lunedì 18 febbraio 2013

Scrittura Creativa Numero 13


Scrivi di un epitafio


4 Marzo 1943 – 1 Marzo 2012
“…aspettiamo che ritorni la luce, di sentire una voce, aspettiamo senza aver paura, domani…”
Probabilmente una regola, chissà se è stata rispettata. L’esser eclettici comporta l’aver un grosso peso sulle spalle, attraversare la fase da paroliere suonato e permettersi di litigare col poeta Roversi, non cedere ad etichettatura e cucirsi addosso un modello di solitudine come benessere profondo.
Va così per quelli che non si limiteranno a dire “era un frocio”. Anima doppia: esigente e futuribile , mistico e onirico. Nella parete che si riserva alle foto non tutti possono appendere trofei. Se non fosse che adorava presentarsi con le ciliegie che pendevano dalle orecchie si potrebbe pensare che le collaborazioni con Tenco, Paoli, De Gregori, Guccini e Conte fossero una diceria da mente squilibrata. Ci si aspetta questo e ben altro da chi, prima di salire sul palco, si colora dei calzini sui piedi.
“…ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva felice, e ricominciò il suo canto…” A Sorrento ci si dovrebbe andare in quel hotel, per osservare il panorama e sedersi al piano. Un silenzio: lo immagino in ritmi pacati e poi vorticosi, così come 2 corpi proveranno a far nascere Futura, figlia improbabile di una donna di Berlino Est e un uomo di Berlino Ovest. Trovarsi e fermarsi per concepire qualsiasi cosa.
Se Alda Merini scrivesse per me, bhè non ci voglio pensare, chi non la starebbe ad ascoltare con devozione? Lei, poetessa della realtà che dedica righe al poeta della musica sperata. Specifico per chi sente l’abbandono e la partecipazione delle note, che ti piaccia ballare come un ballerino, che tu sia un marinaio, che tu abbia paura o meno del lupo, che si scordino di te tra le stelle di Piazza Grande.
Scrisse ad una puttana dal nome Nanì: ci si può innamorare anche di loro, che cosa cambia? Metabolizzare le emozioni, essere introspettivi, correre da lei, non trovarla, amarla ugualmente.
Che dicano pure che Banana Repubblic sia una becera metafora al sesso ma un viaggio terreno diviso tra esser cantautore e musicista di forte personalità è per pochi. Una di queste nascite porta il nome di Lucio Dalla.

Nessun commento: