade niente.
Dove si va da qui?
Dove si va da qui?
Dove si va da qui?
Dove si va da qui?
Sulle dita a convincerti che
Cio' che eri hai portato con te
Dove si va da qui?
Dove si va da qui?
Chiederti sempre dove sei
Ti puo' smarrire
Hai gia' la pelle liquida
In mezzo al sole
Dove si va da qui?

martedì 29 maggio 2012

Marta sui Tubi -Stento-


Ho sognato nuvole nere in mano di un uomo strano
Che annientavano Dio
Con aria distesa un cristo qualunque sorrideva
Chiedendo un altro Martini e…
Piccole luci ci spiavano mentre la luna piangeva o rideva?
Bo!
Eccola in mondovisione la nostra gente cadere
Ed ammassarsi su tetti di case ingegnose
E riesco a stento a convincermi che
Questa è la mia terra.
Queste mani ferite da tanto scavare
Trovano l'oblio
Credi sia inutile aprire la cerniere del tempo e far pisciare Dio e…
File di uomini e spade affondate sui cuori dei miei padri gementi
E schiene votate al tormento di doglie silenziose e di cazzi bastardi
E riesco a stento a convincermi che
Questa è la mia pelle

Trema/o

Sento trambusto. Un pò per tutto. Dalle cose più serie a quelle decisamente più easy ma per quelle c'è tempo. C'è sto terremoto che mi fa scappare dalla mia baracca di ufficio e girare la testa a mò di svarione, sempre lui che fa uscire la gente dalle case e io voglio sempre credere che una roba del genere non capiti mai a me o a chi amo. Si pensa in questa maniera quando guardi la tv perchè ti immedesimi in quelle vecchiette con lo sguardo perso tra le macerie, in giovani coppie che hanno speranze e umore abbattuto, uomini con la U maiuscola che si fanno il culo. Come quando la pioggia ha innondato le zone di Monteforte e company qui da noi. Sono quei frangenti senza fine dove la globalizzazione di un unico volere chiamato "forza" ti scoppia dentro, devo pensi "e se domani toccasse a me?". Diavolo, io divento un pò fragile in giorni del genere perchè mi sento la voglia di aiutare e nel mio piccolo ci provo ma ho paura e mi sento davvero minuscola. Son qua davanti al pc e ogni tanto si muove il portapenne, non ci faccio l'abitudine, non voglio nemmeno prendere la parola allarmismo e buttarla a vanvera ma un sano timore me lo sento salire. Sono le piccole cose che spaventano l'uomo che lo rendono ancora più grande forse, come quando nel tuo bisogno c'è qualcuno che ti aiuta. Ti senti improvvisamente con un anno in più e pronto a farcela. Coalizzarsi è indispensabile e bello a volte. Lo so che sono stupida ma son qua che penso a cose brutte e mi dico che non dovrei perchè è così che si fa ma non si può mica esser sempre macigni e, mi spiace dirlo, ma un pò indifesa mi sento. Mi incazzo perchè non ho perso niente, perchè più di un piatto caduto dal tavolo alle 4 di mattina non ho e allora.....allora mi pare di cedere tra un secondo perchè sento storie e vedo scene che mi terrorizzano non poco. Paurosa. Ecco cosa sono. Paurosa nel perdere ciò che ho.
Penso se sarei in grado di scovare dentro me quella tenacia che devi avere se vuoi rinascere. Ce l'ho??? Mi rende perplessa la domanda e ritorno a lavorare e non ci penso...Una speranza che tutto smetta di tremare...dalla terra alle sensazioni negative che ci sono nell'aria un pò dappertutto.

sabato 26 maggio 2012

Ladri.

Portavoce del presente
adesso che non invento
mentre le persone parlano
sto seduta ai piedi del grande albero
che mi ripara dai cambiamenti del mondo
e mi crea nuove possibilità.

Se desideri non hai
e non distuggo dentro me
amo l'atmosfera che magnetizza vizi e tolleranza.

Un conto da saldare
una candela spenta
cose che bastano per senitrsi ladri nel buio.

venerdì 25 maggio 2012

Cin-ciun-cian!


Ah si, sono stata in Cina con la mia amichetta nel frattempo!

mercoledì 23 maggio 2012

E mi parli di te- Marina Rei-

Sei tornata! Tu mi sei sempre piaciuta!


E mi parli di te
degli anni che passano
e non ritornano mai
mi racconti le tue spacconate
e le piccole glorie
mi sembri Dylan Thomas
una vecchia rockstar
sorridente
infelice
che non dice mai
mai niente
della sua solitudine
te la leggo negli occhi
gli stessi occhi che
a volte piangono
non sanno neanche perchè
e si vedono anche le ferite
dell’amore
e la voglia di sparire
e di non tornare più
e le donne che ti guardano
e ti vorrebbero
si vedono
le bugie
cosi tante bugie
e mi parli di te
degli anni che passano
e non ritornano mai
ma non dici mai niente
della tua solitudine
te la leggo negli occhi
gli stessi occhi che
a volte piangono
non sanno neanche perchè
e si vedono anche le ferite
dell’amore
e la malinconia
di una vita vissuta
senza malinconie
tanto per viverla
e la voglia di sparire
e di non tornare più
il tuo amore che ti vuole bene
e che ancora crede in te
e mi parli di te
mi parli sempre soltanto
e solamente di te
ti sei mai chiesto perchè
te lo dico in confidenza
ti sei mai chiesto perchè
io non ti amo più?

Reading Scrittura Creativa Teatro Nuovo VR

Fatta anche questa! fiuuu! La serata conclusiva del Corso di Scrittura Creativa è arrivata, trascorsa e non sarà dimenticata! Tutti gli autori in prima fila ed era come essere un'unica persona, sola, davanti ad un caffè bollente, con i fogli e le penne e del tempo per pensare. Avete presente quella sensazione che uno cerca quando vuol capire chi è? Quella spinta di adrenalina che ogni tanto serve come una pacca sulla schiena dall'amico migliore che hai? Ecco! Rileggere in un brano ciò che ci rappresenta (anche se è comunque riduttivo) è stata un'esperienza di quelle che mi faranno sorridere anche tra 40 anni. Non so come spiegarvi che fare un percorso, vederlo crescere e condividerlo con persone sconosciute che ora posso anche giudicare amici per un certo verso, mi ha quasi lasciato in apnea per tutto il tempo delle letture. Pensavo a come ognuno di noi, 16 persone, è riuscito a dare un piccolo contributo all'altro. Mi sento soddisfatta! Me lo dico perchè un pò di autostima non guasta a volte. Per alcuni queste cose sembrano cazzate senza senso ma chi mastica tale pensiero non mi conosce e non sa cosa significhi davvero scrivere per me: semplicemente non sa com'è messa la piramide delle "cose importanti nella vita di Tesini Lisa". Ma c'è sempre chi ti ama e ieri ne ho avuto la prova. Ringrazio le mie "fans" tra il pubblico e quelle persone che mi hanno riempito il cellulare anche per un solo "spacca il culo" o "sono lì con te". Io che son quella che sta bene da sola, bhè, ieri sera non lo ero affatto.
Vi stringo fortissimo...ma le lezioni finiscono settimana prossima perciò ci sentiamo presto!

Lisa con l'attestato!

venerdì 18 maggio 2012

Amici per sempre.


Da piccola a casa mia si mangiava pane e Tina Turner, Beegees, ecc e Pooh!
Questa canzone l'ho ascoltata 20 miliardi di volte dal vinile in cucina ma in giornate come oggi mi accorgo del suo grande significato. Amo gli amici in modo esagerato ma sono fatta così...
Se vi sentite presi in causa allora vuol dire che vi voglio bene...
Buon week end...con un tocco di vintage!




giovedì 17 maggio 2012



daccidentro! 

mercoledì 16 maggio 2012

I poeti lavorano di notte



 I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,         
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

(da "Destinati a morire")

Alda Merini

Love...


Un nuovo canto.


Figlio unico, figlio di papà, figlio della società, figlio della prevedibilità.
Provare ad essere diverso fu l’esperimento riuscito che Rudy si accollò all’età di 30 anni.
Un lavoro ben retribuito gli bastò per creare una nuova realtà nata alle porte dei campi umidi del nord, tra le stradine battute e l’erba che strofina le gambe nude.
L’intima grandezza che sentiva germogliare in lui lo allontanava dalle opinioni della gente e lo avvicinava al gusto naturale di un giorno lento. Pochi percepiscono la voglia di essere sfuggendo all’apparenza. C’è chi ci riesce tra palazzi e sveglie e chi necessità di tutt’altro. Lui rientrava nel secondo gruppo: i coraggiosi.
Da mattina a sera se ne stava con dei mattoni in mano, per la prima volta, a costruire come un bimbo una casa di fango, tremolante e insicura ma a compiacersi per la riuscita di un’opera veramente voluta. Spargeva forza e rabbia sulla legna da ardere, spaccando e immaginando le facce di chi, con giacca e cravatta, parlava per lui. Creava e distruggeva traendone beneficio. Respirava le stagioni come fossero un nuovo avvento. Era così, senza fronzoli, senza pretese, senza abbellimenti. Quel che gli avevano imposto sin da piccolo divenne, col trascorrere delle ore, la sensazione di apnea dalla quale fuggire. Trascorreva nella modestia un’esistenza “verde”:  verdura fresca, uova, animali, passeggiate e bicicletta. Accadeva si sentisse perso, capitavano quelle domande del tipo “che ci faccio qui?”, “perché?”ma immediatamente la mente rivangava quel che era: ipnotizzato da un computer, col sedere su 4 ruote…e non parlo di una macchina per viaggiare.
Prima di dormire sentiva le cicale, le intuiva tra le siepi di quei fiori che non avevano nome, le voleva vedere ma poteva solo cercarle. La panca di legno chiaro lo accoglieva prima di andare a letto, le dita l'accarezzavano e speravano di non dimenticare mai la percezione di pace di quei frangenti. Solo lui e chissà per quanto tempo. Per pochi mesi o per la vita intera? Chi poteva sapere il vero grado di resistenza ad uno stravolgimento simile? Serviva impegno e mollare tutto sarebbe stato da vigliacchi. A lui non interessava comunque! Se solo fosse arrivata prima quella certezza!! Se solo avesse calpestato prima quel grano morto dopo la mietitura!! Se solo avesse esplorato ciò che gli stava attorno fin dall'inizio dell'avventura !! Dall’oro disteso a terra vide un piano a coda, nero. Era impazzito pensò. (Il caldo della campagna e quegli insetti gli entrarono nel cervello annebbiando ogni logica). Mollò  il cappello e riprese l'aria disponibile. I passi si fecero come edera centenaria. Aggrappando le zolle come un  ragno padrone si avvicinò fiero alla melodia che dolcemente faceva danzare i papaveri color rubino. La sentiva non avendola nemmeno creata! Meravigliosa sorpresa! Oh, sublime visione! Lo sgabello in pelle marrone era lì. Chi poteva conoscere l'amore mai svelato per quel portatore di note dall'odore di ninfa? Solo lui! Solo lui! Dannazione, solo lui e chi gli stava creando un destino! Anulare e scossa, indice e tonfo, pollice e passione, mignolo e testa cullante, medio e cantilena. I capelli ondeggiarono come un soffio e non pensò al resto. Picchiettò i tasti del destino: il nero della fatica che si sedimenta in ciò che vogliono per noi e il bianco della libertà. DO- RE-MI-FA-SOL-LA-SI DO e anticipò la primavera anche dentro sé. Silente tra i lontani fili rossastri di vigna, tra le sagre e le pesche, tra la materia della natura e una particella di vanità. "Un dono" pensò "capita a tutti". In remoti respiri rivangava i disegni della libertà e rivedeva i fogli e la condesazione di rigogliosi pentagrammi. 
Distese vaporose coloravano l'orizzonte amato tanto quanto una madre. Nella pozza lucente il volto di chi era. La quiete divenne solievo.
Qualcuno gli regalò un ramo solitario da cui interrogare il cielo e le sue nuvole. 
"Canterò e suonerò anche per voi".





Ventiquattresima Lezione 15-05-12

Super mega prove generali ieri sera! Martedì 22 è vicino e l'esposizione dei nostri racconti pure!
Ho scelto di portare il testo che sento rispecchi un pò la mia piccola crescita dovuta al corso intrapreso. Mi sono iscritta per imparare e c'ho provato, ho messo da parte l'ingarbugliamento dei termini che adoro usare per filare un pò più liscia. Magari non sono davvero io in questo modo di esporre ma chissenefrega: lo scopo era conoscere anche mondi nuovi! Sarà una bella serata e ognuno di noi proverà un'emozione pregna di soddisfazione. Comunque vada possiamo dire di aver dato il meglio. Non vedo l'ora! Adoro cio' che insieme siamo stati in questi mesi... adoro dire che queste cose mi fanno sentire quel che sono davvero.

martedì 15 maggio 2012

Me lo dico.

Mi manchi.
Me lo dico nella testa,
me lo scrivo sulla carta,
me lo ripeto con la voce.

Non c'è sguardo nè voce
non c'è presente se non c'è ritorno.

Sento soffi d'aria e freddo
mi diletto nel cercar calore.
Quella mano che conosco tanto quanto la mia dov'è?
E mi avevi promesso che ci sarebbe stata.

Credere per rimanere come nessuno ti ha visto mai.
Sapere che non sarò più sola quando inventerò.

lunedì 14 maggio 2012

Riprendere Berlino -Afterhours-



Luce del mattino, luce di un giorno strano
Pensavi di esser perso e cambia il tuo destino
Non sarebbe bello non farsi più del male
Non sarebbe strano se capitasse a noi
Anche il paradiso può essere un inferno
Era tutto scontato finchè non sei caduto
Non sarebbe bello riprendere Berlino
Non sarebbe strano prenderla senza eroi
Non sarebbe bello venire ad incontrarti
Senza aver paura di non ritrovarci mai
Fuori dalla tua porta fare la cosa giusta
Essere razionali mentre ti gira la testa
Non sarebbe bello non farci più del male
Non sarebbe eroico non essere degli eroi
Non sarebbe strano essere più leggeri
Non aver paura se capitasse a noi...

venerdì 11 maggio 2012

Il regalo mio più grande

Voglio farti un regalo 

Qualcosa di dolce 
Qualcosa di raro 
Non un comune regalo 
Di quelli che hai perso 
O mai aperto 
O lasciato in treno 
O mai accettato 
Di quelli che apri e poi piangi 
Che sei contenta e non fingi 
In questo giorno di metà settembre 
Ti dedicherò 
Il regalo mio più grande 

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché 
Di notte chi la guarda possa pensare a te 
Per ricordarti che il mio amore è importante 
Che non importa ciò che dice la gente perchè 
Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche 
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via 
Devo partire però se ho nel cuore 
La tua presenza è sempre arrivo 
E mai partenza 
Regalo mio più grande 
Regalo mio più grande 

Vorrei mi facessi un regalo 
Un sogno inespresso 
Donarmelo adesso 
Di quelli che non so aprire 
Di fronte ad altra gente 
Perché il regalo più grande 
È solo nostro per sempre 

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché 
Di notte chi la guarda possa pensare a te 
Per ricordarti che il mio amore è importante 
Che non importa ciò che dice la gente perchè 
Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche 
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via 
Devo partire però se ho nel cuore 
La tua presenza è sempre arrivo 
E mai... 

E se arrivasse ora la fine 
Che sia in un burrone 
Non per volermi odiare 
Solo per voler volare 
E se ti nega tutto quest'estrema agonia 
E se ti nega anche la vita respira la mia 
E stavo attento a non amare prima di incontrarti 
E confondevo la mia vita con quella degli altri 
Non voglio farmi più del male adesso 
Amore.. 
Amore.. 

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché 
Di notte chi la guarda possa pensare a te 
Per ricordarti che il mio amore è importante 
Che non importa ciò che dice la gente 
E poi.. 
Amore dato, amore preso, amore mai reso 
Amore grande come il tempo che non si è arreso 
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte 
Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu 
Il regalo mio più grande



Io lo continuo a ripetere ed è veramente una mia ferma verità : il mio habitat naturale è un concerto! C'è tutto quello che mi serve: musica, momenti dolci e amari, possibilità di urlare, abbracci, divertimento. Io sono così. Sono un casino di cose che si mescolano assieme. Bravo Tiziano, bravo a saper essere attore indiscusso di ciò che con quella penna riesci a scrivere, bravo nel farmi immedesimare in situazioni che tutti abbiamo vissuto ma spesso non vogliamo dire. Ci vedo chiarezza. Lui è come i suoi libri. Chiuso e con l'estrema voglia di scavare per dar voce alla sua sensibilità. Sottile ma estrema. Inutile dire che io amo il genere. Concerto che di certo non dimenticherò perchè alcune canzoni mi ricordano persone che non meriterebbero nemmeno più un pensiero, persone che non fanno altro che ricordarmi quanto tengono a me, persone insomma diverse ma che, io lo voglia o no, fanno parte della mia vita. Tengo tutto.


Io arrivo sempre a delle conclusioni e il resoconto della serata è: non mi pento per ciò che ho fatto o farò, non rinnegherò una malinconia o un sorriso lungo un giorno, non limiterò me stessa, ciò che sento vicino vale la pena d'esser vissuto. Io devo stare bene. Questo è il regalo mio più grande.

giovedì 10 maggio 2012

Stasera sono con un poeta....


e lo so che il mio umore domani sarà quel che sarà...

mercoledì 9 maggio 2012

Io ti sento.
Ti sento sempre, anche quando non ci sei. 




(Il tempo che vorrei)

Per poco si è poeti.

I poeti sanno cos'è la dannazione
la maledizione che viene da una parola
una di quelle verità che lacerano piano.
I poeti abbracciano un capriccio
scappano dal regnante riproponendo diverse dimensioni
una da interpretare con la sola mente, una da provare a vivere.
I poeti rischiano
sono frutti maturi dall'aspetto acerbo.
Non si è poeti se non si sa aspettare
se non si invade il sistema
se non si sa accarezzare
se non si sa addolcire le ferite fatte poco prima
provocate da soli
tra il mondo sporco
nella spazzatura di altre biografie che si scrivono
pensando di non esser viste
come tutte.
I poeti fanno della ragione una diceria
infastidiscono
amano senza conoscer limite
esagerano in fuggevoli lampi.
Per poco si è poeti.
Per il solo tempo in cui le dita si sporcan di blu.

Non credo negli oroscopi ma stacco petali dalle margherite...


lunedì 7 maggio 2012

N-Sample

"Dicono che ogni lasciata è persa" ed è proprio per questo che ci tramandiamo da secoli che mollare non rientra nel vocabolario di chi nella vita si prefissa un obiettivo, che poi si può pure chiamare sogno o ancora meglio voglia di dimostrare. Mi genera forza sapere che esistono gradini bassi e gradini alti, gradini che si possono comunque scalare per arrivare al successivo. Parliamo di salita senza vedere nitida la vetta ma in ogni caso la immaginiamo perchè solo in questo modo non smettiamo mai di credere, d'impegnarci per un proprio credo, di cercare di toccare con un dito qualcosa che può chiamarsi come vuoi ma che è sopra di te e contiene delle cellule che ti danno l'elettricità giusta per stare in movimento. Basta avere una fune a cui stare aggrappati e si può andare "ovunque" senza essere "chiunque". Si può essere come spaghi, un intreccio di solidità e resistenza. Io chi ci prova lo vedo così.
2 sabati fa sono stata a vedere gli N-Sample, gruppo "sperimentale" dove il mio amico Lea ne è la voce. Applauso! Cose del genere servono per guardare con occhi più semplici quel che di solito non vedi. Ascolto e mi dico che nei giovani della mia generazione c'è una dannata voglia di cambiare, di esistere, di uscire dalle 4 mura di una camera e mostrarsi per quel che si è. 30 enni normali, come tutti, con un paio di jeans e un sacco di idee che vagabondano per la testa. La voglia di dire a chi hai davanti "Ehi io sono qua" equivale a concordare pensiero e parola, mescolarli a ciò che si ha nel cuore e darlo in pasto alla gente. Sono convinta che la mente non finisca dove crediamo, che la costanza è la natura intrinseca che hai o non hai, che il tuo essere te lo possiedi da quando hai aperto gli occhi la prima volta ma riuscire a farlo percepire al resto è un dono che ti dà l'esperienza, che ti puoi addormentare restando sveglio ma devi esser rilassato e non "non esistere", che ci si può sedere senza fare nulla ma deve esser un modo per studiare la prossima mossa, l'isolarsi per buttar giù una nuova musica o per scrivere un nuovo testo. Sarà che mi rivedo. Per me scrivere è energia, meditazione, un aiuto alla consapevolezza, la creazione di un cambiamento, la difficoltà di dire per crearmi un vantaggio...e lo so che è così. Un desiderio, per grande o piccolo che sia, è sempre una fantasticheria e già la parola stessa è convincimento di benessere.
Sostengo chi conosco per aver la spavalderia di far entrare nelle orecchie che serve qualcuno che abbia qualcosa da dire per non bloccarsi in ciò che esiste e conosciamo già. La soluzione è nel progresso anche se parliamo di arte come lo scrivere o la musica. Amo il mescolarsi di queste 2 realtà perchè trovatemi chi sa entrare dritto nel nostro corpo/cervello come questi elementi fusi assieme. Generare sensazioni è un gran modo per andare avanti. Non dovrebbe esonerarsi nessuno dal creare ciò che sto sostenendo. Amo l'hip hop, è quel che mi ascoltavo dal walkman perciò si parla dei mie albori!! credo sia lo stile che più mi rappresenta, è parlare diretto, è protesta, è un sacco di frasi da capire, è l'impovvisazione che vorrei avere, è mischiare ritmo e divertimento, è valutare e analizzare ciò che eri, sei e diventerai, è ricordare e non dimenticare anche se sai che non accadrà mai. Questi ragazzi lo sanno fare. Applaudo ancora.
Uno spazio per chi insegue un risultato e per chi come me non mollerà mai ...e si vede...era d'obbligo.
Grandi N-Sample, grande Lea. "Io che mi sento completo meno della metà"  (ma non rinuncio a quel che vale perchè se oggi sono così) "domani sarà meglio". Santa verità!
Faccio un pò il Facchinetti della situazione ma concedetemi un "sostenete la buona musica" e se è di Verona ancora meglio! 

Tiè...BECCATEVI IL PRIMO SINGOLO!! In bocca al lupo!

http://soundcloud.com/n-sample/e-domani


giovedì 3 maggio 2012

Lettera d'amore.

In un mondo dove tutto ormai è esibizionismo, voglia di apparire e sfacciataggine mi piace pensare che l'amore per qualcuno debba rimanere intimo e da quando ho scoperto questa lettera mi son detta che poteva essere proprio Lei  la rappresentazione di ciò che intendo nella mia testa, righe che regalano l'idea di Amore con la A maiuscola...vicino o lontano, sussurrato e pronto ad arrivare al cuore. 
L'eleganza fa diventare signori...






Lettera d'amore di Pablo Neruda ad Albertina Rosa

La tua bella lettera lilla merita l’inchiostro color di cocorita. Per fare il mio dovere con te, ti rispondo immediatamente, di giorno. Ma alla luce del giorno non mi viene in mente niente 
che sia degno di Arabella. Per lo più vorrei parlarti nei baci. Così riuscirei a spiegarti il mio bisogno di te, la mia sete di te. Il desiderio di averti al mio fianco, proprio ora, o mentre cammino – la sera – per il paese categoricamente triste.
Studi? Io niente. Sto rimaneggiando gli originali del mio libro Venti poesie d’amore e una canzone disperata. Dentro ci sono parecchie cose per la mia Piccola lontana.
Parlami della tua vita, al paese.
Mi pensi, svergognata? Io sì. Ti ho anche sognato, sogni confusi e annebbiati. A volte, mentre cammino, mi sento come se mi fossi dimenticato qualcosa, come se avessi bisogno di qualcosa. Quel qualcosa sei tu. Tu, Arabella, bugiarda, dolce e amata.
Un bacio eterno del tuo
Pablo


Ruuuumor!!!