venerdì 5 ottobre 2012

Thè.

"Prendi un thè?".
Il thè mi ha sempre fatto schifo, quello caldo dico, che rientra nei listini di pelle marrone dei bar "poltronati" per far bella figura, dove ci si rifugia d'inverno per calmare il rossore del naso, quelli con la serie infinita di infusi da ogni capo del mondo. Come se non esistesse altro per credere di esser felici.
"Ok" dissi.
Una goccia fastidiosa al naso si faceva immediatamente pesante. Qualcosa in comune! Entrambi a frugare nelle tasche perchè spuntasse un fazzoletto.
Era da stupide svelare l'imbarazzo che provoca una propria opinione. Dì di SI mi suggerì la parte di me adatta agli incontri, quelli informali.
Che diavolo! Non so nemmeno quanto zucchero ci va!
Sentivo il caffè nel locale ed era l'unica voglia che mi tratteneva.
Stretta alla sedia, con la paglia che probabilmente avrebbe un pò rovinato le pieghe della gonna, aspettavo.
L'incognita spaventa ma attira. Lo sanno tutti e stavo provando uno strano piacere, caldo, di un tempo.
La tazza bollente era tale per esser osservata. Mi suggeriva così il fumo a nuvola che storpiava le facce intorno a me. L'orgoglio di non smettere di decifrare un messaggio. Qualcuno aveva deciso ch'io stessi incantata per un minuto. Amavo quell'azzurro intrecciato al dorato spiccare tra la lucidità linda di una porcellana.
Sentirmi a casa è fondamentale. Sola, con la gente.
"Costruisco case".
Interessante pensai.
Volai con l'immaginazione tipicamente femminile che ti direziona su quel che vorresti o...che vorrebbe tua madre per te.
Casa. Sicurezza. Soldi. Magari è anche simpatico.
Chissà come andrà a finire.
Inizio incerto.
Si rimedia.
Ha delle belle mani mi pare d'intravedere.

1 commento:

giardigno65 ha detto...

I tuoi occhi
due tazze di the nero, caldo, orientale.

Sul loro vapore
vagano le mie labbra.