lunedì 20 settembre 2010

Un'orgia senza piacere.


Ed è sempre la solita storia.
Ci ricasco a ruota.
Gli stessi voleri da una vita che rimangono solo i miei sogni più grandi.
E la storia non cambierà.
Mi chiedo che ci faccio in un ufficio che non ha nulla a che fare con la mia personalità..Il problema non è "questo" ufficio ma tutto ciò che non è moda, organizzazione, eventi e avanti per questa strada.
Penso a quello che vorrei davvero e non è ciò che ho, penso a quanti limiti mi metto solo per avere la certezza di uno stipendio VERO alla fine del mese, penso al fatto che se mi guardo allo specchio ho una maschera che non fa per me...Qui è come stare sempre a Venezia nel periodo del Carnevale...Ste facce nascoste e un pò standardizzate ma tutte colorate.
Quella sensazione di stare in bilico su un asse che oscilla al minimo movimento.
A volte vorrei cadere, lasciarmi andare con un salto senza più ritorno per provare quella sensazione che ti parte da dentro e ti fa urlare " Ecco, fanculo tutto quello che non sopporto. Io me ne vado e ricomincio".
Uno potrebbe dire che se vuoi davvero qualcosa la ottieni ma è più facile a dirsi che a farsi...
La realtà non aiuta. Resta solo il rifugiarsi in piccoli ritagli di tempo...che lasciano sempre il tempo che trovano e ti assicurano l'amaro in bocca.
Spero, per rendermi poi conto che non cambia mai nulla.
E allora mostro i miei tormenti su una pagina web o spendendo i miei soldi in tutto ciò che mi regala un sorriso... in ciò che mi appaga.
E' tutta un'altalena fatta di illusioni e malinconie.
Mi perdo qui a guardare sguazzare nel fango le mie gioie.
Un pò indefinita, un pò in un orgia senza piacere, un pò cittadina di quello che impone il mondo.
Rinasco e poi muoio.
Muoio e rinasco solo per non cedere al continuo compromesso.
E quanta gente è come me.
Intrappolata in deserti che credi liberi ma hanno il loro bel confine.
Continuamente inadeguata come voi.
Fatta di ricchi frammenti di momenti che donano un barlume e illuminano l'istante.
Trafitta da chi innocentemente non sa per cosa vivresti davvero.
Tutto in terribile attesa.
Si soffoca pian piano perchè è l'autopunizione che ci si infligge.
Non dovrei più aspettare, non dovrei stare qui, non avrei dovuto scendere a questa fermata.
Si sbaglia tutto e ci si guarda con occhi che mi fanno pena.
Il rifugiarsi nel nostro vero volere è arrivare pallidi e disidratati per andarsene poi con seta pregiata tra le musiche pompose.
Nessun lamento..di nuovo pronti al falso.


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