martedì 26 gennaio 2010

Lentamente scrivo di te.

Lentamente scrivo di te.
Immagino in quest ozio il tuo corpo accoccolato a me.
Scaccio la paura che può infangare l'innocenza.
Mi lascio andare alla nostra provata incoscienza.
Sento che in te mi perdo.
Mi raggiungi il cuore e io non ci sono più.
Volo.
Sono.
Ciò che ero scompare.
L'idea di noi provo a creare.
Niente fa piu male.
I miei battiti sono forti.
Si fanno vibranti se mi tocchi.
Tutto esplode in armonia
nascosta in una conquista che si fa mia.
Uno scoppio.
E' il mio cuore.
Tutto si espande.
Anniento le continue mie domande.
Si cancella l'enfasi e l'accanimento.
Vige l autocontrollo di ogni movimento.
Rimane la pace che in questa stanza pervade.
Dismessi e disabitati sono i nostri corpi.
Ora siamo come statue,
scolpite e perfette
statiche e morte.
In realtà non c'è pietra
solo paura di muoversi e distruggersi.
Fissi negli occhi.
Non possiamo parlare.
Noi lo sappiamo fare.
Noi che vogliamo sognare.
Lentamente scrivo di te.
Inizio col calore.
Finisco con l'impercettibile tepore.
Sei bellezza e intraprendenza.
Sei l'offuscato uomo che inebria ciò che sono.

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