mercoledì 28 settembre 2011

Perde.

Non si era mai svegliata così prima d'ora.
Il ricordo del sogno è concentrato in una matita spezzata.
Un professore che mette in discussione l'istruzione di altri
e circoncide l'idea di una crescita altrui.
"Che idiota" pensò lei.
Si vide stupida per non essersi mai ribellata alla realtà: 
era questo sogno a ricordarglielo.
Piegare la propria identità per assecondare chi crede di portare ragione.
E' un diritto meraviglioso perdere il controllo, 
peggiorare per migliorare,
agire per togliere la macchia d'unto sui vestiti che indossiamo.
Era questo il turbamento nato nella notte, 
aver venduto le proprie carte per pochi soldi:
costretta a perdere.

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