venerdì 20 agosto 2010

Abbottonati

Vivere in questa casa è un pò come morire per poi rinascere.
Sono qui su questo letto blu, difronte a me uno specchio ed ogni tanto guardo le mie mani che scorrono sulla tastiera e sorrido.
Penso a chi è passato da qui, mi vedo come il futuro e sento gli occhi del tempo su di me.
Chissà chi c'era in questa stanza, chi calpestava le sue piastrelle.
Mi affascina la sua storia, mi sento come in un bel film.
Ci sono pellicole invecchiate, quelle storie che raccontano di quadri appesi su muri crepati, di mobili scuri e maestosi, di signore in abiti lunghi e uomini austeri.
C'è freddezza e sembra tutto posato, ma io mi incanto davanti a queste scene.
Vorrei alzare gli occhi al soffitto per poi chiuderli e in un attimo vivere in un mondo nuovo.
Uscirei dalla modernità per riscoprire segreti nascosti, per farmi carico di fatiche vere, per imparare cos'è l'umiltà e la semplicità dell'essere privi di ogni benessere.
Se guardo vecchi album in bianco e nero che sono su in soffitta mi sento piccola e incapace di avere.
Queste pose rigorose, questi bottoni cosi alti, questi visi tutti uguali che celano segreti.
Io vedo tutto un pò così.
Basandomi su storie raccontate e misteri svelati sono a rivivere ciò sento così mio.
Dall'aldilà dei miei pensieri arriva un sorriso che mi ricorda la vittoria dell'essere donna in un ambiente così buio e a volte un pò difficile.

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