martedì 26 febbraio 2013

"Il ritratto dell'artista da giovane"

"Il chiasso dei bambini che giocavano lo infastidiva e quelle voci sciocche gli facevano sentire, ancor più nitidamente di quanto avesse sentito a Clongowes, che lui era diverso dagli altri. Non aveva voglia di giocare. Voleva conoscere nel mondo reale l’immagine intangibile che la sua anima contemplava in modo così costante. Non sapeva dove cercarla o come, ma una premonizione che lo guidava gli diceva che tale immagine, senza nessuna azione scoperta  da parte sua, sarebbe andata a lui. Si sarebbero incontrati con tranquillità, come se si conoscessero e si fossero dati appuntamento, magari a uno dei cancelli o in qualche posto più segreto. Sarebbero stati soli, circondati dall’oscurità e dal silenzio: e in quel momento di suprema tenerezza lui si sarebbe trasfigurato. Sarebbe svanito in qualcosa di impalpabile sotto gli occhi di lei e poi in un attimo si sarebbe trasfigurato. Debolezza e timidezza e inesperienza sarebbero cadute da lui in quel momento magico."

La consapevolezza di essere un'artista. 
Che sia questo o altro, che sia Joyce ad aver provato una voglia di novità e ricerca, che sia quel che volete ma non si può negare il calore e la profondità indiscutibile delle righe qui sopra. Massima ammirazione.

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