E c'è chi associa il cielo grigio alla noia ma io sono bene che per me era gioia.
Affacciata a quella finestra di antichi ieri, io spazzavo via i miei pensieri.
Quanto tempo, quante vecchie storie, quante immagini improvvisate e dai nostri nomi apostrofate.
Ti avevo negli occhi seppur lontano.
Ti udivo eppure non uscivo.
Quante cose dicevan quelle bocche.
Frasi in rima come filastrocche.
Quanti dispetti per mostrarci imperfetti.
Mai una primavera, mai un fiore, mai un sole sul mio viso ma mai priva del tuo sorriso.
Intraprendenti e curiosi.
Veramente liberi e di noi ansiosi.
Sentivo l'anima brindare a quella letizia.
Sorseggiavo gocce di gustosa delizia.
Non c'era grigiore da ravvivare ma solo l'esigenza di restare.
E c'è chi sposa la convinzione di un sapore che sa di buon umore.
E poi dicono che qualcosa sembra sbiadito ma non conoscono le sfumature e le superate paure.
Ora scorrono lontano i miei voleri e si voltano per dirmi che c'eri.
Apro le mani e le avvicino al viso.
Soffio via i pezzi della lontananza e cancello la solita circostanza.
Basta essere sinceri per capire chi sei e chi eri.
E non conosco scusanti per farci distanti.
Sei "solo" l'unico tra tanti.
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