lunedì 28 novembre 2011

Lettere.

La mortificazione degli scrittori è la vigliaccheria dei lettori.
Le sofferenze e le allusioni sono in pasto ad una carta che ingigantisce o sottovaluta ciò che altri vogliono sapere.
Troveranno fame indiretta di amore e odio per le loro bocche da sfamare!
L'emotività non è mai tenuta a bada su una pagina perchè non è altro che un universo di fantasticherie che accendono chi è indifeso.
Nella mente non c'è "il centimentro" banale che tra i giorni ti aspetti.
L'inchiostro umido sà di una masturbazione che spalanca bocche e rende gli urli liberatori.
Qui scacci la ragionevolezza che fa sbalordire le creature, che a modo loro, sapranno bearsi di una carnalità senza tatto.
Una frase può imporre imprudenza e poco giudizio, può decidere il tuo proseguire o il tuo arrenderti.
Mitigando il profumo che ti appartiene sull'altrui pelle, attribuisci l'impostazione mai scontata che gente tenterà di indovinare.
Una vertigine, un passaggio, una strepitosa caduta, una linea morbida, un'assurda serietà che mostrano che il giocoliere è un lavoro.
Kilometri di lettere, articolate in sospensioni, modificate per esser rese lontanissime ma palpabili anche da chi non conoscerà mai il vero Te.



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