mercoledì 21 novembre 2012

Scrittura Creativa Numero 3

-Quanto più vicino alla fine-
-Disgrazie al protagonista-


ORLANDO decisamente “FURIOSA”
Orlando lo si poteva definire in un’unica e schietta maniera: cornuto! Vabbè!
D'altronde, Angelica era bella da far impazzire perfino gli altrui desideri.
Il  povero cavaliere girovagava a palazzo, spesso sulle punte (?), dando di tanto in tanto un compiaciuto sguardo all’amata, come fosse un premio, per accertarsi che, nonostante le confermate dicerie, lei scegliesse sempre e solo lui. Questo si credeva.
Bloccava l’intenzione tipicamente adolescenziale dei “nemici” lanciando occhiate simili a tirate d’orecchio. Che ci pensassero solo a toccarla con un dito! Ma si sa, anche nella più romantica delle storie, il rischio è alle porte. Angelica non sarebbe mai stata un figlio maschio! La madre, già all’epoca, appoggiava sulla pancia delle graziosissime bambole di pezza, canticchiava note dell’ancella Emma e ricamava splendidi calzini. Era come diceva Orlando: piena di grazia, con la schiena lunga, i capelli ben raccolti, con i polpacci da ballerina (?).
“Margherita io non ne posso più!? Mi sta appiccicato al culo ad ogni passo, con quelle mani piccole e viscide, con l’odore tipico della preoccupazione, sa di borotalco e poi continua con ste canzoncine coi numeri Un, due, tre e quattr, cinq, sei… è servo del re ma, cazzo, un po’ di brio! Gli servirebbe una scossa. Non c’è furia al di fuori del suo nome. E’ come una farfallina nella polvere, svolazza titubante, senza colore come quel vestito a tutù che mi ha preso per il ballo della duchessa. Devi aiutarmi! E’ chiaro che dovrò vivere il resto della mia vita con lui, così han deciso, ma la decenza mi pare il minimo.”
“Angy: ti stai facendo tutti i suoi amici! Impossibile che non abbia captato alcun atto di adulterio!??
“Ma cosa vuoi che abbia intuito! Non indaga, sta a ravanare gessetti e rimane minuscolo ed io ho finito gli uomini decenti a disposizione.”
Il mercoledì si vestiva di bancarelle. Tripudio di uomini forzuti intenti a scaricare pesantissime casse di mele, buoi tesi in una compostezza solenne, ligi al lavoro: era la ballata del testosterone! Ci si doveva andare perché c’era pure il Ballastorie che piaceva tanto all’Orlandino! Mah…erano risapute tiritere!
Perfino il passo era uguale questa mattina, accidenti! Lo stesso stacco di cosce tirate in pantaloni stretti. C’è altro??!!!
“Oh dolce Angelica, donna dallo sguardo che s’apre come velluto da palcoscenico, stamane il tuo volto è un capolavoro da mostrare alla platea straniera.”
 “Poi si chiede perché non rido mai, perché fisso il vuoto, sono malinconica, poco affettuosa e altre cavolate simili! Pensa io sia pragmatica, che poi  non so nemmeno che vuol dire perché è lui l’intelligente! Speriamo il cugino di Marghe si dia una mossa”. Sussurrò dentro sé.
Immediatamente un nitrito di cavallo, forse urla, gente spaventata, un varco aperto tra la folla.
“Che figo pazzesco” mormorò Angelica dentro sé sentendo il cuore martellare
 “Sono venuto nel nome del re del Regno Opposto. Sono qui per sfidare Orlando”
“Aspetta dolce passo di danza che sento cosa vuole quel buon uomo”….”Eccomi. Posso aiutarla?”
“Sei pronto a morire?”
“Guardi, ehm, ci deve essere un serio qui pro quorum. Analizziamo la cosa: perché cerca me? Ho commesso atto impuro? Posso sdebitarmi, qualsiasi cosa io abbia non intenzionalmente commesso, con un buonissimo cesto di rigogliose banane o preferisce le faccia una difficile verticale? Ecco tenga. Le è piaciuta?”
“Moriraaaaaaiiii”. Scese dal destriero ringalluzzito come lui, lanciò una spada ed uno scudo allo smarrito Orlando e iniziò a duellare SCIAK, TAC, OOOOOHHHHH! (la folla!!).
Il poveretto cadde come se avesse le gambe di plastilina mentre la complice, giunta giusto in tempo, tranquillizzava Angelica “Sì comunque mio cugino è un attore pazzesco, lo chiamano spesso per film tipo “Il Gladiatorium” e robe simili, ci sa fare ma è finzione.”
“E’ quel che serve amica mia, una mossa, del fermento” disse morsicando una pagnotta calda.
Erano ormai 20 minuti che i 2 si dimenavano e chiara era l’imminente sconfitta di Orlando! Era a terra, coi vestiti lerci e tagliuzzati. Finché stava cercando di alzarsi ,dolorante come mai, un cagnetto alzò la gamba per il bisogno quotidiano, il malcapitato si dimenò imprecando e la padrona gli getto un secchio di melmosi torsoli di caco.
“Basta, basta, basta. Io mi arrendo! Cosa volete per lasciarmi in pace?”disse grondante di arancio.
“La tua dea Angelica! ” disse strizzando l’occhiolino alla donzella.
“Ok! Prendetela. Mi sono stancato, accipicchia!! ”replicò (finalmente )furioso.
La sinuosa bionda sobbalzò in una bolla di sgomento e agitandosi disse”Stai scherzando vero???Dov’è tutto il tuo proclamato apprezzamento nei mie confronti, dove lasci tutte le smancerie sentire e risentite, dov’è la tua voglia di saltarmi addosso e strapparmi la vestaglia?? MA SEI UOMO O CHECCA???”
Orlando, arrossì. Spiego davanti a centinaia di occhi desiderosi di sapere che lui era carino, premuroso e tutto il resto perché gli toccava! I genitori avevano deciso di renderlo cavaliere errante(a lui il titolo ispirava) e uomo accompagnato ma aveva un solo desiderio : pettinarsi almeno come Carla Fracci. Nemmeno gli stessi capelli gli aveva dato il Dio. Dannate calvizie precoci.
Angelica ebbe 3 figli d’arte dal cugino di Margherita, quest’ultima accompagnò Osvaldo (per sdebitarsi  della farsa) agli studi di “Amici de Marius de Filippus ” e, disorientati da cotanta nascosta bravura, i giudici lo scritturarono immediatamente come insegnante di danza a corte. Si unì all’uomo delle casse di mele.
Quando un combattimento fa uscire chi sei davvero. Orlando non fu mai più Furioso ma...”tremendo”!
“Alla sbarra ragazze!!!” Un, due, tre, quattr, cinq, sei!  Velociiii! Mi fate uscire pazzaaa!”

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