martedì 22 novembre 2011

Poesia.

A cosa servono se non a far innamorare?
Parlo delle poesie.
E' metter insieme qualcosa che ti spinge da dentro e trasformarlo in un regalo per il prossimo.
A me hanno sempre fatto questo effetto.
Non so spiegarmi se ho mai avuto paura dell'amore ma delle poesie no.
Anche a 16 anni io pensavo a scrivere per me, per lui, per lei, per nessuno.
Oggi chissà cos hanno per la testa i ragazzi.
Vorrei sapere che esiste qualcuno che assomiglia a me quando me ne stavo chiusa in una camera, quando non mi andava di uscire, quando i miei timori mi dimostravano la loro esistenza.
Non mi sono mai sentita sfigata, erano gli altri che forse mi credevano così.
Ma il giudizio ho imparato che non ti lascia via di scampo e te ne devi sbattere per non diventarne dipendente.
Io sono così anche adesso nonostante 12 anni in più.
"Non è mai troppo tardi per tornare indietro"...è questo che prevale su chi scrive, "la giovinezza se vuoi sognare non ti abbandona" è questa la regola da non dimenticare.
Tutto quello a cui penso è già vecchio, è già passato e lo scrivo con facilità, come un vecchio disco, una vecchia tuta che indossi perchè ti fa sentire sempre "a casa", come sapere a memoria ogni parte di te e trasformarla in cosa nuova ogni volta per l'eternità.
Le poesie mi sono sempre piaciute perchè ti lievitano da terra, ti portano in pensieri che non sai, ti costringono ad abituarti alla bellezza delle cose.
E' smetterla di controllare i propri sentimenti, piantara di fare scelte, è non subire, è ciò che realmente si è...semplicemente!
Le righe che uno partorisce sono la porta d'entrata su un mondo da scoprire.
Io mi sono sempre trovata perfetta in questa dimensione ma ne ho sempre subito il timore della discussione che avrebbe potuto creare.
Ho quasi sempre scritto per poter leggere, salvo rari casi. Sono sempre stata sottomessa dalla reazione della gente, dal loro vedermi "diversa", dalla loro compassione forse.
Da qui ho deciso di eliminare per sempre il giudizio degli altri dalla mia pelle.
Mi chiedo perchè uno dovrebbe star male e sentirsi indifeso e non capito solo perchè chi ha davanti non percepisce sensibilità e stati d'animo e li abbatte con una semplicità imbarazzante.
Tutto questo non fa per me, non mi sono mai vista una senza cervello, nemmeno una che non sa pensare e formularsi dei pensieri di vita, nemmeno una che non sa cosa fare dei propri sentimenti.
Sono in continuazione su onde di un mare mai fermo ma faccio il possibile per essere stabile e non cadere mai dalla barca, ci provo anche se è dura.
Io vivo nella poesia, tra le parole, tra ciò che le mie mani non toccano, in questo incantato mondo che mi permetterà di essere sempre dove voglio, con chi voglio e come voglio.
Leggere un' emozione altrui è il regalo più bello che una persona possa mai fare ad un'altra.
Io, in questo, non smetto mai.

2 commenti:

Taide ha detto...

Comprendo perfettamente quello che dici, mi sono sempre sentita un po' diversa e spesso ho paura di esprimermi ed essere 100% me stessa proprio perchè sono differente dagli altri, ma alla fine siamo tutti uno diverso dagli altri.. Poi, quello che pensano gli altri di noi, ha a che vedere solo con loro, non con noi, nessuno può pensare nella testa degli altri.. a volte però è dura!
Complimenti per il tuo modo di scrivere.

Lisa ha detto...

Ti ringrazio Taide, felice di vederti qui. E' un osso duro far comprendere agli altri il ns vero messaggio ma l'interpretazione rimane comunque soggettiva e non sarà probabilmente mai come noi l'avevamo intesa nella sua totalità perciò, in ogni caso, è giusto tentare di ESSERE..per il nostro bene.
A presto.
:)