martedì 16 novembre 2010

Matita/penna/uniposca


Leggendo "30 anni e una chiacchierata con papà" di T.Ferro sto realizzando che le mie stesse domande se le fa anche qualcun altro!
Chissà se quello che ho scritto in tutti questi anni potrà mai interessare veramente a qualcuno...!
Ogni tanto questo pensiero si fa avanti nella mia testa, non chiede nemmeno più il permesso, si siede lì e se ne sta a brontolare per un pò. Poi scompare. Poi ritorna. E così per sempre.
A volte riprendo in mano tutti i miei diari, le mie scartoffie, i miei libri sottolineati e pieni di matita e post-it e mi sento così sollevata!!
E' il brivido di ritrovare un pò me stessa. Essere chi veramente siamo è la nostra più grande vittoria e nel mio caso serve che qualcuno me lo ricordi sempre...anche se quel qualcuno spesso sono direttamente IO!
Capita che io mi perda nei meandri di non sò nemmeno cosa, sbaglio strada, inciampo e così via.
Capita. Ma poi materializzo che forse sono altro e ricomincio a ricostruirmi.
E' così da 27 anni e infondo un pò mi piace. Difficile che io abbandoni qualcosa se si tira in mezzo la mia mente e il mio cuore.
In ogni caso, rileggendomi, mi chiedo chi mai potrebbe interessarsi alle mie faccende adolescenziali: infondo di quello si tratta!
In continua lotta con pezzi di coraggio non trovato, in balìa di amori platonici, incazzata con i miei e placata dai futuri falsi amici.
E' tutto un correr dietro a momenti che autocompiacciono il mio Io.
Si capiva se ce l'avevo con qualcuno perchè scrivevo con l'indelebile e rendevo schifosi i 2 fogli successivi perchè oltrepassava il nero.
Sottolineare il fatto di avercela col mondo mi faceva stare bene e questo senso di liberazione mi donava la voglia di migliorarmi, di darmi nuova grinta.
Prima urlare. Poi piangere. Sfogarsi.
Era un solo "compiacermi", appunto!
Ma non fregava a nessuno e tantomeno a me..l'importante è trovare pace e non valutare se una cosa è giusta o no!
"Caro diario"...una formula che ho abbandonato presto perchè dopo un pò mi sentivo una malata mentale nel rivolgermi a cartone+carta+segnalibro :/.
Meglio partire per andare dritti al punto, perforare la pagina e andar giu di brutto, senza mezze misure, senza aver la paura di ferire, senza giudizio!
E poi sui diari ci sono i NOMI...I N O M I!
Quelli non li scrive nessuno ormai, nemmeno io..sia chiaro!
Fare i vaghi è più semplice, non devi dare spiegazioni, non devi star qua a decifrare agli altri frase per frase...Si buttano lì delle righe e se le prende chi vuole.
Non so se sia un bene, non so se sia un male..ma è così!
Nel rileggere i nomi c'è della nostalgia..che è inevitabile!
C'è chi ora prenderesti a scarpate nel culo, c'è chi ti sta ancora accanto e c'è chi non sai nemmeno più che fine ha fatto.
A volte penso che sarebbe figo fotocopiare quello che dicevo della gente e fare avere tutto ai diretti interessati..Un bel pacco dono per Natale!
Probabilmente riderebbero delle stronzate dette....Magari lo farei anch'io...Ma se scrivo qualcosa non è certo per far passare il tempo....Scrivo per un qualcosa che si muove dentro, per dare voce alle emozioni, per dirti qualcosa, per spiegarti quello che non sai.....Questo credo basti per non reputarmi una cogliona da deridere! Si, credo sia meglio allegare una prefazione di questo tipo alle fotocopie!!! Paracula!
Mentre il Ferro scriveva dei suoi viaggi tra Spagna, Belgio, Messico, Francia ecc....Io scrivevo dei miei pomeriggi davanti alla Fnac...dove una volta c'era una specie di buca con degli scalini..adesso chiusa da delle vetrare...in parte alla biblioteca per capirci...!
Io che mi mettevo li con il walkman ad ascoltare la mia musica, chiacchieravo con gli amici e STAVO BENE!
Ferro che dice che scrive canzoni come SERE NERE e si gasa della sua buona riuscita (e ti credo bene!!!)...ed io che macino chilometri di inchiostro per spiegare a qualcuno com'è la mia vita.
Insomma...la fase degli anni d'oro è senza dubbio la migliore, quella che ti forma ..se vogliamo dirla tutta!
E' un paradosso forse..ma si impara a stare al mondo anche solo aprendosi a se stessi...E' un grande passo e se non lo fai non puoi esser "grande" nemmeno a 50anni suonati.
Io so tutto di me ma mi piace pensare che non sia così.
E' come un imporsi LA RICERCA.
Adesso che sono qua davanti ad un PC faccio la stessa cosa che facevo sull'autobus andando a scuola. Scrivo.
Tanto è quello che amo di più. E' quello che nel mio piccolo mi riesce meglio. E' quello che mi da pace e voglia di amarmi per poi uccidermi e viceversa.
Mentre sto qua ho già abbandonato l'idea delle fotocopie di prima: non per l'idea stessa (che alla fine non è male) ma il troppo tempo che mi ci vorrebbe per portare a termine l'impresa!
Riprendo anche un'altra cosa sul discorso dei NOMI.
Le mie parole si conoscono e non ho dubbi nel dire che ognuno sa cosa prendersi di me.
Richiudo lo scatolone Smemorande, Comix e blocchi con loghi degli elettricisti o delle assicurazioni e vò.
Oggi matita..nessuno Uniposca a punta grossa.


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