mercoledì 17 novembre 2010

Caffè alle mandorle


Sto seduta ad un tavolino rotondo di un bar, uno di quelli col porta tovaglioli di plastica.
Il classico dei classici.
C'è il sole del pomeriggio d'autunno e mi fa chiudere un pò gli occhi...Distolgo per un attimo lo sguardo dal vetro che divide queste 4 mura dalla mia bella e mai banale Verona.
La gente di queste ore è la più disparata.
Non c'è la frenesia del caffè corto del mattino e nemmeno il relax delle 7 di sera appena usciti dall'ufficio.
Non so chi incontro, ma la sorpresa, ai miei occhi, rende belle le persone.
Chissà che pensa il barista a vedermi qua "isolata",senza una chiacchiera con l'amica di turno, senza una risata, senza "il rapporto a due".
Sbatto il libro aperto così poco forte che del rumore me ne accorgo solo io.
E allora con le mani arrotolate tra la sciarpa mi dedico all'osservare chi mi affianca in una giornata apparentemente normalissima.
A volte ho la paura di essere scoperta..finchè scruto tutto intendo!
Dai gesti conosci molto di quello che nessuno vuole far vedere.
Mi invade la testa questo fare. E' come assorbire il meglio e il peggio e farlo gratis.
Essere ladra mi da quel brivido che non mi da nessun'altra cosa.
Dopo i miei entusiasmi di vario genere realizzo che mal che vada avrò trascorso uno dei miei pochi pomeriggi liberi a cazzeggiare semplicemente.
Cercare la vena poetica nella semplicità è come attribuire ad un niente una meta e arrivarci il più in fretta possibile.
L'arrancare, l'obbedire tacendo, l'elemosinare qualcosa di qualsiasi tipo scompare in giorni così.
L'autunno ci dona i colori più caldi e lasciarli al caso sarebbe voltare le spalle allo scorrere delle regole naturali.
Decido di uscire a respirare.
Di corsa un altro caffè, sciarpa lunghissima, cappotto e stivali e calze colorate e sorriso stampato in faccia.
Sono io! e porto fuori con me quella "solitudine" ...Via dagli aromi dolci di caffè e brioches.
Se dovessi incontrare qualcuno che occupa col martellare delle parole la mia mente sgombra mi scoccerebbe un pò..speriamo d'essere fortunata!
Pesto le foglie, guardo anche le nuvole, sento l'aria, penso a se qualcuno sta facendo ciò che faccio io ora.
Incrocio gli sguardi e la diffidenza è tanta.
Carcere a vita in me stessa per un pomeriggio che non è (comunque mai) un'abitudine.
Quell'ergastolo che m'impongo per bearmi dei miei vizi.
Ah, un baldacchino!
Le mandorle non le mangio mai ma il profumo è divino e"il lusso" va saziato...rimangono ancora poche ore.
Un sacchettino, grazie!!
Via con camminata veloce. Il buio arriva in fretta.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Che bello leggerti...