-Disgrazie al protagonista-
ORLANDO decisamente “FURIOSA”
Orlando lo si poteva definire in
un’unica e schietta maniera: cornuto! Vabbè!
D'altronde, Angelica era bella da
far impazzire perfino gli altrui desideri.
Il povero cavaliere girovagava a palazzo, spesso
sulle punte (?), dando di tanto in tanto un compiaciuto sguardo all’amata, come
fosse un premio, per accertarsi che, nonostante le confermate dicerie, lei
scegliesse sempre e solo lui. Questo si credeva.
Bloccava l’intenzione tipicamente
adolescenziale dei “nemici” lanciando occhiate simili a tirate d’orecchio. Che
ci pensassero solo a toccarla con un dito! Ma si sa, anche nella più romantica
delle storie, il rischio è alle porte. Angelica non sarebbe mai stata un figlio
maschio! La madre, già all’epoca, appoggiava sulla pancia delle graziosissime
bambole di pezza, canticchiava note dell’ancella Emma e ricamava splendidi
calzini. Era come diceva Orlando: piena di grazia, con la schiena lunga, i
capelli ben raccolti, con i polpacci da ballerina (?).
“Margherita io non ne posso più!?
Mi sta appiccicato al culo ad ogni passo, con quelle mani piccole e viscide,
con l’odore tipico della preoccupazione, sa di borotalco e poi continua con ste
canzoncine coi numeri Un, due, tre e quattr, cinq, sei… è servo del re ma,
cazzo, un po’ di brio! Gli servirebbe una scossa. Non c’è furia al di fuori del
suo nome. E’ come una farfallina nella polvere, svolazza titubante, senza
colore come quel vestito a tutù che mi ha preso per il ballo della duchessa.
Devi aiutarmi! E’ chiaro che dovrò vivere il resto della mia vita con lui, così
han deciso, ma la decenza mi pare il minimo.”
“Angy: ti stai facendo tutti i
suoi amici! Impossibile che non abbia captato alcun atto di adulterio!??
“Ma cosa vuoi che abbia intuito!
Non indaga, sta a ravanare gessetti e rimane minuscolo ed io ho finito gli
uomini decenti a disposizione.”
Il mercoledì si vestiva di
bancarelle. Tripudio di uomini forzuti intenti a scaricare pesantissime casse
di mele, buoi tesi in una compostezza solenne, ligi al lavoro: era la ballata
del testosterone! Ci si doveva andare perché c’era pure il Ballastorie che
piaceva tanto all’Orlandino! Mah…erano risapute tiritere!
Perfino il passo era uguale
questa mattina, accidenti! Lo stesso stacco di cosce tirate in pantaloni
stretti. C’è altro??!!!
“Oh dolce Angelica, donna dallo
sguardo che s’apre come velluto da palcoscenico, stamane il tuo volto è un capolavoro
da mostrare alla platea straniera.”
“Poi si chiede perché non rido mai, perché
fisso il vuoto, sono malinconica, poco affettuosa e altre cavolate simili!
Pensa io sia pragmatica, che poi non so
nemmeno che vuol dire perché è lui l’intelligente! Speriamo il cugino di Marghe
si dia una mossa”. Sussurrò dentro sé.
Immediatamente un nitrito di
cavallo, forse urla, gente spaventata, un varco aperto tra la folla.
“Che figo pazzesco” mormorò
Angelica dentro sé sentendo il cuore martellare
“Sono venuto nel nome del re del Regno
Opposto. Sono qui per sfidare Orlando”
“Aspetta dolce passo di danza che
sento cosa vuole quel buon uomo”….”Eccomi. Posso aiutarla?”
“Sei pronto a morire?”
“Guardi, ehm, ci deve essere un
serio qui pro quorum. Analizziamo la cosa: perché cerca me? Ho commesso atto
impuro? Posso sdebitarmi, qualsiasi cosa io abbia non intenzionalmente
commesso, con un buonissimo cesto di rigogliose banane o preferisce le faccia
una difficile verticale? Ecco tenga. Le è piaciuta?”
“Moriraaaaaaiiii”. Scese dal
destriero ringalluzzito come lui, lanciò una spada ed uno scudo allo smarrito
Orlando e iniziò a duellare SCIAK, TAC, OOOOOHHHHH! (la folla!!).
Il poveretto cadde come se avesse
le gambe di plastilina mentre la complice, giunta giusto in tempo, tranquillizzava
Angelica “Sì comunque mio cugino è un attore pazzesco, lo chiamano spesso per
film tipo “Il Gladiatorium” e robe simili, ci sa fare ma è finzione.”
“E’ quel che serve amica mia, una
mossa, del fermento” disse morsicando una pagnotta calda.
Erano ormai 20 minuti che i 2 si
dimenavano e chiara era l’imminente sconfitta di Orlando! Era a terra, coi
vestiti lerci e tagliuzzati. Finché stava cercando di alzarsi ,dolorante come
mai, un cagnetto alzò la gamba per il bisogno quotidiano, il malcapitato si
dimenò imprecando e la padrona gli getto un secchio di melmosi torsoli di caco.
“Basta, basta, basta. Io mi
arrendo! Cosa volete per lasciarmi in pace?”disse grondante di arancio.
“La tua dea Angelica! ” disse
strizzando l’occhiolino alla donzella.
“Ok! Prendetela. Mi sono
stancato, accipicchia!! ”replicò (finalmente )furioso.
La sinuosa bionda sobbalzò in una
bolla di sgomento e agitandosi disse”Stai scherzando vero???Dov’è tutto il tuo
proclamato apprezzamento nei mie confronti, dove lasci tutte le smancerie
sentire e risentite, dov’è la tua voglia di saltarmi addosso e strapparmi la
vestaglia?? MA SEI UOMO O CHECCA???”
Orlando, arrossì. Spiego davanti
a centinaia di occhi desiderosi di sapere che lui era carino, premuroso e tutto
il resto perché gli toccava! I genitori avevano deciso di renderlo cavaliere
errante(a lui il titolo ispirava) e uomo accompagnato ma aveva un solo
desiderio : pettinarsi almeno come Carla Fracci. Nemmeno gli stessi capelli gli
aveva dato il Dio. Dannate calvizie precoci.
Angelica ebbe 3 figli d’arte dal
cugino di Margherita, quest’ultima accompagnò Osvaldo (per sdebitarsi della farsa) agli studi di “Amici de Marius
de Filippus ” e, disorientati da cotanta nascosta bravura, i giudici lo
scritturarono immediatamente come insegnante di danza a corte. Si unì all’uomo
delle casse di mele.
Quando un combattimento fa uscire
chi sei davvero. Orlando non fu mai più Furioso ma...”tremendo”!
“Alla sbarra ragazze!!!” Un, due,
tre, quattr, cinq, sei! Velociiii! Mi
fate uscire pazzaaa!”
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